Quando il potere è donna: undici ruoli femminili che bucano lo schermo

Nonostante la massiccia presenza di attori maschili a Hollywood, idolatrati e mitizzati, ecco undici donne che sono riuscite a lasciare un segno unico.

Quando il potere è donna: undici ruoli femminili che bucano lo schermo
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Nel cinema americano il genere di un film è sempre stato una sorta di promessa implicita fatta allo spettatore. Sia John Wick che Arma Letale ci regalano una lunga serie di esplosioni e colluttazioni esattamente a tre quarti della pellicola, ad esempio. In una commedia romantica, come possono essere Harry ti Presento Sally o C'è posta per te, il tira e molla tra i due protagonisti si conclude inevitabilmente negli ultimi minuti. Nel film dell'orrore è vietato fare sesso, pena la morte. C'è stato un momento del cinema americano in cui i generi hanno cominciato a collassare su se stessi, a danzare tra loro e dare vita a ibridi, figli della rivoluzione culturale di certi autori che negli anni ‘70 avevano vent'anni o poco più. Stiamo parlando della Nuova Hollywood, quella sorta di Nouvelle Vague a stelle e strisce che si è conclusa con la nascita del blockbuster moderno. La rivoluzione dei generi è stata anche una rivoluzione sessuale, nel senso che, finalmente, i film americani hanno cominciato a popolarsi di eroine. Una roba che d'altronde s'era vista poco anche in Europa (facciamo un po' di dovute eccezioni, germinale fu Monica vitti ne La ragazza con la pistola).

Generi ed eroine

A proposito di generi ed eroine, uno dei maggiori esponenti del genere ibrido è Dal Tramonto all'Alba. Tutti si ricordano la netta divisione tra un ipotetico primo e un secondo tempo: da una parte il crime road movie con i due indimenticabili fratelli Gecko, dall'altra l'horror vampiresco che deflagrava dalla pellicola da un momento all'altro, lasciandoci ogni volta spaesati. La cosa interessante era che la pellicola ti concedeva il tempo di pensare fosse un film convenzionale, prima di buttarti altrove. Quello che sorprende di quel film, ancora oggi, è come illuda lo spettatore. La coppia Tarantino-Rodriguez gioca con i presupposti declinando un film al maschile, ambientato in un mondo dominato da eroi un po' cowboy e - di contro - con personaggi femminili oggettini sessuali quasi a fare da vetrina per lo spettatore. Nella realtà dei fatti il film si spezza in due a causa della figura femminile di Santanico Pandemonium: Salma Hayek sottomette sessualmente la platea, per aprire le danze al baccanale orrorifico della sua razza. Ma soprattutto è Juliette Lewis che si scoprirà eroina e final girl, in un mondo dove i maschi muoiono, uno dopo l'altro, sotto atroci sofferenze. Qualche tempo fa una critica sul Guardian faceva notare che Gal Gadot in Wonder Woman è un punto di partenza, ma che il cinema d'azione ha ancora molta strada da fare per liberarsi dal maschilismo. L'autrice probabilmente ha ragione, l'industria del cinema contemporaneo soffre di un certo maschilismo neanche troppo velato ma, possiamo dirlo a colpo sicuro, il filo che porta a Gal Gadot, guardando verso il passato, è costellato di eroine difficilmente dimenticabili. E molte di queste sono figlie del rinascimento culturale nell'industria dei seventies.


Heather Langenkamp in Nightmare (I-II-VII)

Nancy Thompson è la tipica ragazza americana della periferia, figlia del cinema degli eighties: va a scuola, indossa abiti rosa di dubbio gusto e ha un bel ragazzo. La sua vita cambia quando si accorge dell'esistenza di una creatura maligna che vive nei sogni degli uomini, assetata di vendetta e guidata dall'odio. Immaginiamo non sia necessario raccontare in tale sede la trama del primo Nightmare. Nel film assistiamo a scene à là McGyver, nelle quali la protagonista assesta trappole e costruisce armi in vista dello scontro finale con Krueger. A differenza di tante ragazze definite final girl, ovvero le protagoniste del tipico horror all'americana che rimanevano per ultime a sfidare il male di turno, Nancy ha un'idea chiara: piuttosto che fuggire e rimanere simbolicamente pura, vuole sopravvivere ed eliminare fisicamente il mostro.

Michelle Rodriguez in Machete

In un film dominato da una delle icone action degli ultimi anni, spicca Michelle Rodriguez nelle vesti di Luz, paninara alla luce del sole ma in verità guida e leader di un movimento di sostegno agli immigrati messicani che vogliono raggiungere gli USA. La Rodriguez è probabilmente la badass per eccellenza dell'action movie contemporaneo, anche fuori dalle scene. Proprio di qualche giorno fa sono le sue critiche alla saga di Fast and Furious, accusata di aver messo da parte le figure femminili, con le quali ha minacciato di lasciare la serie per protesta.

