Speciale Tutti contro Tutti - Incontro con il regista Rolando Ravello e il cast

Tutti contro tutti in conferenza stampa

Speciale Tutti contro Tutti - Incontro con il regista Rolando Ravello e il cast
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Presso il cinema The Space Moderno di piazza della Repubblica in Roma è stata presentata alla stampa l'opera prima di Rolando Ravello (attore noto nel panorama cinematografico italiano e visto di recente anche in opere come Gli equilibristi di Ivano de Matteo e Diaz - Non pulire questo sangue di Daniele Vicari). Il film dal titolo Tutti contro tutti, che non ha alcun riferimento con il mondo della politica (come ci tengono a precisare gli autori) è stato scritto a quattro mani dallo stesso Ravello e da Massimilano Bruno (celebre Nando Martellone della serie televisiva Boris) ed uscirà il prossimo 28 febbraio in 250 copie distribuito da Warner Bros. Presenti alla conferenza, oltre al regista Rolando Ravello, anche Domenico Procacci per Fandango, Nicola Maccanico per Warner Bros, lo sceneggiatore Massimiliano Bruno, l'autore delle musiche Alessandro Mannarino, e gli attori Kasia Smutniak, Marco Giallini, Stefano Altieri e Lidia Vitale.

D: Colgo l'occasione per farvi i complimenti e dirvi che il film mi ha anche commossa. Mi dite come è nato questo interessante progetto?
Ravello: Il progetto nasce circa sette anni fa quando sono venuto a conoscenza della vera storia di Agostino, cui era stata davvero occupata casa (che poi per fortuna è riuscito a riprendersi). Da quel momento con Massimiliano abbiamo ragionato su cosa potesse invece accadere al ‘nostro' Agostino in una situazione simile. Da lì è nato un soggetto, poi un monologo e poi infine anche una sceneggiatura.

Kasia Smutniak: Allora innanzitutto voglio dirvi di non tenere in considerazione tutto quello che ho detto precedentemente nelle interviste. Di solito quando sono sul set non penso a quello che faccio, è solo in un secondo momento che cerco di dare un senso a quello che è stato. La sceneggiatura mi è sembrata sin da subito molto divertente e mi è piaciuto molto far parte di questo film dalla visione quasi fiabesca ma anche molto realistica. La fase della preparazione, della scelta dei costumi è stata molto importante, poi in realtà le cose sul set sono accadute e basta, anche grazie a un gruppo di attori così validi.

Marco Giallini: Come giudico il film? Mah diciamo che il mio punto di forza è quando pitturo le finestre, visto che ho alle spalle sei anni da imbianchino. Poi voglio dire che con Ravello come attore vicino diventa tutto più semplice perché essendo più basso rende il mio lavoro molto più facile. Ah poi in effetti io non ho rubato casa a nessuno, ma stavo quasi per farlo. E poi, scusate, come si fa a non fare un film in cui ci sono due extracomunitari che si chiamano Alfio e Salvatore!?

Lidia Vitale: quando Rolando mi ha proposto la sceneggiatura ho subito pensato che si trattasse di un bel progetto. Poi il luogo in cui abbiamo girato (zona Vigne nuove) è un luogo che conosco bene sin da quando ero bambina quindi si è trattato semplicemente di tornare alle origini.

Ravello: Su questo punto vorrei dire che è stato molto importante anche identificare un luogo di Roma che potesse rappresentare un po' tutti luoghi, perché in fondo questa è una storia che rievoca tematiche universali e non volevo associarla a una location precisa.

Stefano Altieri: Il personaggio del mio nonno non è molto realistico perché oggi come oggi è difficile che ci sia in famiglia il vecchio, che di solito viene mandato in un ospizio. Il nonno Rocco rompe sempre le scatole ma poi alla fine è anche decisivo e quasi uno dei più pragmatici, all'interno di questa famiglia disgraziata che si ritrova a vivere su un pianerottolo. Comunque voglio ringraziare in particolar modo la magnifica troupe che abbiamo avuto, con persone davvero educate e disponibili che mi hanno permesso di fare questo ruolo per me molto gratificante.

D: Questo mi sembra uno di quei film italiani rari che raccontano davvero ciò che succede nella società. Volevo chiedervi una riflessione personale sul fatto che in Italia sembra così difficile raccontare al cinema quello che succede nell'attualità.
Ravello: Noi che abbiamo lavorato a questo film (io, Ivano De Matteo, Massimiliano Bruno) abbiamo la stessa sensibilità e quindi non è stato difficile avvicinarsi a queste tematiche per realizzare quello che avevamo in mente. Sarà anche complice il fatto che sono cresciuto con Ettore Scola e questo mi ha molto influenzato dal punto di vista etico.

Massimilano Bruno: Beh è stato un progetto complicato da realizzare e infatti ci abbiamo impiegato ben sei anni per portarlo a termine. Il problema è che di solito le case di produzione ti dicono: "Famo ‘na cosa che ce sta un bel bacio finale e dove nun se piagne" quindi proporre progetti un po' diversi non è mai così semplice. Poi pure lavorare con Ravello non è affatto semplice perché lui è noto com ‘er insicurezza'. Sta sempre lì a chiedersi ‘ma funzionerà, andrà bene'. Prima di fare il film aveva provato a fare una lettura del testo a Caserta con le musiche di Daniele Silvestri che facevano da ganci alla storia. Solo dopo che la serata ha avuto successo si è convinto a portarlo a teatro e poi infine al cinema.

