Speciale The B-Movieye - Poliziotteschi e morti viventi per CGHV

Dall'accoppiata Merli-Merola a Christopher Lee

Speciale The B-Movieye - Poliziotteschi e morti viventi per CGHV
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Da quando abbiamo aperto questa rubrica riservata ai cosiddetti b-movie in dvd, nell'estate del 2011, pare non ci sia mai stato modo di poter parlare del filone poliziottesco, ovvero quel sottogenere che, ispirandosi dalle nostre parti alle avventure d'ispettori di ferro d'oltreoceano quali Callaghan e derivati, vide negli anni Settanta il suo momento d'oro.
Momento d'oro che, tra un Roma violenta di Franco Martinelli alias Marino Girolami e la trilogia di Mark il poliziotto, a firma di Stelvio Massi, permise di raggiungere il loro periodo di massimo successo a figure quali Maurizio Merli, Luc Merenda, Franco Gasparri e Tomas Milian, tutti bene o male impegnati a incarnare l'agile poliziotto dal grilletto facile e liberatorio.
Quindi, dopo mesi trascorsi a parlare di mostri giganti, trasformazioni e mondo-movie, anche se dobbiamo obbligatoriamente tornare a occuparci di horror grazie a un paio di interessanti uscite, CineKult - etichetta CGHV che, ricordiamo, viene curata dalla rivista Nocturno - ci offre l'opportunità di cominciare a trattare anche il filone degli inseguimenti con sparatoria sulle strade metropolitane tricolori, tramontato quando si era ormai fuso con la commedia nella arcinota saga del Nico Giraldi con le fattezze del succitato Milian.

Da Corleone a Brooklyn

E' curioso, oltretutto, trovarsi a parlare del genere poliziottesco proprio tramite uno dei titoli che - con un giovane Luca Barbareschi in un piccolo ruolo - ne hanno accompagnata la conclusione, proposto con una sezione extra comprendente trailer, galleria fotografica e Palermo-New York: Solo andata; ovvero trentuno minuti in cui abbiamo un'intervista radiofonica all'interprete Biagio Pelligra e una filmata al regista Umberto Lenzi, che ripercorre sia l'intero filone - a cominciare da La polizia ringrazia di Steno - che la parte della sua carriera che vi si è legata (in particolare con lo splendido Milano odia: la polizia non può sparare).
Con il succitato Merli nei panni di un commissario deciso a scortare un pentito (Pelligra, appunto) da Palermo agli Stati Uniti per far sì che venga incastrato al processo il potente boss Michele Barresi alias Mario Merola, consegnatosi alla polizia americana fidando nel fatto di rischiare solo una pena pecuniaria e l'espulsione dagli States, un atipico esempio di poliziesco all'italiana.
Atipico, in particolar modo, perché non basato sul classico canovaccio dell'ispettore a caccia di rapinatori e criminali assortiti, ma costruito su una struttura da road movie; rappresentando, a tutti gli effetti, il predecessore datato 1979 di Palermo Milano solo andata di Claudio Fragasso, interpretato ben sedici anni dopo da Raoul Bova e Giancarlo Giannini.

Abuso di potere

Rimanendo sempre all'interno del catalogo CineKult, ma andando indietro di sette anni, troviamo uno degli ultimi lavori registici del direttore della fotografia Camillo Bazzoni, interpretato dal Frederick Stafford protagonista nel 1969 dell'hitchcockiano Topaz.
Qui impegnato nel ruolo del duro commissario Miceli, incaricato d'indagare su cosa si nasconda dietro la morte violenta di un giornalista, avvenuta a Palermo.
Quindi una pellicola che, accompagnata dalla magistrale colonna sonora a firma di Riz Ortolani, molto simile a quella composta dallo stesso per il contemporaneo Non si sevizia un paperino, nonostante l'abbondanza di cadaveri sparsi, tende a basarsi principalmente sui dialoghi; valorizzando la prova dell'ottimo cast, comprendente, tra gli altri, Corrado Gaipa, Franco Fabrizi, Claudio Gora e Ninetto Davoli.
Del resto, si tratta, in realtà, di uno dei precursori del poliziottesco, un noir di denuncia che prende le mosse da Il giorno della civetta di Damiano Damiani per raccontare la criminalità di stampo mafioso e le collusioni tra malavita e politica. Tematiche che Bazzoni aveva già toccato, tre anni prima, nel suo E venne il giorno dei limoni i neri.
Con trailer, galleria fotografica e intervista al produttore Enzo D'Ambrosio quali contenuti speciali.

