Speciale Mission: Impossible Chronicles

Tutte le 'maschere' della mitica saga con protagonista Tom Cruise, (ri)scoperte e analizzate con voi per sapere tutto -ma proprio tutto- su Ethan Hawk e su uno dei franchise d'azione più amati di sempre.

Speciale Mission: Impossible Chronicles
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"Buongiorno, Mr. Lettore. La tua missione, se deciderai di accettarla, è di accompagnarci in un lungo e divertente percorso attraverso tutte le declinazioni possibili e immaginabili del franchise di Mission: Impossible, dalla serie originale degli anni '60 fino alla moderna (re)incarnazione con Tom Cruise, franchise miliardario e lanciatissimo. Come sempre, se sarai ucciso, catturato o colto da pisolino inaspettato nel corso della tua missione, lo staff di Everyeye negherà di essere a conoscenza della tua persona o delle tue azioni. E non aspettarti che questo speciale si autodistrugga entro cinque secondi, dopo il lavoro che abbiamo fatto per portarlo sul tuo pc. Buona fortuna, Mr. Lettore!"

Ok, ci siamo dati un po' di arie. Ma l'ironia fa parte del gioco, perché in fondo, tra botte, intrighi ed esplosioni, gli agenti della IMF, organizzazione di spionaggio protagonista tanto dei celebri film con Cruise quanto della serie televisiva che li origina, hanno sempre dato l'impressione sì di rischiare il collo, ma anche di divertirsi parecchio, sfidando la morte e dominando il brivido e l'emozione sulle note del celebre, immortale tema composto da Lalo Schifrin. Dunque, anche noi giocheremo a fare gli agenti, cercando di compiere la missione con la precisione e l'ardimento che essa richiede, ma anche e soprattutto con la voglia di scoprire aspetti nuovi o poco noti del complesso narrativo che si struttura attorno a un franchise che esiste da più di quarant'anni. Preparatevi all'azione, la missione ha inizio!

Who's Ethan Hunt?

Tutto inizia in tv, negli anni sessanta, con la serie creata da Bruce Geller, conosciuta in Italia come Missione Impossibile. Protagonisti sono i membri della IMF (Impossible Missions Force), piccolo team di agenti segreti utilizzati per missioni ‘speciali' contro dittatori, organizzazioni criminali e, specie negli ultimi episodi, veri e propri signori del male. Occasionalmente, i nostri si prodigano anche in missioni personali o private, naturalmente senza permesso e senza paga. Il mistero è una delle carte vincenti del serial: non si sa quale organizzazione o governo finanzi l'agenzia, salvo qualche raro indizio - in un episodio è nominata una fantomatica ‘Divisione 7' - e la dichiarazione, nel tardo revival degli anni '80 (ne parleremo poi) secondo cui la IMF sarebbe indipendente, il che le darebbe la facoltà di agire in ogni parte del mondo (mentre l'FBI e la CIA lavorano, rispettivamente, solo all'interno o all'esterno degli USA, e non possono intralciarsi l'una con l'altra). Solo nel primo lungometraggio con Tom Cruise verrà ufficialmente dichiarato che la IMF è parte della CIA, e questo ci fa intuire che la serie tv e i film seguono probabilmente due continuity differenti.
Non che abbia molta importanza. L'intero franchise tende infatti a rifuggire i collegamenti tra un episodio e l'altro, preferendo rendere autonoma e comprensibile ciascuna puntata anche per chi magari non ha seguito le altre. Una tendenza che si affievolirà, senza però sparire, anche nelle trasposizioni cinematografiche, comunque indipendenti non solo tra di loro (salvo qualche piccolo rimando), ma anche rispetto alla serie. L'agente Ethan Hunt, il personaggio di Cruise - protagonista e principale produttore dei lungometraggi - è infatti totalmente assente nel serial, essendo stato inventato appositamente per i film.

