Speciale Tra le nuvole - Reitman/Clooney

Intervista a Jason Reitman e George Clooney sul film Up in the Air

Speciale Tra le nuvole - Reitman/Clooney
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Festival internazionale del film di Roma: Jason Reitman e George Clooney presiedono la conferenza stampa del loro nuovo film: Tra le nuvole. Tra interessanti riflessioni e simpatiche battute i due intrattengono giornalisti e pubblico presenti in sala. Affascinati dal film, che poco prima ha divertito ed emozionato i presenti all’anteprima stampa, entriamo in sala conferenze ed ha inizio l’intervista, il signor Clooney prende subito parola.

D: Mr. Clooney, quello che rende il film un prodotto di denuncia è il fatto che tratti problemi serissimi, in prima quello dei licenziamenti e della solitudine. Lei, da superstar, si sente mai solo?

George Clooney: A dire il vero no. Ho una vita meravigliosa, sono sempre circondato da amici, non ho diche lamentarmi. Forse l’unico punto di contatto con il mio personaggio è il fatto che entrambi siamo costretti a viaggiare spessissimo.

D: Perché un finale tanto triste? E’ molto atipico per una commedia.

Jason Reitman: Avevo in mente il finale già quando ho iniziato a scrivere la sceneggiatura. C’è dentro la possibilità di sperimentare l’amore e la felicità attraverso la tristezza, è un’idea che mi ha affascinato moltissio.

D: George, è la prima volta che viene qui al festival. Come mai ha deciso di esserci, c’è qualche particolare criterio nella scelta dei festival che sceglie di presenziare?

GC: Qui è tutto così eccellente, è una rassegna enorme, è molto strano per essere nata da soli quattro anni. Riguardo la mia presenza: non sono io a scegliere il festival, è il festival che sceglie il film a cui partecipo. Per me è un piacere essere qui.

D: Ci parli del suo personaggio.

GC: Ho immediatamente capito il ruolo e quello che poteva dare alla mia persona. Lavorare con Jason poi è stato fantastico, lui non ti dice mai cosa fare ma sa perfettamente quello che vuole, è un grande professionista.

D: Reitman, quali sono le sue aspettative per questo film? In Italia l’istituzione della famiglia è quasi sacra ed un film che parla di un uomo che la esclude completamente è abbastanza originale. Pensa che gli americani lo accoglieranno bene?

JR: Prima di rispondere vorrei cogliere l’occasione di ringraziare tutti perché vi sono grato di poterci essere, per me significa molto. Lo dico ora perché potrebbe non chiedermelo nessuno. Riguardo il film, pernso che gli americani lo accoglieranno molto bene, è un film sugli individui, io sono cresciuto in un paese dove le persone pensano di essere a casa e si sentono a loro agio, non capiscono che in realtà non sono da nessuna parte.

D: Lei è figlio di Ivan Reitman, che rapporto ha con suo padre?

JR: Non scherzo, mio padre è il mio eroe. E’ un regista ed un uomo eccezionale, ha fatto un lavoro eccezionale con i suoi film e con le persone che aveva attorno.

D: Clooney, si sente vicino al suo personaggio?

GC: Come ho detto, in un certo senso sì, siamo entrambi costretti a stare in giro tutto il tempo.

D: Mr. Clooney, lei nel film balla malissimo. Nella vita è altrettanto pessimo?

GC: No, chiaramente fingevo di ballar male (ride, ndr)

D: Signor Reitman, il tema principale del film è stato composto da un disoccupato è vero? Le persone licenziate che vediamo nel film hanno davvero perso il lavoro come si dice?

JR: Si, il tema mi venne dato all’università da un signore che da poco aveva perso il lavoro, lo aveva registrato su nastro e non era particolarmente bello, in compenso funzionava e ho deciso di riprenderlo. Comunque si, eccetto gli attori famosi che recitano la parte sono stati davvero licenziati.

D: Reitman, lei sta lavorando ad un progetto a L’aquila, come si trova con gli attori italiani? Con Violante Placido?

JR: Violante è un’attrice eccellente. L’aquila deve tornare a vivere, il modo migliore è tenerla sotto i riflettori, ecco perché ci tengo particolarmente a questo film, se si smette di parlarne le persone la dimenticano.

D: Si notano diversi punti di contatto con Thank you for smoking, i personaggi sono molto simili.

JR: Si è vero, a me piacciono i personaggi complicati, adoro umanizzarli fino alla fine.

D: Reitman, c’è un film di Clooney che l’ha emozionata al punto di farla piangere?

JR: Piangere? Certo, il modo in cui balla!

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