Speciale Maga Martina - Intervista

La nostra intervista ad Amedeo Pagani, co-produttore di Maga Martina.

Speciale Maga Martina - Intervista
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Domani Maga Martina e il Libro Magico del Draghetto uscirà nelle nostre sale.
Il film è tratto dai popolari libri per bambini dell'autore di grande successo Knister, che ha venduto più di dieci milioni di copie in tutto il mondo. Dopo la serie animata per bambini che ha incollato davanti allo schermo oltre mezzo milione di spettatori ad ogni puntata, ora Martina la strega debutta anche sul grande schermo. La pellicola è stata prodotto dalla casa di produzione Blue Eyes insieme alla TRIXTER (la casa di produzione che ha animato Uibù - Fantasmino Fifone) e a Classic Cinema. La regia è stata affidata al poliedrico e altrettanto famoso regista austriaco Stefan Ruzowitzky (Anatomy). Il vincitore del premio Oscar (per Il Falsario) si è occupato anche della sceneggiatura insieme a Ralph Martin e Armin Toerkell.
La figura centrale di questa simpatica e intrigante avventura per l'intera famiglia è il piccolo paffuto drago Ettore. Oltre alla rivelazione di Alina Freund nel ruolo di Maga Martina, nel film recitano anche Anja Kling (TRAUMSCHIFF SURPRISE - PERIODE 1) nel ruolo della madre di Martina, Ingo Naujoks (il compagno del commissario Maria Furtwängler in Tatort) nella veste del perfido mago Geronimo, Pilar Bardem, madre di Javier Bardem, l'attore spagnolo premio Oscar per Non è Un Paese per Vecchi, nel ruolo della strega Teodolinda e Yvonne Catterfeld.
Forse non saprete però, che il successo di Maga Martina (in Spagna e in Germania, dove è già uscito, ha già avuto un ingente riscontro commerciale) è, in parte, anche italiano. Dietro una delle aziende che ha co-prodotto il film, ovvero Classic Cinema, c'è una figura di spicco all'interno dell'industria cinematografica italiana, ovvero Amedeo Pagani. Quella di Pagani è una personalità poliedrica che, durante la sua pluridecennale attività, è riuscita a spaziare in ogni ambito dell'entertainment: dalla sceneggiatura di autentici cult di Bud Spencer e Terence Hill come Più Forte Ragazzi e Io Sto con gli Ippopotami, alla produzione e distribuzione di gioelli della settima arte di autori come Wong-Kar Wai, Marco Bechis, Takeshi Kitano e Theo Angelopoulos.
Ed è proprio con Amedeo Pagani che ho avuto la possibilità di parlare a proposito di questa nuova avventura fantasy figlia di una co-produzione fra Germania, Austria, Spagna ed Italia, accolta a braccia aperte dalla celeberrima Major di Mickey Mouse che ha pertanto deciso di distribuirla con il proprio brand.

Andrea Bedeschi: La sua filmografia di producer è molto importante. Ha prodotto pellicole di alcuni grandi autori come Wong Kar-Wai, Theo Angelopoulos, Marco Bechis. Quale potenziale ha trovato in Maga Martina, e quindi nei libri di Knister, tanto da essere spinto ad intraprendere questa nuova venture produttiva?

Amedeo Pagani: Guardi, le rivelo un dato molto importante della mia carriera: in realtà ho sempre amato i film per bambini e per ragazzi. D'altronde, prima di dedicarmi alla produzione, ho fatto per tanti anni lo sceneggiatore e ho sempre cercato di scrivere film che fossero anche per ragazzi, perché ho sempre ritenuto estremamente importante l'aspetto didattico educativo. Ho scritto alcuni film con Bud Spencer e Terence Hill come Più Forte Ragazzi ed Io Sto con gli Ippopotami e ciò che mi divertiva di questi lavori era quella loro natura di racconto semplice seppur dotato di una sua morale. Tra l'altro, nel 1982, ho realizzato per la Rai una serie di telefilm per un audience giovane intitolata La Pietra di Marco Polo, 13 episodi a cui poi si aggiunsero altre 13 puntate nella seconda stagione, in cui ogni avventura vissuta dai cinque piccoli protagonisti aveva una morale, un messaggio ben preciso, un po' come e favole di Esòpo. Ebbe un grande successo e la Rai la vendette in molte altre nazioni. Poi in seguito realizzai sempre con Rai un'altra serie, questa volta per un target di spettatori un po'più grandi, intitolata I Figli dell'Ispettore, con Fabio Testi, che era l'ispettore del titolo. In questa serie le indagini sui crimini venivano di volta in volta risolte dai figli del personaggio interpretato da Testi. E' una parte del mio lavoro che sembra così lontana dagli ultimi film che ho fatto con Kitano, Bechis, Wong-Kar Wai, Angelopoulos, ma mi piace molto realizzare pellicole per i ragazzi

