Viaggio nell'Isola Misteriosa: entriamo insieme nell'occhio del ciclone

Per arrivare sull'isola dobbiamo entrare nell'occhio del ciclone, si diceva... andiamo insieme nell'Isola Misteriosa.

Viaggio nell'Isola Misteriosa: entriamo insieme nell'occhio del ciclone
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“Per arrivare sull’isola dobbiamo entrare nell’occhio del ciclone”

Con Brad Peyton alla regia, “Viaggio nell'Isola Misteriosa” trascina gli spettatori in una nuova e fantastica avventura, alla scoperta di un luogo così remoto che è rimasto ignoto per secoli...ma da cui, una volta arrivati, è quasi impossibile fuggire.
Fan del primo film, Viaggio al centro della Terra, che ha fatto conoscere a tutto il mondo l’intrepido giovane esploratore Sean Anderson, Peyton dice: “Ho voluto continuare a raccontare la storia di Sean aggiungendo nuovi straordinari paesaggi e nuove sfide, perché ora lui non è più un bambino, ha diciassette anni ed è pronto a fare qualcosa di importante. Questa è la sua occasione per dimostrare che non è più solo uno del gruppo, è diventato un vero esploratore lui stesso”.
Il primo film ha colpito la fantasia del pubblico e ci ha mostrato un ragazzino con tante potenzialità, ma che aveva ancora molto da imparare”, dice Dwayne “The Rock” Johnson, che interpreta il ruolo del marito della madre di Sean, Hank, ma è anche coproduttore del film.
Il secondo episodio ci porta in un ambiente nuovo ed eccitante, ricco di possibilità, e si può vedere chi è diventato questo giovane uomo”.

Peyton, che recentemente ha raccontato il mondo segreto dello spionaggio in “Cani & Gatti: la vendetta di Kitty 3D”, è abituato a mescolare azione e comicità, con un tocco di imprevisto. “Fin da quando ho letto la sceneggiatura dell'allora 'Viaggio al centro della Terra 2'”, dice, “non ho mai pensato a un piccolo film. Sapevo che dovevo inserire terre, mari e cieli, con creature, caverne, uragani, battaglie sottomarine e inseguimenti aerei, il tutto su uno sfondo mozzafiato. Inoltre l’impiego della tecnologia di ultima generazione ha permesso di ottenere qualcosa di speciale nel campo del 3D, che ‘Viaggio al centro della Terra’ aveva aiutato ad affermarsi”.
Infatti nel 2008 quel film è stato il primo a usare il Fusion System, una sofisticata attrezzatura con macchina digitale 3D, sviluppata da James Cameron e dal direttore della fotografia Vince Pace, in seguito impiegata per girare Avatar. Quindi non sorprende che i realizzatori di “Viaggio al centro della Terra 2” si siano rivolti ancora al Cameron Pace Group per le strategie e l’equipaggiamento necessario a cogliere la profondità e le dimensioni che Peyton voleva ottenere in una gamma di ambienti del mondo reale.
Per me gli attori dovevano sporcarsi le mani, volevo una giungla vera, non una giungla sullo schermo verde”, afferma il regista, deciso fin dall’inizio a girare in esterni. “E per tutte quelle scene spettacolari avevo bisogno di stare in quell’ambiente”.

Il produttore Tripp Vinson, che torna a lavorare con Beau Flynn e Charlotte Huggins dopo Viaggio al centro della Terra, dice: “L’azione è molto coinvolgente, ma è anche un film per tutta la famiglia e credo che vada dato atto a Brad di aver saputo combinare i due aspetti. Fin dai primi incontri aveva un’idea chiarissima di come dovessero apparire molte sequenze, sapeva come progettarle e ottenerle e c’è riuscito in pieno. Lui crea la tensione in una scena, poi concede un momento di sollievo e subito imprime una svolta all’azione che porta a una tensione ancora maggiore. Credo che uno degli aspetti migliori della sua direzione sia l’abilità di far sempre scorrere l’adrenalina”.
Nello stesso tempo, i realizzatori sapevano che ciò che aveva reso così indimenticabile la storia originale non erano state solo le audaci imprese dei protagonisti, quanto il rapporto che li legava e che nasceva o si rafforzava di fronte al pericolo e in situazioni che rivelavano la stoffa di cui erano fatti. “Penso che il pubblico abbia apprezzato questi aspetti del primo film e noi ci siamo impegnati affinché fossero presenti integralmente anche in questo”, afferma il produttore Beau Flynn. “Abbiamo affrontato molti temi fra un’azione e l’altra, come il fatto di riconoscere il valore delle persone per quello che sono, non basandosi sulla prima impressione, aprendo il cuore a tutte le possibilità. E, dal punto di vista di un ragazzo di sedici o diciassette anni, iniziare a capire i propri genitori e viceversa”.

