Speciale Speciale Halloween

Riscopriamo ad Halloween alcuni classici del cinema horror!

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Qualche tempo fa, in occasione di un omaggio al re dei b-movie Roger Corman tenutosi presso la trentesima edizione del Fantafestival, ci fu modo di parlare su queste pagine de Il pozzo e il pendolo, L'uomo dagli occhi a raggi x e I maghi del terrore, riscoperti su dvd insieme a La piccola bottega degli orrori.
L'uscita su disco de La maschera della morte rossa, altro lungometraggio cormaniano, e, soprattutto, l'interesse dimostrato negli ultimi tempi dall'home video nei confronti della riproposta in digitale di vecchi titoli di fantascienza e dell'orrore che spesso non potettero godere neppure di una edizione in vhs, ci porta ora a tornare sull'argomento, grazie in particolar modo a veri e propri oggetti del desiderio (per i collezionisti irriducibili, ovviamente) finalmente disponibili su dvd per merito di etichette come la Sinister Film e la Mosaico Media.

La maschera della morte rossa

Ribellatisi alla tirannia del principe Prospero (Vincent Price), il quale vive in un castello dell'Italia meridionale nelle cui stanze, ognuna di colore diverso, intrattiene rapporti con Satana in persona dedicandosi al culto demoniaco, due popolani vengono catturati e condannati a morte. Francesca (Jane Asher), rispettivamente figlia e fidanzata dei due, ne chiede la grazia, ma il despota, crudelmente, gliela concede per uno solo.
Su sceneggiatura dei fidi Charles Beaumont (Sepolto vivo) e R. Wright Campbell (Adolescente delle caverne), Corman firma la sua sesta riduzione - datata 1964 - dalle opere letterarie di Edgar Allan Poe, attingendo questa volta sia da Hop-frog che dal racconto da cui il film prende il titolo.
Come già accennato in occasione della recensione del dvd de Il pozzo e il pendolo (1961), il cineasta di Detroit, a differenza dei contemporanei colleghi della britannica Hammer Film, non privilegia l'azione, ma punta soprattutto sulle performance di un gigioneggiante Price e sulla notevole cura estetica, qui impreziosita dall'eccellente fotografia ricca di colori a firma di Nicolas Roeg, futuro regista di A Venezia... un dicembre rosso shocking (1973) e L'uomo che cadde sulla Terra (1976).
Paradossalmente, quindi, i suoi horror, caratterizzati da un'impostazione quasi teatrale, finiscono per sembrare più inglesi dei Dracula e Frankenstein di Terence Fisher e Freddie Francis. E non fa eccezione questo, la cui bellezza è racchiusa in particolar modo nella parte finale, tra una affascinante danza di morte e momenti che lasciano tranquillamente intuire una certa influenza bergmaniana.
Con immancabile introduzione del trash director Luigi Cozzi, il dvd edito da Sinister Film include nella sezione extra, accanto al trailer originale, anche i titoli di testa e di coda alternativi, sebbene ciò non venga riportato sulla fascetta.

Le vergini cavalcano la morte

Moglie di Karl Ziemmer (Espartaco Santoni), insieme al quale vive in un castello che domina un piccolo borgo solitario, Erzebeth (Lucia Bosé) scopre, tramite un'anziana balia (Ana Farra) dai magici poteri, che il solo contatto con il sangue delle vergini è capace di renderle più giovane e fresca la pelle. Ovviamente, a partire da quello della serva Irina (Raquel Ortuño), è una serie di omicidi ai danni di giovani illibate a conseguire in questa pellicola in costume del 1973 che si basa sulla figura della sanguinaria contessa ungherese Erzebeth Bathory, già portata sullo schermo, due anni prima, nell'horror della Hammer La morte va a braccetto con le vergini di Peter Sasdy.
In questo caso, con la Ewa Aulin de La morte ha sorriso all'assassino (1973) inclusa nel cast e una notevole cura sia per quanto riguarda le scenografie che i costumi, è lo spagnolo Jorge Grau - autore un anno dopo anche dello splendido zombesco Non si deve profanare il sonno dei morti - a firmare la regia, lasciando tranquillamente leggere tra le immagini una certa metafora-critica alle negative conseguenze della sete di potere.
Sete qui associata in particolar modo a quella di liquido rosso, per un prodotto di sicuro non eccelso, ma che risulta qualitativamente superiore rispetto a molte altre opere iberiche dello stesso genere sfornate all'epoca.
Distribuito a suo tempo in vhs dalla Avofilm e divenuto con il passare degli anni piuttosto raro, è la Mosaico Media a riscoprirlo su dvd.

