Shrek e vissero felici e contenti, in prima serata il quarto capitolo della saga

In Shrek e vissero felici e contenti l'orco cade vittima dell'inganno di Tremotino e si ritrova in una realtà in cui non è mai esistito.

Shrek e vissero felici e contenti, in prima serata il quarto capitolo della saga
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Sono ormai sette anni che l'orco verde di casa Dreamworks non vive nuove avventure sul grande schermo: è infatti del 2010 Shrek e vissero felici e contenti, ultimo capitolo ad oggi in attesa dell'annunciato come-back della saga nel 2019. E nonostante l'ennesimo grande successo di pubblico ottenuto nuovamente da questo terzo sequel, non è difficile comprendere i motivi della lunga assenza visto che il film, riprendente dal punto di vista narrativo il leit-motiv di un classico di tutti i tempi quale La vita è meravigliosa (1946), palesa nei suoi scarsi novanta minuti di visione un'evidente stanchezza di idee che già era presente, in dosi minori, nel precessore. La storia inizia con Shrek, ormai padre di tre piccoli e pestiferi orchetti, stanco del tram-tram matrimoniale e voglioso di tornare, almeno per un giorno, la creatura terrorizzante di un tempo. Il suo desiderio viene espresso dal perfido Tremotino che, in cambio dell'esaudimento, chiede un giorno della sua esistenza. Firmato senza porsi troppe domande l'ingannevole contratto, Shrek si ritrova in una nuova realtà nella quale non è mai esistito e in cui l'intero regno di Molto molto lontano è ora governato proprio dall'infame doppiogiochista; l'unico modo per riavere indietro la sua vecchia vita sarà ottenere un bacio dal suo vero amore, ma Fiona (che non ha alcun ricordo di lui) è ora a capo di un esercito di orchi pronto a sfidare la tirannia di Tremotino.

Non c'è tre senza quattro

La magia si è definitivamente persa e non basta qualche sussulto a riportare il franchise ai suoi primordiali albori. Shrek e vissero felici e contenti (in onda alle 21.10 su ITALIA 1) è un film d'animazione come tanti altri, sbiadito erede dei precedenti che prosegue per inerzia nel raccontare una vicenda che, tolto l'incipit citazionista capace in teoria di offrire interessanti divagazioni narrative, si sdraia su stereotipi banali e privi di personalità. Anche le variazioni subite dai vari personaggi, con il Gatto con gli stivali visibilmente sovrappeso e una Fiona quale combattiva leader, all'interno di questa realtà del paradosso non posseggono la giusta inventiva per creare variazioni e sorprese di sorta, trainando la storia verso il prevedibile happy ending senza colpi di scena degni di tal nome. Se la qualità tecnica e visiva si perfeziona su livelli di ulteriore eccellenza, è proprio il cuore emotivo del racconto a venir meno, qui per altro nemmeno accompagnato dal minimo indispensabile di citazioni, cinefile o favolistiche che si voglia, e privo di un villain di spessore: il subdolo Tremotino infatti non è altro che un'anonima macchietta che fa rimpiangere e non poco i suoi più accattivanti predecessori. E così a mancare è quel senso di bonario spettacolo per tutte le età che era lecito attendersi, qui schiavo di scelte stilistiche e di scrittura stagnanti su una medietà del filone che non rende onore al protagonista e ai suoi iconici compagni d'avventura.

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