La morte ha sorriso all'assassino

E, spostandoci dalle giungle d'asfalto alle atmosfere gotiche, è sempre CineKult a proporre quello che, datato 1973 ed ambientato agli inizi del Novecento, la fascetta definisce giustamente "Il primo inquietante incubo del maestro dell'horror Joe D'Amato".
Che si firma, però, con il suo vero nome Aristide Massaccesi per raccontare la vicenda della giovane Greta alias Ewa Aulin, la quale, salvatasi da un incidente in carrozza senza ricordare alcunché, viene ospitata nella dimora di Walter ed Eva, rispettivamente con i volti di Sergio Doria e Angela Bo, finendo per attrarli entrambi morbosamente.
Fin qui, quindi, non sembrerebbe altro che l'ennesimo dramma thriller a tinte erotiche in voga negli anni Settanta; il futuro autore di Buio omega e Antropophagus, però, non solo, con un nutrito cast comprendente anche Klaus Kinski e Luciano Rossi, tira in ballo nel non facilissimo intreccio la tematica dei morti viventi, ma confeziona un mix decisamente atipico di splatter e atmosfere cupe alla vecchia maniera.
Omaggiando in più momenti scrittori del calibro di Howard Philips Lovecraft ed Edgar Allan Poe, da Herbert West rianimatore alle sequenze che citano sia Il gatto nero che il ballo de La maschera della morte rossa, e godendo in particolar modo del lirismo conferito dalle splendide musiche a firma di Berto Pisano (accreditato come Berto Pisani).
Con una sezione extra che, al di là di trailer, galleria fotografica e Sorridere alla morte, ovvero ventiquattro minuti di interviste al regista, al produttore Franco Gaudenzi e a Tony Askin, che nel film interpreta uno zombi, include una traccia rom che consente di sfogliare in formato pdf il dossier dedicato da Nocturno alla carriera del compianto maestro del cinema bis nostrano.

La casa che grondava sangue

Infine, passiamo dall'Italia al Regno Unito con questa pellicola ad episodi diretta nel 1971 da Peter Duffell, che, con still gallery, commento audio del regista e filmografie dei protagonisti Christopher Lee e Peter Cushing a rappresentare la sezione extra del dvd, è sempre CGHV a lanciare nel mercato dell'home video digitale italiano; con il marchio Pulp Video, però.
Trattasi della tipica produzione Amicus strutturata in più storie (lo ricordiamo, è la casa inglese che sfornò anche Le cinque chiavi del terrore e Racconti dalla tomba di Freddie Francis), legate in questo caso dal filo conduttore rappresentato dai racconti che un agente immobiliare fa ad un poliziotto impegnato nelle indagini sulla misteriosa scomparsa di un vecchio attore di film horror dalla casa che aveva preso in affitto.
Nell'ordine, quindi, abbiamo il Denholm Elliott di Indiana Jones e l'ultima crociata nei panni di uno scrittore di gialli ossessionato da uno dei suoi personaggi, a quanto pare divenuto reale.
Poi, prima di trovare Lee in un segmento riguardante una baby sitter alle prese con una bambina dotata di poteri malefici, passiamo per una variante de La maschera di cera che vede protagonista Cushing.
Per concludere con il tassello che, interpretato da Jon Pertwee e dalla Ingrid Pitt di Vampiri amanti ancora una volta in aria di succhiasangue, fornisce la soluzione del caso di cui sopra.
Sceneggia Robert Bloch, autore di Psycho.