Speciale Spider-Man 3

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Speciale Spider-Man 3
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Premessa

Spider-Man è di gran lunga la saga tratta da fumetto di maggior successo. Gli oltre 1.500 milioni di dollari incassati nel mondo dai primi due capitoli a fronte dei 400 spesi per la produzione rendono l’idea della popolarità e del carisma di cui gode l’arrampicamuri.
Ma se è vero che da un Grande Potere derivano Grandi Responsabilità, non sempre da un grande supereroe derivano grandi pellicole. E’ sufficiente prendere in esame recenti trasposizioni ludiche, come l’insipido The Punisher, gli appena sufficienti Fantastici 4, o il saggio di ancheggiamento di Halle Berry che qualcuno ha tentato di spacciarci per Catwoman. Per nostra fortuna, a Spidey ci ha pensato Raimi, che con il suo talento è riuscito a dare ad un grande eroe un film degno delle sue grandi responsabilità.

Spider-Man: Il pre Spider-Man 2

Nonostante i primi due Spider-Man, a detta di critica e pubblico, siano stati indubbiamente film riusciti, è interessante soffermarsi con occhio critico alle scelte operate da Raimi sul proprio modo di approcciarsi allo Spider-Universe, perché, se ne dica quel che si voglia, entrambi i film non sono perfetti. In particolare il primo capitolo ha sofferto di un’eccessiva asetticità, dovuta in gran parte ad una regia ibrida, che non ha saputo dare un’impronta caratteriale al film. Colpa anche del background di Peter Parker tutto da definire. In molti, tra i delusi, hanno biasimato al buon Sam di non aver fatto iniziare la trilogia da un momento intermedio della vita di Peter, sparando botti e scazzottate sin dal primo minuto. Raimi ha infatti optato per un approccio "da zero", come a volerci introdurre, un passo alla volta, nella sua visione di ciò che Spider-Man è. La via virtuosa è anche quella più ostica, soprattutto all’inizio, e il primo risultato è stato un film tutto sommato piacevole ma nulla più. Il guadagno è stato un sequel di gran lunga più profondo e d’impatto, intenso e commovente, di quelli che non si vedevano dai tempi di Terminator 2.

Spider-Man 2: Un eroe che soffre di vertigini

Dove SM è da considerare come un antipasto, Spider-Man 2 è la prima vera portata. Peter ora vive da adulto, con i suoi doveri, le sue responsabilità. Ha dovuto scegliere, e ha scelto sacrificando l’amore sull’altare di valori umani superiori. Ma Peter è in fin dei conti solo un ragazzo che si affaccia alla vita, un supereroe che lava il suo costume in una lavanderia a gettoni, e il peso di una tale missione inizia ben presto a schiacciarlo, facendogli perdere coscienza di sé, di cosa deve fare. Ciò che ha deciso in fondo è stato frutto del senso di colpa generato dalla morte di zio Ben, di cui lui stesso si sente responsabile, più che di una visione globale superiore, tipica di altri supereroi. Capisce che il quel modo non può funzionare, che un eroe che non sa mettere pace nel proprio animo non è in grado di portare la Pace nel mondo reale. Vuole solo essere ciò che lui ha deciso di essere, non ciò che un altro vuole che lui sia. E in risposta a ciò i poteri di ragno si fanno sempre più deboli, le diottrie tornano a salire. La forma del corpo riflette quella dell’animo, e Parker torna un ragazzo come tanti, con in testa l’università, le ragazze, gli amori. Ma la tregua non dura a lungo, e il destino si ripresenta impietoso, mettendolo di fronte a problemi che aveva giurato di essersi lasciato per sempre alle spalle. L’amore, che in un primo momento aveva scacciato, ora è tornato da lui, offrendogli sia ciò di cui lui aveva bisogno, sia il mezzo per raggiungerlo.
Ma ancora una volta Raimi non si accontenta, e ci lascia con un finale all’agrodolce, e non mi riferisco alla sequenza del dialogo di Harry con il defunto padre: è sufficiente osservare lo sguardo di Mary Jane nell’ultima sequenza per capire che i veri problemi, semmai, non sono ancora iniziati.

Spider-Man 3: siete pronti per lo slancio finale?