Costruire la squadra

In televisione, il leader della IMF è, inizialmente, Dan Briggs, interpretato da Steven Hill, attore ebreo ortodosso la cui fede, che lo costringeva ogni settimana a lasciare il set per celebrare lo shabbat, metteva in seria difficoltà la produzione, che progressivamente lo allontanò diminuendo sempre di più la presenza del suo personaggio e addirittura rigirando alcune parti senza di lui. Dopo la prima stagione, Briggs viene sostituito senza uno straccio di spiegazione da Jim Phelps - l'attore Peter Graves - destinato a restare in carica per tutte le altre stagioni comprese quelle del revival, che durerà fino al '90. Briggs e Phelps sono comunque gli unici membri ‘fissi' all'interno dell'agenzia, e hanno il compito di coordinare gruppi formati da agenti ‘part time' provenienti dalle più svariate professioni, scegliendoli proprio in virtù delle capacità che più si adattano a ciascuna determinata missione. Di solito, almeno uno degli agenti è donna e anche se due o tre di loro vengono regolarmente scelti, c'è una certa variabilità, e molti episodi prevedono l'arrivo di ospiti (‘guest', come li chiamano negli USA) che si vedranno solo in quella puntata, con un'unica, specifica abilità. I più gettonati nella prima serie erano la bella top model Cinnamon Carter (Barbara Bain), l'esperto di elettronica Barney Collier (Greg Morris), il sollevatore di pesi Willy Armitage (Peter Lupus) e l'attore/illusionista Rollin Hand (Martin Landau, inizialmente entrato come ‘guest' poi stabilizzatosi contrattualmente con la seconda stagione), esperto di fughe e travestimenti. Come spesso capita, alcuni interpreti lasciarono la serie e vennero sostituiti da altri. Lupus e Morris furono gli unici a restare fino alla fine della serie originale. Tra i volti più o meno noti che fecero la loro comparsa vanno ricordati Leonard Nimoy (lo ‘Spock' di Star Trek) e Sam Elliott, noto caratterista visto negli ultimi anni nei Marvel-movies di Ghost Rider e Hulk.

Licenza di uccidere? Nemmeno per sogno...

Tra i temi principali che caratterizzano la serie, non potevano mancare, dato il periodo, riferimenti, per lo più velati, alla Guerra Fredda, anche se chiaramente lo scontro indiretto tra USA e URSS - e più in generale, tra Occidente capitalista e Est comunista - non è mai apertamente menzionato. Ci sono però specifici riferimenti a località che si trovavano oltre la cortina di ferro - come la prigione di Lubyanka nell'episodio ‘Un cervello prodigioso' (‘Memory' nella versione originale) - e molti ‘obiettivi' della IMF sembrano essere leader di paesi slavi immaginari. Tra le nazioni classificate come ‘nemiche' ci sono ad esempio paesi come la Repubblica Europea del Popolo o la Repubblica Europea Orientale. Nell'episodio ‘Cambio di identità' (‘The Carriers'), uno dei ‘cattivi' legge un libro che si intitola ‘Na Voina', un'espressione russa - per la verità scorretta grammaticalmente - che significa ‘Sulla guerra'. Anche le macchine della polizia portano spesso scritte sulle fiancate termini inventati, sfruttando un linguaggio particolare che la produzione aveva battezzato "Gellerese", creato per risultare comprensibile dall'audience, che ovviamente non aveva familiarità con le lingue slave reali. Anche il look delle uniformi che indossavano i militari degli stati nemici era molto evocativo, studiato per ricordare quelle naziste oppure quelle degli eserciti appartenenti ai paesi facenti parte del Patto di Varsavia. Nel 2004 il professor Douglas Little della Clark University pubblicò un lungo articolo che rilevava le connessioni tra la serie e la storia della CIA: "Mission Impossible: The CIA and the Cult of Covert Action in the Middle East".
A volte i villain erano invece politici corrotti e satrapi del Terzo Mondo, fautori dell'Apartheid oppure Capi di Stato dell'America Centro-settentrionale, o ancora esponenti del crimine organizzato e commercianti senza scrupoli all'interno degli USA. Diverse volte Rollin Hand (il cui interprete, Landau, era ebreo) sventava il rischio di un revival del nazismo, interpretando con le sue capacità trasformistiche vari dittatori e perfino Adolf Hitler in persona. A differenza di James Bond, però, gli agenti della IMF non hanno la ‘licenza' di uccidere il malfattore di turno. La misteriosa agenzia governativa che li ingaggia, come viene specificato nel già citato episodio ‘Un cervello prodigioso', proibisce loro di compiere quelli che sono, di fatto, assassinii politici in piena regola. Per ovviare a questo ‘problemino', molto spesso gli agenti usano il ‘trucco' di mettere i cattivoni nelle condizioni di essere eliminati fisicamente dalla loro stessa gente, o da altri nemici. Dopo il grande successo delle prime stagioni, all'inizio degli anni '70, la serie subì un brusco calo di pubblico, determinato probabilmente da una crisi dei valori nella popolazione americana da imputare principalmente alla questione della guerra in Vietnam e allo scandalo del Watergate. Così, con il progredire delle stagioni e l'entrata di Bruce Lansbury come produttore, le missioni internazionali - specie dalla 5° stagione - cominciano a lasciare sempre più il passo a battaglie contro il crimine ‘interno', spesso controllato da una organizzazione criminale chiamata ‘Il Sindacato'.