A.B. : Si, infatti era proprio questo l'aspetto che mi aveva colpito. Questo cambio netto.

A.P. : Non lo definirei proprio un cambio netto, ma come una vera e propria continuità parallela. Qua con Maga Martina ho avuto la possibilità perché ho co-prodotto un film di Manchevski (Leone d'Oro con Prima della Pioggia) con Blu Eyes (la società tedesca produttrice del film ndr.) e con loro ho intessuto un ottimo rapporto. Dopo aver saputo che avrebbero messo in cantiere questo film ho detto loro che mi sarebbe piaciuto partecipare. D'altronde Knister è popolarissimo in Germania, dove ha venduto milioni di copie. Anche da noi è abbastanza conosciuto, siamo ad oltre 400.000 copie vendute. E quindi voglio continuare a fare film per ragazzi, sempre per via di quel discorso sull'importanza pedagogico-didattica che le ho fatto prima. Senza per questo essere noiosi, questo è chiaro.

A.B. : Un aspetto che interessa molto ai nostri lettori è proprio quello legato al fantasy. Tanto in Spagna quanto in Germania, anche esulando dall'ambito meramente letterario, c'è ancora una forte tradizione filmica attorno a questo filone. Tradizione che in Italia si è persa ultimamente.


A.P. : Si, si è esaurita è vero
.

A.B. : Ma quindi la possibilità di realizzare questi prodotti che sono, a mio modo di vedere, popolari nel senso più genuino del termine, c'è ancora in Italia oppure è un caso isolato?

A.P. : Guardi, con Maga Martina ci stiamo provando. E difatti abbiamo già girato il sequel delle avventure di Maga Martina e del draghetto Ettore, interamente girato in India, ed è un film del quale sono davvero soddisfatto. Quindi la nostra speranza, soprattutto dato l'ottimo riscontro avuto in Germania e Spagna dal film, è di continuare questo personaggio e rivitalizzare un po' la cinematografia per l'infanzia anche qua in Italia. Non a caso, con le dovute differenze, Harry Potter sta andando avanti da diversi anni.

A.B. : Quali sono i vantaggi dati dal collaborare con una delle più importanti Major della factory cinematografica globale come Disney?

A.P. : Qui è avvenuta una specie di piccolo miracolo. Questo è il primo film in cui Disney mette il suo brand pur non avendolo prodotto. I dirigenti Disney l'hanno visto, l'hanno apprezzato e c'è la volontà di continuare la venutre se il film, come ci auguriamo, avrà un buon esito, anche con il secondo, sul terzo e così via, creando una fidelizzazione nei riguardi del character. Gli americani hanno compreso le notevoli possibilità del mercato europeo e, dato che questo è un film che parla trasversalmente a tutti i bambini del nostro continente, hanno visto il suo potenziale. C'è la volontà di dare origine a dei prodotti europei simili a quelli fatti oltreoceano che possano quindi meritarsi il loro marchio. Che per noi rappresenta una garanzia, una sicurezza e naturalmente il nostro orgoglio.

