Speciale Peter Parker/Spider-Man: i due volti del ragno

Scopriamo Peter Parker, l'uomo sotto la maschera di Spider-Man

Speciale Peter Parker/Spider-Man: i due volti del ragno
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Volteggia nei cieli di New York tra un grattacielo e l'altro, sventando i piani criminali più astuti con sagacia, intelligenza e impareggiabile destrezza: è Spider-Man, uno dei supereroi più famosi e amati di sempre, sotto la cui maschera si cela l'identità giovane Peter Parker.
Nato dalla penna e dalla sterminata fantasia di Stan Lee e Steve Ditko nel 1962, ormai da cinquant'anni è l'idolo incontrastato di generazioni di ragazzini...e adulti, cresciuti leggendo i suoi comics ma anche guardando i cartoni animati e film da essi derivati.
La genesi del personaggio è bizzarra, e oramai entrata di diritto tra gli aneddoti più gustosi nella storia del fumetto mondiale. Sono diverse le versioni e le ricostruzioni della storia, e com'è andata veramente, oramai, lo sa solo Stan "The man" Lee. Ma i supereroi vivono di leggenda, dentro e fuori dalla pagina disegnata, quindi va bene anche così.
Si dice, difatti, che il concept derivi da quello del mai utilizzato Silver Spider (poi The Fly) della Harvey Comics, personaggio supervisionato da Joe Simon e poi tornato in mente a Jack Kirby quando Lee gli chiese, sull'onda del successo estemporaneo dei Fantastici Quattro, quali altri nuovi supereroi potessero essere lanciati sul mercato.

La versione 'ufficiale' vede invece Lee come ideatore e raffinatore del personaggio, dopo una consulta con Kirby (che pensava il personaggio più muscoloso) e Steve Ditko, che invece lo rese iconograficamente longilineo.
Il problema è che inizialmente Martin Goodman, allora a capo della Marvel, non trovò il personaggio entusiasmante, a differenza dei F4, già avviati con successo, o di Hulk (già possessore di un suo albo personale).
I motivi erano due, ed entrambi legati all'atipicità del personaggio.
In primis, l'alter ego del supereroe sarebbe stato un semplice ragazzo e non un uomo adulto, come voleva la prassi: fino a quel momento, gli adolescenti potevano essere valorosi sidekicks ("spalle": vedasi Robin per Batman o Bucky per Capitan America) ma non certo eroi principali.
E, in seconda istanza...secondo Goodman i ragni erano creature detestabili, verso le quali la gente provava avversione. Insomma, non gli sembrava per niente una buona idea. Ma alla fine, così come al personaggio di Thor -pubblicato infine per la prima volta nell'agosto del '62 su Journey into mistery- venne data all'arrampicamuri una possibilità su una rivista contenitore, Amazing Fantasy, che avrebbe comunque concluso la sua corsa con quello storico numero 15. Un mero tappabuchi, dunque, che però conquistò da subito il cuore dei lettori. Tanto che Goodman, fiutato l'affare, si affrettò a dedicargli un bimestrale, Amazing Spider-Man, uscito all'inizio del 1963.
È l'inizio della leggenda di Spider-Man, supereroe atipico eppure diventato archetipo, che ruppe tutte le convenzioni (tra cui quella del Comics Code Autorithy) e si fondò su un mix di generi che ha, in seguito, influenzato tutti i fumetti Marvel a venire.
Peter Benjamin Parker è un adolescente insicuro e taciturno, i cui unici successi si riducono ai buoni voti a scuola. Preso in giro dai bulli della scuola e di scarso appeal agli occhi delle ragazze, è un tipico 'loser', ostracizzato nonostante il buon cuore e il desiderio di trovare degli amici.