Ora tutti sanno tutto di tutti. Harry e MJ conoscono la doppia identità di Peter, con tutte le ovvie conseguenze. A complicare le cose ci pensa Flint Marko, il quale sembra essere il diretto responsabile della morte di zio Ben. Peter brama vendetta, e appena ne ha modo affronta Flint che, reduce da un esperimento in cui è stato suo malgrado coinvolto, ha acquisito poteri che gli fanno assumere caratteristiche tipiche della sabbia. Colto di sorpresa Spider-Man si troverà subito in netta inferiorità, ma la vendetta è un qualcosa che non attende, nè accetta compromessi, la vendetta è come un veleno. Offuscato da essa, Peter entrerà a contatto con il simbionte (nome preso in prestito dal fumetto, non è ancora stato chiarito come verrà chimato nel film), una sostanza fluida nera con presunte capacità senzienti, che si unisce con Spidey potenziandone i poteri, ma mettendolo anche a contatto con la parte più oscura di sé. Di colpo quell'umanità e quello spirito di sacrificio che lo avevano sempre contraddistinto verranno meno, inducendolo a privilegiare il proprio ego su tutto. Persino MJ sembrerà non godere più delle attenzioni esclusive del nostre eroe, a tutto vantaggio della neo comparsa Gwen Stacy.
La vera battaglia, si svolgerà all'interno.

Essere o non essere. Venom.

E' senza dubbio uno dei villain più rappresentativi e affascinanti. Dove Spider-Man rappresenta l'umanità e l'altruismo, Venom è senza dubbio icona di malvagità e di vendetta.
Il contrasto speculare tra i due è palese: oltre a Peter infatti un altro ragazzo, Eddie Brock, sarà chiamato ad affrontare il suo lato oscuro, con esiti tutt'altro che positivi. Eddie si presenta sin da subito come un personaggio all'apparenza molto simile a Parker; anche lui giornalista al Bugle, sembra entrare in competizione con Peter dalle primissime battute. Da quanto mostrato sin ora (ma che è comunque pura congettura, è bene ricordarlo) la vera rottura tra i due avverrà per via di un presunto scoop che Eddie realizza a spese dell'arrampica muri. Ma le cose per lui sembrano non andare per il verso giusto, e nel momento di buoi più totale Brock si ritroverà di fronte allo stesso bivio di Peter: contrastare l'oscurità, o esserne inghiottito. Sfortunatamente per lui sarà quest'ultima la sua scelta, creando Venom e completando così il quadro di perfetta antitesi dell'eroe.
E' curioso notare come Raimi fosse assolutamente restio ad includerlo nella sceneggiatura, ritenendolo inadatto allo sviluppo che voleva dare alla trama; è stato grazie alle pressioni della produzione se alla fine si è ricreduto. Una volta tanto la scelta di seguire i gusti del pubblico a scapito dei propri potrebbe essere la salvezza della pellicola, piuttosto che la sua rovina. Venom da infatti la possibilità allo spettatore di vivere una sorta di "What if?", ovvero il trionfo dell'io egoista a discapito della figura dell'eroe. Un evento così raro nei buonistici film-fumetto, ma spaventosamente frequente nel mondo reale.
C'è forse molto più Venom che Spider-Man in ognuno di noi, ed è proprio questo a renderlo così umano e rivoltante, mostruoso e commovente al tempo stesso.

La miglior conclusione possibile

Gli spunti offrono enormi margini di sviluppo, le idee ci sono, e il talento per metterle a frutto non manca. Cosa ci impedisce allora di definire Spider-Man 3 un capolavoro annunciato? Il film tanto per cominciare. Proprio per via dell'enorme mole di storie e personaggi in ballo, SM3 corre il rischio di risultare, almeno in alcuni punti, sbrigativo. In molti sostengono che il problema non si ponga, che alcuni personaggi/villain potrebbero esser messi da parte o morire poco dopo la loro comparsa. No. Io chiedo un film all'altezza dei precedenti. La grandezza indiscussa dei primi due capitoli è stata anche quella di dare credibilità ad ogni cattivo: nessuno lo era e basta. Tutti ci vengono mostrati all'apice delle loro vite, con le loro aspettative, i loro sogni. E poi c'è la caduta. Proporre dei nemici con una caratterizzazione approssimativa potrebbe essere il vero tallone d'Achille del capitolo conclusivo, una caduta di stile che a mio avviso non ci si può permettere.
Non resta che avere fede nelle sapienti mani del buon Sam, concedendogli tutta la fiducia che spetta ad uno degli ultimi registi che ancora fa film per passione.

Spider-Man 3 Ringrazio tutto il network EveryEye, ed in particolare Lucilla "Lulu" Grasselli per avermi concesso la possibilità di scrivere questo articolo, e Luigi "Genocide" Cristiano, per i consigli e gli approfondimenti riguardo il mondo di Spider-Man.

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