Speciale La Vedova Nera

Natasha Romanoff, in arte la Vedova Nera, è la nostra nuova ospite!

Speciale La Vedova Nera
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"Our minds will be his toy and every girl and boy will learn to be employed by the black widow"
Alice Cooper - The Black Widow

Tra i più ricorrenti sistemi narrativi del fumetto supereroico vi è la possibilità che il nome iconico di un particolare eroe non sia legato ad un solo personaggio ma che transiti da una figura ad un'altra. Basti pensare che già un avventuriero pre-supereroico qual è The Phantom di Lee Falk si basi sull'idea che il nome, il manto e l'icona dell'eroe debbano tramandarsi da padre a figlio per rendersi idealmente immortali. Non è così dissimile il lavoro fatto dalla DC Comics sul personaggio di Flash da cui si strutturano i cosiddetti "legacy characters", ossia medesimi eroi ma impersonati da individui differenti di generazione in generazione. Ma può accadere anche che personaggi dallo stesso nome non abbiano veri legami tra loro: la Marvel Comics, non estranea a questa transitorietà delle icone, presenta numerosi paladini differenti che, nel corso degli anni, adottano lo stesso nome di battaglia: una di esse è La Vedova Nera (Black Widow in originale).
La prima Vedova Nera è un personaggio dai toni horror, tale Claire Voyante, un'anti-eroina in costume che uccide i malfattori per consegnarne le anime al Diavolo in persona, e viene ideata da George Kapitan e Harry Shale sulle pagine del numero 4 di Mystic Comics, serie edita dalla Timely Comics, casa editrice che, negli anni '60, verrà ribattezzata Marvel Comics.

Nel grande affresco di rifondazione dell'immaginario supereroico moderno varato da Stan Lee proprio negli anni '60 la Vedova Nera, invece, assume delle caratteristiche ben diverse dalla sua controparte originaria. Nell'Universo Marvel moderno la Vedova è la russa Natalia "Natasha" Romanova e, sebbene attualmente ricopra un ruolo di supereroina, le sue prime apparizioni la ritraggono come un personaggio negativo. Ideata da Stan Lee, Don Rico e Don Heck sulle pagine di Tales of Suspense 52 del 1964 la Vedova Nera dell' "era Marvel" è una spia del governo russo e si oppone all'eroe capitalista per eccellenza: Iron Man. Ritratta come una sorta di gelida Mata Hari dei comics, Natalia non ha originariamente un vero e proprio costume supereroico presentandosi come uno dei tanti malvagi bolscevichi tipici dei fumetti Usa editi all'epoca della Guerra Fredda.
Si consideri, infatti, come la "minaccia rossa" sia stata per l'industria dei comics statunitensi una vera miniera d'oro, istituzionalizzando un "grande nemico" da combattere, proprio come fu il nazismo per i fumetti della Golden Age. Tutti i principali eroi Marvel dei '60, alle loro prime apparizioni, si relazionano con elementi sovietici, sebbene Iron Man, quale magnate d'industria bellica, divenne il personaggio più adatto da inserire in storie inerenti la guerra fredda e lo spionaggio, tant'è che tutti i suoi principali nemici, dal Mandarino alla Dinamo Cremisi fino appunto alla Vedova Nera, si impongono come chiare metafore del comunismo.