Questo messaggio si autodistruggerà entro cinque secondi

Con un cambio così frequente nel cast di protagonisti e avversari, non sono tanto i volti a caratterizzare il franchise, quanto la musica, i temi e soprattutto il ‘format', che raramente cambierà e che verrà parzialmente ereditato poi dalla serie di film con Cruise. Vediamone dunque i punti salienti: la maggior parte delle puntate inizia con un agente che acquisisce un incarico, conferitogli da una voce registrata su un nastro nascosto, consegnato assieme a un fascicolo con foto e informazioni utili per lo svolgimento della missione. La voce saluta l'agente di turno con un generico ‘Buongiorno/Buon pomeriggio/Buonasera seguito dal nome dell'agente: Mr Briggs/Mr. Phelps eccetera..., poi spiega la situazione e conclude con l'obiettivo finale della missione, sempre preceduto dalla formula: ‘la sua missione, se deciderà di accettarla, è...". Di seguito, la voce ricorda all'agente che "in caso lei o qualunque altro membro della IMF fosse catturato o ucciso, il Segretario negherà ogni conoscenza delle sue azioni". Infine, la frase che ha reso celebre il franchise: "Questo nastro si autodistruggerà entro cinque - o, a volte, dieci - secondi. Buona fortuna, Mr. (nome dell'agente)". La voce che recitava questa formula, quasi la vera protagonista dell'intero serial, apparteneva all'attore Robert Cleveland "Bob" Johnson. Dopodiché, il registratore cominciava a fumare, e ogni sua traccia era sparita. Nella realtà, i nastri non venivano veramente bruciati. All'inizio, per questa banale sequenza, si usava un metodo complesso, basato sull'aggiunta di additivi chimici, ma i costi elevati fecero sì che la produzione passasse a uno stratagemma più semplice ed empirico. Qualcuno insufflava semplicemente fumo nel registratore, creando l'illusione del guasto. In rari casi l'ingaggio avveniva in maniera diversa, ad esempio attraverso l'uso di dischi o fonografi, che poi gli agenti erano invitati a distruggere o comunque a rendere inutilizzabili, rigandoli o rovinandoli. Qualche altra volta, non era il ‘messaggio del Segretario' a mettere in azione le cose, ma altre circostanze, come il rapimento della figlia di un amico di Briggs, oppure dello stesso Phelps. Nella quinta stagione, occasionalmente, si tentò di cambiare la formula facendo iniziare la puntata ‘in medias res'. Ad ogni modo, fatta eccezione per la prima stagione, le varie scene con i nastri - conosciute dagli appassionati come ‘tape scenes' - vennero filmate tutte insieme per risparmiare sui tempi di produzione, tanto che gli stessi attori non sapevano quale scena sarebbe apparsa in quale episodio fino alla messa in onda. Alcune invece sono frutto di sapienti rimontaggi, che le differenziavano da versioni già precedenti assieme ovviamente al messaggio registrato di Johnson.