A.B. : L'universo di Maga Martina è perfetto per catturare l'attenzione dei più piccini e infatti Knister ha venduto più di dieci milioni di copie in tutto il mondo. Decisamente non sono poche. Come vi siete avvicinati a quella particolare alchimia che tanta fortuna ha portato al suo autore, a quella netta distinzione fra bene e male? Avete rispettato lo spirito della pagina scritta o avete cambiato qualcosa, magari arricchendo la psicologia dei personaggi per rendere il tutto più appetibile anche per gli spettatori un po' più grandicelli?

A.P. : In Maga Martina c'è un'unione di temi bipolari. Da una parte l'idea del divertimento per bambini, con tutto il corollario magico, l'incanto che scaturisce dagli avvenimenti fantastici, dall'altro, come subplot, possiamo trovare un ingrediente molto importante, un po' in stile Fahrenheit se vogliamo, con questo uomo che vuole dominare il mondo e distruggere tutti i libri, andando ad omologare tutti. E' un'idea abbastanza adulta di un potere che può cambiare l'esistenza delle persone. E sono convinto che i bambini siano in grado di cogliere e comprendere tematiche primarie come queste: libertà, oppressione, incubo di un controllo totale. I bambini di oggi magari definiscono il bene e il male con parole diverse, ma hanno già le idee ben chiare, tant'è che questo messaggio è stato ben afferrato dai piccoli spettatori dove il film è già uscito. Il villain del film è un cattivo globale, è un autentico pericolo per il mondo libero nel quale desideriamo continuare a vivere.

Magia made in Europe

A.B. : Ricollegandomi a quanto da lei affermato in precedenza, il compito di un buon film per ragazzi non sta solo nell'offrire del sano intrattenimento, ma anche nelle funzioni educative. Da quanto si è sentito dire nel corso del tempo, sono molteplici i paragoni fatti fra Pippi Calzelunghe e Martina. Tuttavia, Martina è molto più ligia nei confronti delle varie autorità, rispetto al character di Astrid Lindgren, è una bambina come tutte le altre e non viene scelta come erede di Teodolinda a causa di chissà quale qualità. Il suo valore emergerà nel corso delle avventure che le si pareranno innanzi. Crede che un personaggio come Martina possa avere degli scopi educativi, specie oggi che i bambini sono abituati ad essere ricoperti di giocattoli e di vizi vari, piuttosto che di regole e moralità e più che a credere in sé stessi vengono abituati a credere nell'effimero?

A.P. : La differenza fondamentale, non tanto con Pippi Calzelunghe quanto con gli altri film che possono essere assimilati a Maga Martina, sta nel fatto che Martina è una bambina comune, normalissima, tranquilla. Non nasce maga, viene scelta e non ha dei poteri soprannaturali per "sua natura". Viene selezionata da Teodolinda perché è una bambina buona, ben integrata in famiglia, fantasiosa, carina, con delle piccole pulsioni di ribellione come ogni bambino, ma sostanzialmente è una bambina come ce ne sono milioni nel mondo. Secondo me, il fatto che non parta in partenza come maga, è un profilo qualificante perché poi verrà posta di fronte a situazioni in cui dovrà risolvere dei problemi più grandi di lei e dimostrare il suo valore.

A.B. : Parlando del background scenografico del film, l'universo di Maga Martina è già ben strutturato grazie ai vari capitoli usciti in libreria. Inoltre, come tradizione nella letteratura per l'infanzia, le sue pagine sono arricchite da gradevoli illustrazioni, senza contare la serie animata. Vi siete basati su questi aspetti visuali per portare sul grande schermo la magia di libri?

A.P.: Un occhio c'è stato rispetto a quello che era il sistema iconografico, ma poi Stefan Ruzowitzky ha operato secondo la sua visione, ispirandosi scenograficamente anche a pellicole come Metropolis. D'altronde stiamo parlando di un regista premio Oscar (per Il Falsario ndr.), non di un signore che non sa quello che sta facendo. In questi film si tiene, giustamente, d'occhio il personaggio, il messaggio che vuole veicolare, ma c'è anche la qualità artistica data dal regista. Lui poi ha delle bambine da cui si è lasciato ispirare ed è andato quasi a raccontare una fiaba in famiglia e questo ha giovato. C'è poi una cura particolare, non è stato realizzato in maniera frettolosa. L'aspetto scenografico verrà anche ampliato nel sequel dove, agli scenari naturali dell'India, si aggiungono quelli imponenti ricostruiti in studio a Babelsberg in Germania. D'altronde, per i paramentri europei sono dei film costosi, con un budget che si aggira intorno ai 10 milioni di euro. Ma comunque, nei paesi dove è già uscito ha avuto un notevole esito al botteghino

