Speciale Necropolis: Lost & Found... footage!

Scopriamo i Found Footage che hanno fatto la storia dell’horror.. e non solo!

Speciale Necropolis: Lost & Found... footage!
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Assemblaggio cronologico di pellicole e nastri audiovisivi realizzati da tre studenti universitari misteriosamente scomparsi dopo essersi recati nel villaggio di Burkitsville, anticamente chiamato Blair, al fine di mettere su un documentario riguardante una leggendaria strega locale vissuta tre secoli prima, The Blair witch project - Il mistero della strega di Blair (1999) di Daniel Myrick ed Eduardo Sánchez è stato, senza alcun dubbio, il film che ha provveduto a diffondere largamente sullo schermo la moda del found footage a partire dalla fine del XX secolo.
Perché, pur limitandosi in maniera evidente a rifare il precedente The last broadcast (1998) di Stefan Avalos e Lance Weiler, i due allora esordienti cineasti ebbero la geniale intuizione di ripetere nell’epoca dei primi anni di internet quanto fatto dal nostro Ruggero Deodato, in tempi non sospetti, per mezzo del suo Cannibal holocaust (1980): concepire un lungometraggio di finzione, ma spacciato per vero sfruttando una campagna promozionale basata sulla diffusione di allarmanti notizie.
Un successo che, se vogliamo debitore anche nei confronti de Il cameraman e l’assassino (1992) di Rémy Belvaux, André Bonzel e Benoît Poelvoorde, ingannò non pochi spettatori terrorizzati ricorrendo soprattutto a soggettive della camera impazzita da effetto mal di mare.
Stratagemma che non venne ripreso nel sequel Il libro segreto delle streghe: Blair witch 2 (2000) di Joe Berlinger, banalmente ricondotto sui binari classici del teen horror, ma da un’infinità di imitazioni e derivati; dal fin troppo simile The St. Francisville experiment (USA 2000) di Ted Nicolaou, con quattro esperti di paranormale destinati a passare la notte in una villa anticamente abitata da una ricca famiglia dedita alla tortura dei propri schiavi, al Necropolis - La città dei morti (2014) che, ambientato nelle secolari catacombe nascoste sotto Parigi, approda nel mercato dell’home video tricolore in DVD e Blu-ray grazie a Universal Pictures, offrendoci l’occasione di andare a dare uno sguardo a quanto offertoci fino ad oggi dal filone.

Spaventi... in prima persona

Perché non solo il regista John Erick Dowdle - qui impegnato a concentrarsi su una squadra di esploratori alla ricerca della pietra filosofale in mezzo ad inquietanti apparizioni e spargimenti di cadaveri - aveva già avuto modo di affrontare il sottogenere tramite The Poughkeepsie tapes (2007), ma si era anche occupato di Quarantena (2008), rifacimento a stelle e strisce dello zombie movie iberico [Rec] (2007).
Il [Rec] che, concepito in coppia da Paco Plaza e Jaume Balagueró, nel porre in scena una giovane reporter intenzionata a realizzare uno scoop riguardante i pompieri in azione all’interno di un edificio invaso da aggressivi contaminati ha generato una vera e propria saga (quattro capitoli nel momento in cui scriviamo); tra l’altro, nello stesso anno in cui George A. Romero ha pensato di costruire il suo Diary of the dead - Le cronache dei morti viventi (2007) su false documentazioni filmate di un gruppo di studenti dell’Università di Pittsburgh finiti a dover fare i conti con il misterioso flagello che ha trasformato i terrestri cadaveri camminanti affamati di carne umana.
Idea in realtà anticipata da Michael G. Bartlett e Kevin Gates nel loro The zombie diaries (2006), cui il solo secondo ha anche dato la continuazione World of the dead: The zombie diaries (2011), precedendo anche l’ondata di falsi documentari succeduta anche al chiacchieratissimo Paranormal activity (2007) e ai suoi diversi sequel (oltre allo spin off Il segnato).
Del resto, è vero che il termine “found footage” si usi per descrivere film realizzati parzialmente o interamente con un metraggio preesistente e successivamente riassemblato in un nuovo contesto, ma è anche vero che il filone del finto documentario fatto passare per autentico si riconosca soprattutto nella onnipresente, succitata soggettiva della camera.


Non solo horror

Soggettiva che, tutt’altro che assente nell’horror di Peli e nelle sue varie emulazioni (citiamo solo il nostro End roll di Daniele Misischia e Giacomo Gabrielli), è stata tirata in ballo anche ne Il mistero di Lovecraft - Road to L. (2005) di Federico Greco e Roberto Leggio e nei demoniaci L’ultimo esorcismo (2010) di Daniel Stamm, La stirpe del male (2014) di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett e L’altra faccia del Diavolo (2012) di William Brent Bell, che l’ha poi riutilizzata nel licantropico La metamorfosi del male (2013).
E potremmo continuare dicendo che vi sono tracce della medesima tecnica ne Le origini del male (2014) di John Pogue e che, sempre in fatto di prodotti dell’orrore, rientrano nella categoria The last horror movie (2003) di Julian Richards, con il suo apparentemente mite fotografo appassionato di carne umana, The Gerber syndrome: Il contagio (2011) di Max Dejoie, Progetto Sapientia (2001) di Al Festa, tra sedute spiritiche ed interventi ultraterreni all’interno di un ex convento-tribunale contro la stregoneria, e i non disprezzabili ESP - Fenomeni paranormali (2011) e ESP² - Fenomeni paranormali (2012), rispettivamente diretti dai Vicious brothers (Colin Minihan e Stuart Ortiz) e da John Poliquin e il cui sfondo è un ospedale psichiatrico abbandonato.

Ma quello della paura non è l’unico ambito che ha assunto per la corrente un territorio da esplorare, in quanto Brian De Palma, ispirandosi allo stupro di una quindicenne irachena attuato da elementi dell’esercito americano nel 2006, ha effettuato in Redacted (2007) una ricostruzione dei fatti con video fittizi e interviste a marines in verità interpretati da attori, Matt Reeves - sotto la produzione di J.J. Abrams - ha addirittura messo in mezzo un gigantesco mostro godzillesco in Cloverfield (2008) e Barry Levinson ci ha regalato disgustosi parassiti in The bay (2012).
Anche perché il fantastico e la fantascienza sono tutt’altro che privi di found footage, come testimoniano Trollhunter (2010) di André Øvredal, Alien origin (2012) di Mark Atkins, Report 51 (2013) di Alessio Liguori, Alien abduction - Rapimenti alieni (2014) di Matty Beckerman, The lost dinosaurs (2012) di Sid Bennett e Chronicle (2012) di Josh Trank.
Andando avanti, potremmo citare una sfilza di altri lavori, dal violento dramma giovanilistico Prank (2013) di Yiuwing Lam al thriller casalingo Circuito chiuso (2012) di Giorgio Amato, passando per The sacrament (2013) di Ti West, ispirato al massacro di Jonestown.
Fino ad arrivare alle commedie The virginity hit - La prima volta è on-line (2010) di Huck Botko e Andrew Gurland e Project X - Una festa che spacca (2012) di Nima Nourizadeh; senza contare le parodie Supernatural activity (2012) di Derek Lee Nixon e The Bogus witch project (2000), che vanta addirittura otto registi: Victor Kargan, Steve Agee, Kelly Aluise, Susan Johnson, Alex Menane, Mark Mower, Sammy Primero, Alec Tuckman.

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