Secret files

Altro snodo ricorrente della serie era la scena immediatamente successiva, quella del ‘dossier'. Briggs o Phelps si trovavano alle prese con un enorme fascicolo coperto di pelle rilevato da una cassettiera superprotetta. All'interno, molti fogli con foto e informazioni sugli agenti disponibili. Naturalmente c'erano anche cartelle riguardanti gli agenti non scelti, il che suscitava parecchia curiosità e ha dato adito a leggende metropolitane di vario tipo. Si trattava probabilmente di foto di vari membri dello staff produttivo e del network, e delle loro mogli, compresi Geller e signora. Si raccontava che apparire nel dossier della serie fosse internamente considerato uno status d'onore e che avesse dunque una valenza ‘gerarchica' legata al ruolo ricoperto all'interno del network, ma nessuno l'ha mai confermato. Nell'episodio pilota è specificato che i leader della IMF hanno la massima libertà di scelta circa gli agenti da impiegare nella missione, e risorse pressoché illimitate a livello economico. Si sorvolava quasi sempre sulla preparazione del piano e sulla logistica, dando per scontato che tra l'ingaggio e l'azione passasse pochissimo tempo. Solo in ‘Un cervello prodigioso' vediamo Briggs allenare un agente ‘guest' prima di mandarlo sul campo. La sequenza del dossier viene tuttavia gradualmente eliminata, a partire dalla terza stagione, dove compare solo quando serve per introdurre un nuovo ‘guest', e scompare totalmente nella quinta.

Pianificare e decidere

Nel terzo segmento della sequenza d'apertura aveva di solito luogo la cosiddetta ‘scena dell'appartamento', dove la squadra ormai composta si ritrova in casa del leader per pianificare l'operazione, in quella che - dietro le quinte - era chiamata ‘camera in bianco e nero', perché anche se la serie era a colori, l'arredamento era basato soltanto su varie scale di grigio. Anche in questo caso ci sono un paio di eccezioni. Nella prima stagione, nell'episodio ‘Il prigioniero' (‘Operation Rogosh'), il team entra subito in azione tentando di catturare il suo bersaglio in un inseguimento d'auto, mentre in ‘Action!' l'incontro avviene nell'appartamento di Cinnamon Carter. La scena aveva diverse funzioni: la prima era quella di teaser. Spiegando come si sarebbe svolto il piano, i membri della squadra anticipavano in qualche modo ciò che sarebbe accaduto nella puntata, naturalmente senza svelare dettagli e colpi di scena.
Il fattore ‘anticipazione' era importante per la serie. Anche i titoli di testa di ogni puntata erano costituiti da piccole clip di scene chiave tratte dall'episodio che stava per cominciare. Era piuttosto raro in tv, anche se già l'esperimento era stato sperimentato nella serie a tema analogo I Spy. Lo stesso meccanismo si sarebbe poi rivisto in Thunderbirds, Spazio 1999 e Battlestar Galactica. Si trattava di solito di momenti altamente drammatici, ricchi di tensione, violenza e azione. Insomma, era un modo per dire: restate sintonizzati, il meglio deve ancora venire!

Interessante come questo aspetto sia stato sviluppato e portato alle estreme conseguenze, ad esempio, nei titoli di testa di Mission: Impossible - Protocollo fantasma. La sequenza funge infatti, in maniera piuttosto originale, da megatrailer del film, riprendendone i punti salienti e i momenti più eccitanti, che poi si rivedranno, con abbondanza di dettagli, nel corso della pellicola. Ai titoli di coda erano invece abbinati dei fermo immagine della missione appena trascorsa, che poi sarebbero andati sostituiti, a partire dalla terza stagione, da un'immagine statica.

Tornando all'appartamento, altro compito della sequenza era quello di donare credibilità scientifica ai gadget tecnologici che gli agenti avrebbero usato nel corso dello show per completare l'obiettivo. Infine, era l'occasione per spiegare al pubblico quali erano le abilità speciali degli agenti ‘guest'. Tutte le domande che venivano poste in questa sequenza, ad esempio, servivano agli autori per spiegare il motivo per cui il piano si doveva svolgere in quell'esatto modo e non erano previste alternative, mettendoli nella condizione di esporre al pubblico aspetti che altrimenti avrebbero potuto suonare come buchi di sceneggiatura.