Jodie Foster ne Il Silenzio degli Innocenti

Il personaggio interpretato dalla Foster, Clarice, è probabilmente uno dei volti più iconici del cinema anni novanta. Quello che rende Clarice indimenticabile non ha bisogno di essere spiegato: gestisce il rapporto con Hannibal Lecter. La psichiatra nel film è succube del proprio passato, sotto forma di allucinazioni e di giochetti mentali di Lecter. Come se non bastasse, c'è Buffalo Bill al quale dare la caccia, il killer delle giovani donne. È un film fisico, angosciante, nel quale, alla faccia del sesso debole, Clarice splende di forza e carattere.

Linda Hamilton in Terminator 2

Sarah Connor è l'equivalente maschile del mito del superuomo americano, quello degli anni in cui uscì la pellicola. A chiarircelo è la scena nella quale si allena tenendosi appesa al letto rovesciato, durante la sua fuga dall'ospedale psichiatrico. Poco dopo ammazzerà di botte i suoi aguzzini, spezzerà il braccio al dirigente dell'ospedale e si incontrerà con il Terminator. Ciò che colpisce di un'attrice come Linda Hamilton è di essere una spaccaculi senza subire l'ossessione dell'occhio del regista (Michael Bay e Megan Fox, parliamo di voi due), e si può considerare Sarah Connor il personaggio femminile più intimidatorio della classifica. Poi questo non vuol dire che non ci sia comunque un erotismo sfrenato, nel tenere la sigaretta in una mano e un fucile semi automatico nell'altra.

Geena Davis e Susan Sarandon in Thelma and Louise

C'è chi dice che Thelma and Louise sia l'ultimo grande film sulle donne. Forse è vero, perché tra rapine, omicidi e guide in stato di ebbrezza le due protagoniste si sono fatte amare da un'intera generazione di ragazze che, finalmente, esigevano un cambio di vedute su quello che poteva essere un road movie da un finale indimenticabile.


Carrie Fisher in Star Wars

Potremmo averla citata per il semplice fatto che, tanti della nostra generazione, si sono perdutamente innamorati della Leader della ribellione. Ma pensiamoci un attimo. In una galassia (lontana lontana) dominata da samurai dotati di poteri magici, killer spietati e mostri grandi quanto un meteorite lei è quella che ruba i piani segreti della Morte Nera al paparino e che, ne Il ritorno dello Jedi, si permette anche di fare il mazzo al re dei mercenari, Jabba the Hutt.

Hilary Swank in Million Dollar Baby

Oggi ce la siamo un po' dimenticata, ma il soggetto in questione si è portato a casa due Oscar per due interpretazioni memorabili. Prima della statuetta di Million Dollar Baby ci fu quella per aver interpretato un transgender circondato dai mali della periferia americana in Boys don't cry. In Million Dollar Baby Hilary ha il momento più alto della sua carriera da attrice, diretta dall'occhio esperto di Clint Eastwood. Il grande regista, cowboy anche dietro la macchina da presa, dirige una storia nella quale un burbero allenatore di boxe decide di allenare per la prima volta un'atleta di sesso femminile, stupito positivamente dal suo caratteraccio tutto d'un pezzo. Il film va avanti nei modi più tragici, ma il personaggio di Maggie col suo fisico androgino, lo sguardo di ferro e altrettanto carattere è tra i boxer più famosi del cinema, poco sotto Rocky Balboa.

Isabelle Huppert in Elle

Elle è la ragazza più recente del circondario. In realtà non è propriamente una ragazza, ma una sensuale signora in grado di piegare il mondo maschile ai suoi piedi. Per chi non l'avesse visto, Elle è l'ultimo capolavoro di Paul Verhoeven: storia di una dirigente di una software house di videogiochi la cui vita cambia il giorno in cui viene stuprata in casa da un estraneo. Inaspettatamente, il film assume i canoni di un revenge movie totalmente grottesco e dominato dagli istinti sessuali della protagonista.


Sigourney Weaver nei film di Alien

Probabilmente una delle badass per eccellenza. A proposito dei rinnovamenti dei generi di cui parlavamo nell'introduzione, Scott da autore ribelle ristruttura l'horror e le sue regole, e lo veste dei panni di un action. Dove qualsiasi uomo sarebbe finito a piangere come un bambino e a bagnarsi le mutande, nello spazio, dove nessuno può ascoltarti urlare, a Ripley basta una canotta e un fucile per sopravvivere. Un critico descrisse Alien come un rape movie con vittime maschili e, tra scenografie sessualizzanti di freudiana memoria, Ripley ne esce fuori come la prima vera eroina del Cinema d'azione.

Uma Thurman in Kill Bill

Non solo eroina e icona cinematografica del nuovo millennio, ma probabilmente la Sposa è una delle figure pop più importanti di sempre. Tarantino la veste in modi sempre diversi, indimenticabile con la tuta gialla di Bruce Lee de L'ultimo combattimento di Chen. E poi c'è di mezzo il pulp, il black power, il western, Uma Thurman incanala le istanze cinematografiche di un irrequieto cinefilo. Ma, al di là di tutto questo, Kill Bill è la storia di una donna che in nome del proprio diritto di amare una figlia è pronta a eliminare fisicamente un intero esercito di banditi. Tutto qui, né più né meno.