Trova così unica consolazione a casa, tra le coccole dei suoi genitori adottivi, gli zii May e Ben, che lo hanno accolto come figlio loro dopo la morte dei genitori naturali, quando era ancora piccolo.
Di costituzione gracile, cagionevole di salute e affetto da miopia, è sempre al centro delle preoccupazioni dell'amorevole May e delle attenzioni di Ben, che vorrebbe che il ragazzo si 'svegliasse' un po'. Un giorno, durante una dimostrazione di scienze in un museo, Peter viene morso da un ragno all'insaputa di tutti. Quello che lui stesso non sa è che il ragno in questione era stato contaminato da agenti radioattivi, e che prima di esalare l'ultimo respiro gli ha iniettato qualcosa che, di lì a poco, trasformerà il ragazzo in un aracnide umano.
Incredulo, Peter si accorge di essere fisicamente più prestante, incredibilmente forte, e dotato di un'agilità sorprendente. Inoltre, uno strano sesto senso lo avverte di pericoli imminenti, a cui ora può sfuggire anche grazie a riflessi sopraffini.
Questa illusoria rivincita sulla vita rallegra Peter, deciso a sfruttare i suoi nuovi talenti per ripagare gli sforzi e i sacrifici fatti dagli zii per allevarlo: ora potrà guadagnare un mucchio di soldi nel mondo dello spettacolo, assecondando i suoi sogni di adolescente. Ma il saggio zio Ben -pur nell'incoscienza di quanto profetiche sarebbero state le sue parole, in quanto inconsapevole dei nuovi poteri del ragazzo- lo aveva sempre ammonito: "Da un grande potere, derivano grandi responsabilità". Il ragazzo non coglie appieno il senso di queste parole, e decide di sfruttare i suoi talenti solo per se stesso e la sua famiglia, non facendo nulla per placcare un delinquente che, probabilmente, avrebbe potuto ostacolare anche senza poteri. Imparerà la lezione nel peggiore dei modi: sulla propria pelle. Lo stesso rapinatore, difatti, appena qualche ora più tardi fredderà il povero Ben, facendo nascere nel ragazzo un conflitto interiore mai sanato, che lo porterà a utilizzare i poteri del neonato Spider-Man per aiutare chiunque abbia necessità di aiuto o protezione.

Da lì in poi, cinquant'anni di incredibili avventure, durante le quali Peter è cresciuto come uomo e come supereroe, al fianco di tanti altri eroi. Super, militari ma anche civili: nonostante la diffidenza che l'opinione pubblica gli dimostra (fomentata anche dagli editoriali al vetriolo di J. Jonah Jameson, direttore del Daily Bugle con cui Peter avrà un bizzarro rapporto umano e professionale) Peter è sempre al fianco della polizia e di chiunque si industri per la sicurezza e la giustizia.
Fin da subito, e a dispetto delle avversità, si batte contro malviventi comuni ma soprattutto contro menti criminali di alto livello, spesso geni impazziti e mutati ma altamente pericolosi: Green Goblin, Doctor Octopus, Lizard. E tutto ciò, senza dimenticare la povera zia May -a casa e sommersa di bollette da pagare- gli studi e i lavoretti che è costretto a fare per sbarcare il lunario e contribuire alle spese di casa. In tutto ciò, si inserisce la componente quasi 'rosa' di molte sue avventure, che alterna furiosi scontri con supercriminali ai problemi pratici della vita di ogni adolescente: le amicizie, la perenne mancanza di soldi, le ragazze.
La vita 'in borghese' di Peter assume particolare importanza nella narrazione, più che in molti altri fumetti del genere, e comporta implicazioni diverse e importanti.
Anche perché Peter prende tutto molto seriamente e, dal momento della perdita dello zio, è sempre pronto al sacrificio pur di non far patire agli altri le perdite che ha subito lui.

Un personaggio, insomma, incredibilmente stratificato, e che per essere scoperto in tutte le sue sfaccettature richiederebbe un vero e proprio tomo, più che un 'semplice' speciale.
Anche solo per l'evoluzione del personaggio, tra vari costumi, potenzialità, affiliazioni e collaborazioni (su cui torneremo). Ma soprattutto per l'evoluzione della sua figura umana, che mantiene sempre una sua aura di insicurezza e fallibilità umana in cui ogni giovane può riconoscersi, per poi trarre forza dalla sua incrollabile determinazione, che nasconde la paura dietro una battuta, con la consapevolezza che timori e problemi vanno affrontati, per poter essere vinti.

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