Al di là del bene e del male

Il piano vero e proprio prevedeva l'uso di vari trucchi del mestiere, primi fra tutti make-up e maschere di latex, indispensabili per impersonare qualcuno. Le prime puntate davano anche ampi dettagli sulla tecnica usata per crearle e indossarle, ma poi, man mano che il pubblico acquisiva familiarità con i metodi della IMF, queste spiegazioni vennero abbandonate. Spesso il medesimo attore interpretava sia chi doveva essere impersonato che l'"impostore", oppure la voce dell'impersonato veniva doppiata dall'attore, per rendere credibile la somiglianza. Altre volte gli agenti si facevano catturare di proposito per potersi infiltrare. Tutti elementi che la serie di film con Tom Cruise riprenderà e che compaiono, nessuno escluso, anche in Protocollo Fantasma. Naturalmente, c'era anche un grande uso della tecnologia. Oggi vediamo Ethan Hunt e i suoi alleati armeggiare con Internet e PC. Ai tempi invece gli agenti modificavano le frequenze radio o quelle telefoniche e televisive per poter comunicare in segreto. Non disponevano di macchine del tempo o simili (un certo limite di realismo era sempre rispettato) ma i membri della IMF (tutti bravi attori e maestri del travestimento), erano comunque in grado di manipolare gli eventi con altri mezzi. Si trovavano infatti, a volte, a ‘simulare' salti temporali per raggiungere i propri scopi. Di solito si allestiva un finto viaggio nel futuro: l'obiettivo veniva convinto di essere stato per molto tempo in coma - o in condizioni analoghe - e che dunque molti anni erano passati senza che lui lo ricordasse. Ma addirittura, in un episodio, la IMF riesce a convincere il suo ‘bersaglio' di aver viaggiato a ritroso nel tempo, ritrovandosi giovane. Lavoravano molto sulla psicologia dei loro antagonisti, per portarli a reazioni particolari che, con un certo margine di rischio, l'agenzia era in grado di prevedere, magari giocando - con ben poco scrupolo - sulla loro superstizione, sui loro affetti o sulla loro fede, per renderli vulnerabili, insicuri, deboli e confusi, o fargli perdere credito agli occhi dei loro seguaci. Alternativamente, erano loro stessi, impersonando il bersaglio, a comportarsi in maniera tale da portare gli eventi dove gli ‘serviva' che fossero. Come abbiamo avuto già modo di osservare, la missione implicava che il bersaglio andasse ‘neutralizzato', il che, letto tra le righe, significa ‘assassinato'. Ma i membri dell'agenzia non potevano farlo. Era sempre chiaro che il cattivo di turno sarebbe stato ucciso dai suoi superiori, o dai suoi rivali, anche se raramente l'omicidio veniva mostrato. Più in là nelle stagioni, quando i capi di organizzazioni criminali sostituirono i leader politici dell'Est, lo scopo della missione diventava sempre più spesso quello di raccogliere le prove per incriminarli, che non si potevano ottenere tramite le ordinarie istituzioni. Come ultima risorsa, qualche volta le prove venivano perfino falsificate. La IMF, dunque, è sì dalla parte dei ‘buoni' (l'Occidente capitalista, ovvero gli USA, nella prospettiva del serial), ma il fascino dello show stava anche nell'ambiguità morale dei protagonisti, disposti a raggirare e manipolare pur di ottenere ciò che serviva. Il fine, insomma, giustifica i mezzi (e i mezzucci) anche più loschi.
Una visione realistica della figura dell'eroe, che non combatte più apertamente sul campo, come un patriota, affrontando i nemici a viso scoperto, ma si adatta ai tempi, analizzando cautamente la situazione sotto ogni aspetto e infine colpendo nel punto più debole dell'avversario. Nei tempi della Guerra Fredda, questi uomini senza scrupoli che miscelano in maniera letale intelletto e azione, sono i soldati più efficaci sul cui il governo statunitense può contare.
Per insaporire la zuppa, alcuni particolari ‘topoi' erano usati per creare tensione drammatica, ad esempio quando un membro della squadra rischiava di venire scoperto - specialmente prima dei break pubblicitari - oppure inserendo particolari imprevisti che costringevano il team a improvvisare. Nella maggior parte dei casi l'azione durava fino alla fine dell'episodio, che si concludeva con un fermo immagine mentre il team fuggiva, mostrando che un'altra missione era stata conclusa con successo. Altre volte dopo la fine si sentiva il suono di uno sparo, o un grido, che indicava l'eliminazione del villain di turno, come abbiamo visto, sempre per mano di qualcuno ‘esterno' alla IMF. Il format della conclusione cambiò leggermente nel revival anni '80, mostrando uno shot del team che si riuniva e se ne andava via camminando.

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