Ravello: Io devo fare un sincero ringraziamento a Warner e Fandango (che sono tra l'altro alla loro prima collaborazione) che hanno davvero lavorato con cuore e passione, e hanno seriamente creduto in questo progetto.

Nicola Maccanico: Sì in realtà questa è la nostra prima collaborazione, poi abbiamo fatto insieme anche il prossimo film di Veronesi ma questa è stata la prima esperienza insieme e possiamo ritenerci soddisfatti. All'inizio avevo molti timori perché sono abituato a lavorare un po' a modo mio, sono un po' viziato in questo, e poi dall'esterno Warner e Fandango possono sembrare due mondi un po' distanti. Invece alla fine abbiamo lavorato molto bene insieme. Per quanto riguarda il progetto film, devo dire che oggi è molto difficile fare film che non siano commedie, però trovo che la chiave commedia se usata bene può rendere facile veicolare alcuni temi più impegnativi.

Domenico Procacci: Sì questo è il nostro primo film con Warner e sottoscrivo in pieno le parole di Nicola, è stata un'ottima prima esperienza. Noi siamo sempre impegnati in produzioni locali e in questo caso abbiamo trovato un progetto giusto. Comunque in genere non tutti i produttori ti accompagnano in tutto il percorso fino alla fine, mentre in questo caso si è trattato di un lungo lavoro di squadra. Il tema del cinema italiano è un tema sempre caldo, in ogni caso ritengo che questo sia un prodotto diciamo ‘anticiclico', ovvero capace di attirare di meno a livello di marketing ma che poi funzionerà invece bene con il pubblico e sarà senza dubbio uno di quei film che può fare bene al ‘sistema cinematografico italiano'.

D: Ravello e Mannarino come è stato lavorare alla colonna sonora, mi sembra sia la prima per il cinema per te?
Ravello: Io avevo esplicitamente chiesto ad Alessandro di mantenerci tra favola urbana e neorealismo, in quanto volevo che le musiche mi aiutassero a raccontare la storia come se il film fosse ambientato sotto il tendone di un circo.

Mannarino: Rolando è stato sempre molto presente durante il lavoro di composizione delle musiche e questo mi ha molto aiutato perché lui aveva il film in testa sin dall'inizio. Questa poi per me è un'avventura che è cominciata in teatro e alla quale sono molto legato. Ho nutrito un profondo amore per i personaggi e la storia e poi ci tenevo a cimentarmi nella mia prima colonna sonora per il cinema. Ho avuto molti aiuti e in particolar modo da Tony Brundo che ha lavorato con me agli arrangiamenti musicali.

D: Che mi dite dei temi centrali ovvero della lotta per la casa, e questa sorta di guerra tra i poveri. Come avete scelto alcune delle scene chiave del film?
Bruno: Certi argomenti sono difficili da trattare ma in questo caso noi diciamo con rispetto quella che per noi è la verità. Ad esempio l'idea del campo rom c'era già nello spettacolo ed era un'idea molto vicina alla nostra realtà, un'idea che sentivamo di voler raccontare.

Ravello: Per me ad esempio il momento in cui Kasia si scambia quello sguardo con la ragazza rumena è un momento molto importate del film. Lo sguardo tra loro due simboleggia il duello tra nuovi poveri. Per quanto riguarda poi la scena dell'incendio ho deciso di girarla esattamente così come avevo visto (ahimè) nei tanti video caricati su youtube.

D: Come vi siete mossi per ottenere, a livello recitativo, un timbro così omogeneo ma non banale che coinvolge tutti gli attori, inclusi i ragazzi più giovani?
Ravello: Intanto ci tengo a precisare che i ragazzi sono tutti debuttanti. Ho voluto fare sin da subito una scelta di qualità nella selezione del cast. Quello che ho chiesto a tutti durante le prove è stato di rimanere radicati e concreti nelle interpretazioni per non sfociare nel grottesco, visto che sapevo che io avrei invece forzato i colori della narrazione volendomi muovere su quel confine favolistico.

D: Rolando, ora che hai debuttato pensi di continuare come regista? Hai già in mente qualcosa?
Ravello: Se ne sta parlando e dico che mi piacerebbe ma al momento ancora non lo so. Potremmo fare un seguito, del tipo ‘Agostino occupa la santa sede'.

D: Io mi volevo davvero complimentare con il genio di Stefano Altieri che sembra un po' un Bombolo redivivo.
Altieri: Mi gratifica molto questa affermazione anche perché io sono molto lontano dai cliché, sono un attore di teatro modestissimo. Il mio personaggio ha delle battute davvero forti che mi ha messo in bocca Bruno. All'inizio pensavo potessero essere un po' forti ma poi quando ho visto il film mi sono detto "so' passate" e ho pure ricevuto i complimenti di alcune signore. Credo che ci sia del buon senso e del buon gusto nel personaggio e poi sono contento perché per me è la prima apparizione al cinema in una parte importante.
Smutniak: Il personaggio del nonno ha davvero una leggerezza insolita. E poi c'è da dire che durante le scene con le battute e i monologhi tutti sapevano le battute del nonno a memoria e tutti i cameraman erano lì a seguire le scene ridendo. Mi sono detta che se sul set era così allora a maggior ragione anche in sala il personaggio del nonno sarebbe stato di sicuro un successo.

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