Perché Rogue One è fondamentale per il futuro di Star Wars

Il futuro del nuovo corso creativo della saga creata da George Lucas, alla luce dell'uscita del primo spin-off ufficiale, passa da Rogue One

Perché Rogue One è fondamentale per il futuro di Star Wars
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Con l'uscita di Rogue One: A Star Wars Story si apre per certi versi la vera nuova era per Star Wars, saga che tra pochi mesi festeggerà il quarantesimo anniversario. Escludendo infatti il lungometraggio animato The Clone Wars (che in realtà era un pilot esteso dell'omonima serie televisiva) e due film incentrati sugli Ewok che in patria sono passati direttamente in televisione, questo è il primo capitolo cinematografico del franchise a non far parte degli Episodi ufficiali. Fa invece parte di quella che la produttrice Kathleen Kennedy chiama Star Wars Anthology, un'iniziativa che mira a raccontare storie autoconclusive, ma pur sempre legate in qualche modo a eventi fondamentali della saga, ambientate nella galassia lontana lontana che incanta il pubblico dal 1977. Per l'esattezza, il film di Gareth Edwards racconta quello che accade subito prima di Guerre Stellari, ossia il furto delle planimetrie della Morte Nera, esplorando terreni familiari con un tocco fresco e a tratti persino sorprendente (precisazione: chi scrive ha già avuto modo di vedere Rogue One). E così facendo inaugura per davvero il nuovo corso creativo di Star Wars, di cui Il Risveglio della Forza era solo un antipasto.


Galassia vecchia, volti nuovi

Rogue One: A Star Wars Story è il primo Star Wars cinematografico a staccarsi (quasi) completamente dalla famiglia Skywalker e dagli Jedi, puntando su personaggi più o meno inediti, ai quali in un Episodio normale verrebbero dedicati forse dieci minuti di durata di film. Certo, c'è spazio anche per Darth Vader (tra gli altri), ma nel complesso questo film antologico è esattamente quello che ci era stato promesso: un altro tipo di Star Wars, un heist movie misto al film di guerra che rilegge ed approfondisce la mitologia lucasiana sotto un'ottica diversa (le scene di battaglia sono molto più tangibili rispetto agli Episodi tradizionali). E sebbene sia già stato annunciato che il prossimo capitolo antologico sarà dedicato ad Han Solo, nulla vieta alla Lucasfilm di continuare in futuro su una strada simile a quella di Rogue One, dando spazio ad avventure meno note con protagonisti inediti e connotazioni di genere nuove, con una firma forte in cabina di regia. Ed è proprio il film di Edwards a suggerire, en passant, una possibile via per una storia nuova: un racconto di spionaggio nell'universo di Star Wars? Perché no?

Chi non muore...

A far molto parlare di sé in Rogue One: A Star Wars Story è anche l'uso della tecnologia digitale, utilizzata in questa sede per resuscitare Peter Cushing, morto nel 1994, al fine di fargli interpretare ancora una volta Moff Tarkin, l'altro grande antagonista del primo film della saga. Una scelta senz'altro discutibile, destinata a dividere (a livello critico c'è chi apprezza la performance "postuma" dell'attore inglese e chi la trova straniante), ma che nel caso specifico di Star Wars apre una porta particolare per altri possibili film antologici: in caso venisse realizzato, ad esempio, uno spin-off incentrato su Obi-Wan Kenobi, non sarebbe un'impresa impossibile, se necessario, far apparire per qualche secondo o minuto il compianto Alec Guinness, mentre un eventuale film sui Sith potrebbe trarre beneficio da un cameo di Christopher Lee (a patto, ovviamente, che gli eredi siano d'accordo, come ci ricordano i titoli di coda di Rogue One per quanto riguarda la presenza di Cushing). Infinite, le vie della Forza sono.

Connessioni tra schermi

Per chiudere, c'è un altro aspetto di Rogue One: A Star Wars Story che si collega in modo interessante ai piani attuali della Lucasfilm per l'universo espanso di Star Wars (di cui non fanno più parte i vari romanzi, fumetti e videogiochi usciti prima dell'accordo con la Disney nel 2012). Nel film appare infatti un certo Saw Gerrera, interpretato da Forest Whitaker e visto per la prima volta nella quinta stagione di The Clone Wars, rendendo questo il primo lungometraggio della saga in cui vediamo un personaggio creato appositamente per le animazioni. Un fatto che non solo rafforza la canonicità degli spin-off televisivi ma rende maggiormente possibili eventuali crossover (si è parlato in questi mesi di una contaminazione tra Rogue One e la nuova stagione di Rebels, ambientata pochi anni prima) e dà l'idea di un vero universo condiviso, sulla falsariga di quelli della Marvel e della DC Comics. Chissà, forse nel film su Han Solo potrebbero fare capolino personaggi come Hondo Ohnaka o Cad Bane. Oppure si potrebbe passare al rango superiore e dedicare un lungometraggio intero a uno degli antagonisti migliori della saga, recentemente reintrodotto nel canone ufficiale: Grand Admiral Thrawn...

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