La vendetta del ragno nero

Recatasi sul luogo in cui suo padre è rimasto vittima di un incidente stradale, Carol (June Kenney) s'inoltra insieme al fidanzato Mike (Eugene Persson) in una grotta, imbattendosi in un ragno di dimensioni gigantesche che, annientato poi tramite un intervento della polizia con tanto di insetticida, viene trasportato, apparentemente morto, nella scuola del paese con il fine di sottoporlo ad esami scientifici.
Tra i pochi film di Bert I Gordon - soprannominato Mr Big a causa della sua propensione a realizzare pellicole incentrate su esseri giganti - giunti in Italia, Earth vs the spider (come s'intitola in patria il lungometraggio), girato in bianco e nero nel 1958, si riallaccia al filone inaugurato tre anni prima da Tarantola di Jack Arnold, il quale annoverava nel cast addirittura un giovane Clint Eastwood.
Confezionato in maniera piuttosto artigianale, risulta decisamente movimentato, soprattutto nel corso della prima parte, pur trasmettendo l'impressione che, agli occhi dello smaliziato spettatore d'inizio terzo millennio, l'intrattenimento sia dovuto per lo più alle ingenuità tipiche dei b-movie degli anni Cinquanta, individuabili sia nelle situazioni che nei dialoghi.
Al tutto, però, giova la non eccessiva durata (70 minuti circa), la quale contribuisce a rendere meritevole di una riscoperta questa chicca il cui dvd targato Sinister Film, nella sezione dedicata ai contenuti speciali, include il trailer, una galleria fotografica e un'intervista audio a Samuel Z. Arkoff, fondatore della mitica American International Pictures.

Tortura

Scritturata dal suo compagno e regista Hamdias (Roland Bertin) per interpretare un film di denuncia sulle torture inflitte ai presunti terroristi nel corso della guerra in Algeria, la giovane attrice Galai (Olga Karlatos), servendosi di registrazioni audio effettuate durante le sevizie, pratica su se stessa le atroci violenze al fine di rendere più realistica possibile la sua performance, fino a confondere la realtà con la finzione.
Seppur tutt'altro che privo d'immagini forti e disturbanti, il film diretto nel 1976 dal regista di origini africane Nikos Papatakis, che vede protagonista la Karlatos poi trafitta nell'occhio tramite trave di legno nel fulciano Zombi 2 (1979), non è propriamente un horror, ma un rarissimo dramma a sfondo politico che ritroviamo oggi in dvd grazie a Mosaico Media, la cui copia riporta curiosamente quale titolo di testa La tortura.
Un dramma a sfondo sociale che sguazza tra violenze fisiche e psicologiche, con Galai che, facente parte insieme al proprio amante di un movimento sovversivo, si vede costretta, nel tentativo di ricongiungersi al marito, ad attuare una fuga contrassegnata da umiliazioni e tradimenti.
Fino all'imprevedibile epilogo di un'opera ricca di simbologie e che non sembra celare neppure una certa denuncia nei confronti dell'ipocrisia legata agli intellettualismi borghesi.

Il mostro dell'astronave

1968. Il colonnello Edward Carruthers (Marshall Thompson), unico elemento ritrovato di un equipaggio statunitense inviato su Marte per cercare prove dell'esistenza di vita, viene fatto salire a bordo di una nave spaziale capitanata da Van Heusen (Kim Spalding), il quale ha l'ordine di arrestarlo e condurlo davanti alla corte marziale perché tutti credono sia stato lui ad uccidere gli altri per impadronirsi dei viveri; ma la realtà dei fatti è decisamente più mostruosa.
D'ambientazione futuristica, considerando che è stato girato nel 1958, il film del prolifico Edward L. Cahn - autore anche degli zombie-movie Il segreto di Mora Tau (1957) e Assalto dallo spazio (1959) - sfrutta la vecchia astronave di Volo su Marte (1951) di Lesley Selander per ambientarvi una vicenda a tinte horror che, in fin dei conti, si limita soltanto a riproporre il plot già alla base de La cosa da un altro mondo (1951), il quale, però, si svolgeva all'interno di una base artica.
D'altra parte, anche la sanguinaria creatura extraterrestre, che cammina su due gambe come qualsiasi essere umano, ricorda non poco quella protagonista della pellicola di Christian Nyby e Howard Hawks, rispetto alla quale, però, questa di Cahn, tanto godibile quanto breve (siamo sui 66 minuti circa), sembra avere il privilegio di rientrare tra le principali fonti d'ispirazione del successivo Alien (1979) di Ridley Scott.
Edito da Sinister Film, il dvd è corredato di trailer originale, galleria fotografica e solita introduzione di Luigi Cozzi nella sezione extra.

Le notti erotiche dell'uomo invisibile

Il dottor Garondet (Paco Valladares) viene invitato per una visita nel famigerato castello del professor Orloff (Howard Vernon), il quale sta studiando un modo per creare un essere umano intelligente, obbediente e, soprattutto, invisibile. In verità, il professore ha convocato il dottore perché è convinto che sua figlia sia pazza e bisognosa di cure, mentre è proprio la creatura invisibile, ben lungi dall'essere docile, a dare non pochi problemi in quanto desiderosa di appagare i bassi istinti.
Conosciuto anche come Morte invisibile (titolo nell'edizione vhs distribuita a suo tempo dall'Antoniana Film), il lungometraggio diretto nel 1971 dal francese Pierre Chevalier si rifà in maniera evidente alle pellicole di Jesus Franco, dal quale non solo recupera il personaggio di Orloff, ma lo fa addirittura incarnare allo stesso Vernon che, a partire dal primissimo Il diabolico dottor Satana, firmato dieci anni prima dal prolifico cineasta iberico, lo ha più volte interpretato.
E, con il Fernando Sancho de La cavalcata dei morti senza occhi (1973) incluso nel cast, è in particolar modo l'idea di miscelare le tematiche fantastiche all'eros a rimandare al cinema dell'autore di Una vergine tra i morti viventi (1973); mentre l'esile soggetto, giostrato prevalentemente in lugubri interni, concede in realtà spazio alle violente imprese sessuali del mostro invisibile (questa volta dalle fattezze scimmiesche) su nudissime fanciulle soltanto durante gli ultimi minuti di visione di questo dvd edito da Mosaico Media.