I realizzatori hanno anche voluto che i personaggi che si ritrovano in quel paradiso tropicale, trasformatosi improvvisamente in una trappola mortale, debbano usare l’intelligenza e la prontezza dei loro riflessi per sopravvivere, soprattutto quando scoprono che piante e animali crescono secondo leggi diverse .
E’ la Legge dell’Isola, conosciuta anche come Legge di Foster. “E’ una vera teoria bio-geografica, secondo la quale nel corso dell’evoluzione in un ambiente isolato il grande può diventare piccolo e il piccolo grande”, spiega la produttrice Charlotte Huggins. “Di conseguenza un branco di elefanti può apparire e comportarsi esattamente come tutti gli elefanti, salvo che sono minuscoli, mentre le farfalle appaiono e si muovono come tutte le farfalle, solo che sono enormi”.
L’aspetto negativo di questa evoluzione è l’esistenza di uccelli e lucertole carnivore, alcune lunghe come un campo da football, che vedono gli esploratori come il prossimo pasto.
Michael Caine, che interpreta il patriarca degli Anderson, Alexander, elemento chiave di quest’ultima avventura, sostiene che “Questa non è una fiaba, è molto veloce e i bambini devono essere svegli per non restare indietro”.

pure essere lettori appassionati. Gli avvenimenti che si sviluppano sullo schermo sono in parte basati sui libri di Jules Verne, il visionario scrittore del XIX secolo, i cui romanzi L’isola misteriosa e Ventimila leghe sotto i mari sono stati di ispirazione per la storia e l’azione, insieme a Robinson Crusoe di Robert Louis Stevenson e I viaggi di Gulliver di Jonathan Swift. Richard Outten, che ha scritto la storia con gli sceneggiatori Brian Gunn e Mark Gunn, dice: “Per me è stato un tributo a mio nonno e ai libri che ho amato di più quando ero bambino. Ho immaginato che le voci circolate su quell’isola straordinaria e fantastica abbiano ispirato tre romanzieri a scrivere i loro classici, una teoria poi dimostrata da un uomo amante dell’avventura e da suo nipote”.
Dopo aver estrapolato dai libri di Verne e degli altri scrittori gli indizi per identificare le coordinate dell’isola, che non appare sulle carte geografiche, Sean torna spesso a Verne durante il viaggio, per studiare l’itinerario ed evitare i pericoli maggiori. “Non devono usare la forza per cavarsela nelle situazioni più difficili, ma affidarsi alla capacità di capire come comportarsi. Qui non ci sono ‘cattivi’ da combattere, solo il tempo e gli ostacoli che impediscono il loro ritorno a casa”, spiega Brian Gunn.
Verne ha immaginato i sottomarini e i viaggi nello spazio molto prima che queste cose esistessero. Era un romanziere che basava le sue idee sulla scienza, ma era una scienza molto in anticipo sui tempi ed è proprio questo che rende così intrigante i suoi lavori”, aggiunge Mark.
Il film rende omaggio a questo sfondo realistico, sia per quanto riguarda le anomalie dell’evoluzione che popolano l’isola, sia per le placche tettoniche in costante movimento pronte a inghiottirla. “Verne pensava che l’elemento fantastico provenisse dal mondo in cui viviamo, il mondo che abbiamo sotto i piedi, sicuramente più vasto e ricco di quanto possiamo immaginare, e noi abbiamo avuto lo stesso approccio”, afferma Peyton. “Più è surreale l’ambiente che si crea, più le leggi del mondo reale devono essere chiare e rispettate. La sfida è questa: come presentare le cose comuni in modo che siano drasticamente diverse da come le percepiamo normalmente, come far apparire bizzarro e imprevedibile ciò che ci è familiare? Questo non è un mondo fantasy; ci sono cose sorprendenti, ma sono perfettamente riconoscibili, solo che le proporzioni sono estremamente alterate. Non posso dire che nel film ogni singolo elemento scientifico sia corretto. Ma siamo stati attenti che tutto iniziasse con delle basi realistiche. Dopo di che...ci siamo dati da fare”.

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