A.B. : In merito alla magia, in Maga Martina questo elemento, più che risolvere problemi, tende a crearli e questo, indubbiamente, può portare a soluzioni narrative gradevoli da vedere al cinema. Su quali altre peculiarità avete fatto leva o vi siete concentrati su questo che è l'aspetto principale?

A.P. : Effettivamente ci siamo concentrati su questo. Essendo una bambina così simpatica, normale, si capisce che fa una serie di errori perché è ancora inconsapevole del suo ruolo, non ha nessuna delle qualità pre-ordinate che a volte hanno i personaggi di avventure fantasy. Lei stessa è sorpresa di queste capacità, ha addirittura un tempo limitato per dimostrare di essere degna del suo ruolo e il draghetto Ettore dovrebbe essere il controllore di questa fase. Poi dopo nasce l'amicizia, la collaborazione fra loro e tutte le marachelle, che non vengono comuniate a Teodolinda, ma delle quali è natutalmente consapevole, vengono perdonate grazie alla buona fede di Martina. E' un gioco per far capire che nella vita si fanno errori, da cui poi si traggono conclusioni ed insegnamenti, a soluzioni positive. Mi sembra un cammino giusto no?

A.B. : Assolutamente si. Parlavamo di didattica d'altronde. Parlando di Stefan Ruzowitzky , quanto conta avere un regista con un background artistico almeno apparentemente alieno al mondo dei film per ragazzi?

A.P. : Sono convinto di una cosa riguardo al cinema in generale. La forma visiva, essendo il cinema una forma d'arte primariamente visiva, accompagna in maniera totalizzante il giudizio. Quindi anche chi non è eventualmente fornito di strumenti critici approfonditi circa la regia e i vari strumenti del linguaggio cinematografico, a livello inconscio viene colpito dalla cura messa nella realizzare un prodotto. Se il tutto viene condotto in maniera fluida, con delle musche adeguate, una regia attinente a quello che si vuole narrare, tutto questo viene percepito come un piacere, una forma più agevole di comprensione di quello che si vuol dire. L'apporto di un regista importante, con una propria visione è, di conseguenza, rilevante anche per questo tipo di film. E questo vale anche per altri film della Disney, specie quelli Pixar.


A.B. : E' appagato dalla riuscita tanto a livello di caratterizzazione quanto di resa on screen del simpatico Draghetto in Cgi Ettore?

A.P. : Si, estremamente sodisfatto. Sul draghetto ci hanno lavorato tantissimo, è diventato un bel personaggio. Anzi, considerando anche il sequel, più lo guardi e più lo conosci, e più ci familiarizzi, diventa quasi un amico. Ho una nipotina di quasi quattro anni che si è subito innamorata del draghetto "Lo voglio lo voglio!". Una cartona al tornasole direi.

A.B. : Come ultima domanda, le chiedo un commento sul lavoro fatto dai talent nel doppiaggio del film? Nomi come Tonino Accolla e Luca Ward sono sinonimo di ottime interpretazioni vocali, senza contare che questo è il secondo villain consecutivo doppiato da Ward in una produzione Disney (era il Dr Facilier ne La Principessa e il Ranocchio)?

A.P. : Molto appagato. Per quanto riguarda Accolla, sono contento perché gli ha dato quel giusto carattere senza strafare, senza finire nella macchietta, ma conferendo quelle "sporcature"quelle colorature che servivano. D'altronde con nomi come quelli di Accolla e Ward siamo in ambiti di assoluta eccellenza.


A.B. : Siamo giunti al termine, la ringrazio vivamente della disponibilità a nome mio e a nome dei nostri lettori.


A.P. : Si figuri è stato un piacere.

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