Un angelo per Satana

Una serie di drammatici eventi si susseguono dopo che Harriet (Barbara Steele), tornata nella sua villa, ha ordinato di ripescare dal lago una statua di due secoli prima che, raffigurante la sua antenata e sosia Maddalena, sembra portare con sé la maledizione della strega Belinda, all'epoca follemente gelosa della donna e sprofondata nell'acqua insieme alla scultura.
Mentre Anthony Steffen alias Antonio De Teffe veste i panni dello scultore Roberto Merigi, chiamato a restaurare la statua e di cui Harriet s'innamora, sono presenti anche Claudio Gora e un Mario Brega ancora lontano dai ruoli di borgataro verdoniano in questa pellicola in bianco e nero del 1966 che, dopo il precedente La cripta e l'incubo, di due anni prima, segna il ritorno al gotico per Camillo Mastrocinque, regista dedito quasi esclusivamente alla commedia e, in particolar modo, ai film interpretati da Totò.
Tra cupe atmosfere e tematiche sessuali che, non esplicitamente sfoggiate, si lasciano avvertire, il prodotto finale non eccelle e non rientra di sicuro tra i migliori del filone, ma rimane comunque efficace e confezionato con una discreta professionalità.
Con titoli di testa alternativi e introduzione di Luigi Cozzi nella sezione riservata ai contenuti speciali del dvd targato Sinister Film.

The evil-Le radici della paura

Acquistata un'enorme dimora isolata e rimasta invenduta da decenni a causa delle storie di fantasmi che la riguardano, una coppia di scienziati decide di attuare i primi lavori di ristrutturazione per trasformarla in clinica aiutata da un tecnico specializzato e da un gruppo di amici ed ex studenti.
Ovviamente, non tardano a farsi vive visioni fantasmagoriche in questo horror datato 1978 che, con Richard"colonnello Trautman di Rambo"Crenna nel cast, si costruisce in maniera tutt'altro che distante da quella che caratterizza i titoli appartenenti al filone slasher.
In meno di ottanta minuti di visione, infatti, il regista Gus Trikonis - in seguito dedicatosi quasi esclusivamente al piccolo schermo - passa da una morte all'altra, tra uomini carbonizzati e una vittima uccisa dalla scossa elettrica; senza dimenticare una donna azzannata al collo da un cane (si tratterà di omaggio all'argentiano Suspiria?)
Il risultato finale, quindi, è un prodotto nella media che, però, ha il merito di aver anticipato tutto il filone delle case maledette, a partire dal tanto osannato Amityville horror di Stuart Rosenberg, giunto soltanto l'anno successivo.
Oltretutto, il dvd edito da Mosaico Media rappresenta l'esordio nel mercato dell'home video italiano per il film, che, a quanto pare, non venne mai distribuito neppure in vhs.

Danza macabra

Recatosi presso un club per intervistare lo scrittore di storie dell'orrore Edgar Allan Poe (Silvano Tranquilli), il giornalista inglese Alain Foster (Georges Rivière) accetta per cento sterline di passare la notte del 2 novembre nel tetro castello di Lord Blackwood (Umberto Raho).
Immerso nello splendido bianco e nero della fotografia di Riccardo Pallottini, si basa su questa semplicissima idea di partenza quello che, datato 1964, non solo possiamo giudicare il capolavoro assoluto di Antonio Margheriti, ma rimane di sicuro uno dei migliori horror italiani della storia del cinema.
Un gotico in bianco e nero che, all'avanguardia sia per quanto riguarda le scelte di regia che delle inquadrature, si costruisce sulla bella sceneggiatura di Giovanni Grimaldi e Sergio Corbucci (anche regista di alcune scene), la quale si basa sull'efficace, progressiva entrata in scena dei misteriosi personaggi che il protagonista incontra all'interno della lugubre dimora, a partire dalla Elizabeth interpretata dall'immancabile Barbara Steele.
Quindi, senza dimenticare una certa dose di erotismo e perfino nudi femminili piuttosto audaci per l'epoca, è attraverso la cupa atmosfera e il susseguirsi di rivelazioni che l'attenzione del tutt'altro che annoiato spettatore viene catturata da Margheriti, il quale diresse sette anni dopo anche un meno riuscito remake del film: Nella stretta morsa del ragno.
Con sezione extra del dvd Sinister Film costituita da trailer, titoli di testa francesi e inglesi e introduzione di Luigi Cozzi.