Speciale Let Me In - Panel Comic-con 2010

Il regista di Cloverfield ci illustra il suo personalissimo vampire-movie sui dolori dell'adolescenza

Speciale Let Me In - Panel Comic-con 2010
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Dopo il primo trailer rilasciato tempo fa, il pubblico e la critica, inizialmente restii, hanno cominciato ad incuriosirsi riguardo Let me in, remake dello svedese Let the right one in (da noi Lasciami entrare) che nel 2008 si è guadagnato il rispetto di molti. Il progetto, affidato alle abili mani del Matt Reeves che hanno dato vita a Cloverfield, vede come protagonisti Chloe Moretz (che ha già ampiamente dimostrato il suo talento in 500 giorni insieme e Kick-Ass) e Kodie Smit-McPhee (proveniente dalla difficile prova di The Road) in un vampire-movie non basato sul romanticismo (in qualunque forma lo si tenda ad identificare in questi giorni) quanto su una delicata metafora sull'adolescenza e l'accettazione di sé e degli altri.
Dopo i saluti da parte del regista, il pubblico in sala ha la possibilità di assistere ad un nuovo trailer, probabilmente quello definitivo visto l'approssimarsi dell'uscita in sala del film (prevista per il primo di ottobre). Successivamente, Reeves ha parlato del casting, ammettendo che, senza i giusti attori, sarebbe stata un'impresa fallimentare in partenza. Il piccolo Kodi è stato selezionato dopo aver provinato su una scena scritta sulla falsariga di una presente in Rosemary's baby, che ha convinto Reeves della bravura del ragazzo. Chloe, invece, è stata una sorpresa per il giovane regista, che non aveva ancora visto i film in cui aveva recitato. L'aneddoto più curioso riguarda però Richard Jenkins, che nel film interpreta il padre adottivo della ragazzina: conosciuto ad un party, è stato scritturato quando la moglie di Reeves ha suggerito al marito “Ma hai visto lo sguardo che ha?”.
Dopodiché abbiamo la possibilità di visionare altre due clip, la prima con protagonisti i ragazzini in una scena particolarmente toccante e significativa, la seconda vede invece il personaggio di Jerkins alle prese con la sua atavica “fame”.
Le scene danno la possibilità di notare non solo l'ottimo lavoro del cast tutto, ma anche differenze e similarità con l'originale dello svedese Alfredson. In particolare, notiamo come il film, nonostante sia stato ambientato negli Stati Uniti, non abbia perso la sua aura di oscurità da notte svedese, essendo ambientato in un'innevato New Mexico nei primi anni '80.
Non ci resta che attendere l'uscita definitiva del film, dunque.

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