Quasi amici, in prima serata la commedia cult francese

Un ricco tetraplegico assume un badante senegalese in Quasi amici, commedia francese di grande successo con Omar Sy e François Cluzot.

Quasi amici, in prima serata la commedia cult francese
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Qual è stata la ragione del grande successo di pubblico di Quasi amici, secondo film più visto di sempre ai botteghini francesi e capace di sfondare diversi record quale film d'Oltralpe più redditizio all'estero, Italia inclusa? Sicuramente la vicenda narrata, ispirata ad una storia realmente accaduta, si prestava perfettamente a conquistare l'attenzione del grande pubblico generalista con quel mix di commedia e dramma capace di sviscerare tematiche contemporanee all'interno di una lineare e accomodante messa in scena. Il rapporto tra il ricco tetraplegico Philippe Pozzo di Borgo, costretto da anni su una sedia a rotelle, e il badante senegalese Driss, abitante nei quartieri poveri di Parigi, è la forza istintiva su cui si regge l'intero costrutto, con il primo che ritrova la voglia di vivere proprio grazie all'arrivo del suo nuovo aiutante, elemento estraneo alla placida e deprimente quotidianità dell'ambiente snob che lo circonda.

Gli opposti si attraggono

Una tipica produzione pensata per funzionare sul piano prettamente commerciale ma priva di grandi meriti artistici: Quasi amici (in onda stasera alle 21.10 su CANALE 5) fa quel che deve senza troppi sforzi, cercando di sfruttare al meglio le furberie di una vicenda che si propone di equilibrare al millisecondo risate ed emozioni. Il film diretto da Olivier Nakache e Éric Toledano opta per un unpolitically-correct all'acqua di rose, con battute sarcastiche sulla condizione del magnate confinato sulla sedia a rotelle, trovando proprio nelle accentuate diversità tra i due protagonisti, provenienti da due mondi opposti, i classici ingredienti da buddy-movie. Gag, battute e siparietti non mancano di divertire in più occasioni ma sono figli di una retorica solo apparentemente nascosta che, tra scontati riferimenti alle difficoltà dell'integrazione e risvolti etici sul significato dell'esistenza, con tanto di sottotrama romantica a suggellare l'epilogo, si rivelano infine quanto mai forzati e prevedibili. I toni ricattatori sono così sempre in agguato anche, o meglio soprattutto, nei momenti più liberatori, come quando Philippe e Driss decidono di lanciarsi in volo su dei deltaplani, una tra le tante scene madri delle due ore di visione. Va detto che, nonostante questa messa in scena "piaciona" e telefonata, l'operazione ha comunque dei punti di forza, a cominciare dall'empatica alchimia tra i due protagonisti, i cui caratteri complementari trovano nelle ottime performance di Omar Sy e François Cluzot una grande ed istintiva carica magnetica: il primo sempre con la battuta pronta e il secondo magistrale nel rendere pulsante un ruolo immobile solo attraverso la mimica facciale. Ciò che rimane è quindi un piacevole film passatempo, troppo poco "cattivo" per lasciare il segno e con l'evidente intento di piacere ad un pubblico il più eterogeneo possibile ma più che ligio ai suoi obiettivi di partenza.

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