Due anni più tardi la sua prima apparizione la Vedova assume un costume da battaglia e una serie di gadget tecnologici -in perfetto stile James Bond- che suppliscono la sua assenza di superpoteri, per una battaglia contro il supergruppo noto come I Vendicatori in Avengers 29 del 1966, mentre sarà nel 1970, sulle pagine del numero 86 di The Amazing Spider-Man, che guadagnerà l'iconografia con la quale verrà poi maggiormente identificata, con l'aderente costume nero. Già nella sua prima missione in costume la Vedova inizia a perdere, però, il suo retaggio, ribellandosi al Governo Russo per attaccare i Vendicatori solo a seguito di un lavaggio del cervello operato dal KGB. Com'è ricorrente nei comics supereroistici, e in maggior misura nelle pubblicazioni Marvel, i protagonisti mutano con le epoche in cui vengono pubblicate le storie e, spesso, si trasformano in figure ben distanti da quelle che erano originariamente. Con l'affievolirsi della paura comunista nella società statunitense i personaggi di origini russe smettono gradualmente di essere didascalizzati solo come malvagi e La Vedova Nera viene presto promossa a rango di supereroina. Pur non guadagnando mai una serie regolare a suo nome, apparendo perlopiù in miniserie e graphic novel, La Vedova diviene un personaggio ricorrente delle storie di Daredevil, sia come alleata che come amante del Diavolo Rosso, e arriva parallelamente a militare in vari supergruppi come I Campioni nonché proprio I Vendicatori, alleandosi con i paladini che originariamente combatteva. In altre storie continua ad essere ritratta come spia, ma dalla parte della giustizia, quale agente freelance dell'associazione di controspionaggio internazionale S.H.I.E.L.D. guidata da Nick Fury. Personaggio controverso e sfaccettato la Vedova è spesso accostata alla classica figurazione della Femme Fatale manipolatrice tipica del classico genere noir, che usa la sua bellezza algida come un'arma, come fosse una delle sue tante abilità marziali, seppur nella sua carriera di giustiziera arriva a legarsi sentimentalmente e passionalmente a molti dei classici eroi Marvel. La Vedova fa suo un retaggio di alterità, tanto per la distanza culturale di un personaggio sovietico immaginato dagli Usa, quanto per essere un personaggio femminile in un mondo perlopiù assoggettato alla retorica maschile.

Come si è detto, i tempi cambiano e con essi gli eroi e i malvagi che, dal fumetto, si tramutano in icone multimediali e assumono un audience più diversificata. Il cinema ha molto allargato il bacino d'utenza del genere supereroico e il fatto che non si cerchi più di accalappiarsi il solo pubblico maschile - generalmente indicato come preferenziale per le storie di supereroi cartacei - lo certifica un po' tutto il progetto Marvel Studios che sceglie, per interpretare i campioni Marvel, tutti attori sex symbol che hanno reso i personaggi in questo modo ben graditi anche alle platee femminili. In questo nuovo affresco La Vedova Nera assume un aspetto di emancipazione che le era proprio già nei comics di provenienza, ma che ora è pronto ad essere fruito maggiormente da una schiera di spettatrici (anche non "lettrici") pronte ad identificarsi con lei. Apparsa per la prima volta sullo schermo, con il volto di Scarlett Johansson, in Iron Man 2 di Jon Favreau (2010), i Marvel Studios la presentano al pubblico già dalla parte della giustizia, come agente S.H.I.E.L.D., mentre tornerà, sempre interpretata dalla medesima attrice, quale unico membro muliebre della formazione cinematografica dei Vendicatori nel film The Avengers di Joss Whedon (2012), senza paura di sfigurare accanto a big del fumetto, e ora anche del cinema, come Capitan America, Hulk, Iron Man e Thor.
Mauro Antonini, giornalista crossmediale, scrittore ed autore, nonché curatore di Road to the Avengers, è anche autore di PiccionCinema, la popolare webseries che questa settimana, in esclusiva per Movieye, presenta l'inedita e richiestissima vignetta dedicata al film di Joss Whedon.
Piccion è un piccione viaggiatore, con il potere speciale di comparire nei momenti focali di tutta la storia del cinema. Invade spazi che non gli appartengono, si imPICCia, e si trova di vignetta in vignetta sbalzato in situazioni che lo vedono in pericolo o pronto a fare amicizia con le icone del cinema classico e contemporaneo. Piccion appare online ogni settimana in una "rubrica disegnata" in un elegante bianco e nero "classico" dal titolo PICCIONCINEMA, ad opera di Mauro Antonini, giornalista, studioso di cinema, comics e cultura pop e disegnatore, ed è visionabile sul suo blog e sulla pagina Facebook del progetto.
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