Speciale La Casa: Non entrate in quelle case!

Tutte le dimore maledette di Sam Raimi e le loro imitazioni

Speciale La Casa: Non entrate in quelle case!
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Dopo tantissima attesa tempestata di teaser, trailer "piratati", trailer provvisori e recensioni d'oltreoceano, Evil Dead di Fede Alvarez, remake dell'omonimo cult del cinema splatter firmato nel lontano 1982 (non 1981 come erroneamente riportato da più fonti) dall'allora esordiente Sam Raimi, si appresta finalmente a invadere le sale cinematografiche italiane - a partire dal 9 Maggio 2013 distribuito da Warner Bros Pictures Italia - con lo stesso titolo che finì per rendere celebre la pellicola realizzata dal futuro autore della trilogia Spider-Man: La casa.
Un titolo che ha portato talmente tanta fortuna al botteghino da spingere gli italiani a sfoderarne simili per la diffusione nostrana di altre produzioni straniere, da Superstition, diretto nello stesso anno da James W. Roberson e uscito come La casa di Mary, a House di Steve Miner, del 1986, divenuto Chi è sepolto in quella casa?.
Un titolo che ha contribuito anche a generare non poca confusione, in quanto sfruttato, inoltre, per lanciare falsi sequel del capostipite raimiano, nel frattempo trasformatosi, a sua volta, in una vera e propria saga.
Quindi, quante sono le vere continuazioni de La casa? E quelle false, proseguono la storia dei film di Raimi o ne raccontano altre che non vi si collegano affatto? Cerchiamo di scoprirlo insieme.

La casa (1982)

Cinque amici vanno a trascorrere il week-end in un cottage isolato tra i boschi, per poi recitare i passaggi di un misterioso libro trovato in cantina insieme a un vecchio registratore a bobine.
Con le forze del male pronte a scatenarsi per possedere l'uno dopo l'altro i protagonisti, trasformandoli in sanguinari demoni non distanti dalla indiavolata Regan de L'esorcista, Sam Raimi, da vero e proprio maestro della Settima arte, dimostra come sfruttare a dovere un esilissimo plot - derivato dal suo cortometraggio del 1978 Within the woods - e un budget irrisorio (circa trecentomila dollari) al fine di concepire una pietra miliare della celluloide capace di conquistare pubblico e critica.
Pietra miliare impreziosita da tanto artigianali quanto efficaci effetti di trucco che, con un giovane Joel Coen coinvolto in qualità di assistente al montaggio, abbonda in eccessi gore tutt'altro che aspettati per l'epoca della sua uscita nelle sale, sebbene il pubblico avesse già avuto modo di vedere Zombi di George A. Romero e i primi Venerdì 13.
Del resto, stiamo parlando del titolo che ha inaugurato la febbre splatter degli anni Ottanta e che, inoltre, ha provveduto a introdurre, tramite i suoi spaventosi posseduti, una vera e propria variante della classica figura del morto vivente, tanto da influenzare non poco cinema horror successivo (citiamo solo Demoni di Lamberto Bava e La notte dei demoni di Kevin Tenney).

La casa 2 (1987)

Di nuovo interpretato da Bruce Campbell, ritroviamo Ash, protagonista del film precedente, nel cottage tra i boschi insieme alla fidanzata Linda, come se i raccapriccianti fatti raccontati nel capostipite non fossero mai accaduti.
Perché, concepito con un budget dieci volte superiore a quello avuto a disposizione per il primo film, su richiesta del produttore Dino De Laurentiis Sam Raimi avrebbe dovuto realizzarne un remake, non un sequel, ma inventa un nuovo prologo che, appunto, provvede a introdurci a quella che è, a tutti gli effetti, una continuazione de La casa.
Infatti, ci si ricollega al suo finale solo dopo che il protagonista scatena le forze del male e Linda viene posseduta da esse, man mano che il regista sfoggia le vertiginose inquadrature e i veloci movimenti di macchina che hanno finito presto per trasformarsi nel suo marchio di riconoscimento.
La novità, però, risiede nel fatto che, tra creature demoniache, bulbi oculari schizzanti e, ovviamente, fiumi di liquido rosso, grazie a un inedito uso dell'umorismo l'assurdo insieme viene confezionato ricorrendo a un look da vero e proprio cartoon in carne e ossa, tanto che la rappresentazione del dolore non risulta affatto distante da quella alla base delle maldestre imprese di Wile Coyote.
E Ash, costretto addirittura a tagliarsi una mano per poi sostituirla con una motosega, raggiunge lo status di primo anti-eroe del cinema horror.

La casa 3 (1988)

Intercettato il disperato grido di aiuto di qualcuno che, a quanto pare, sta per essere ucciso, un radioamatore segue le coordinate del segnale e si ritrova insieme alla sua fidanzata in una villa nei pressi di Boston, dove approdano anche quattro ragazzi in vacanza con il camper.
Con la Lara Wendel di Tenebre nei panni della donna e il Donal O'Brien di Quel maledetto treno blindato in quelli del custode dell'abitazione, il quale consiglia al gruppetto di andare via, la pellicola non ha assolutamente nulla a che vedere con i due film diretti da Sam Raimi.
Realizzata dal nostro Umberto Lenzi sotto pseudonimo Humphrey Humbert, infatti, trattasi di una produzione messa in piedi dalla Filmirage del compianto Joe D'Amato alias Aristide Massaccesi che, circolata all'estero come Ghosthouse, ha tentato di continuare a sfruttare il potenziale commerciale dei cult raimiani scippandogli il titolo.
E, con omicidi piuttosto violenti e apparizioni del fantasma di una bambina perennemente accompagnata da un inquietante pupazzo raffigurante un pagliaccio, il risultato finale non è neppure disprezzabile. Sempre se sapete sorvolare sulla non troppo convincente recitazione e sulle ingenuità tipiche del nostro cinema di genere che andava allora incontro alla propria fine.

La casa 4 (1988)

Legato all'epoca della caccia alle streghe e costruito sulla porta dell'Inferno, un antico albergo su un'isola viene acquistato da una coppia che vi si reca insieme alla figlia incinta, con le fattezze della Linda Blair de L'esorcista, e dove approdano anche un fotografo e la fidanzata, appassionata di occulto.
E sono David Hasselhoff e Leslie Cumming a incarnare questi ultimi, nel corso di un'altra produzione Filmirage che - esportata con i titoli Witchcraft e Witchery - vede stavolta al timone di regia Fabrizio Laurenti sotto pseudonimo Martin Newlin.
Un Fabrizio Laurenti che manifesta piena padronanza del mezzo e apprezzabili capacità tecniche nell'inscenare la mattanza ai danni degli occupanti dell'abitazione, i quali, complice l'apparizione di una misteriosa donna vestita di nero, cominciano a essere eliminati a seconda dei loro peccati.
Tra un corpo impiccato e un altro ritrovato con un pesce spada conficcato nel collo, la sequenza che rimane maggiormente impressa nella mente è, senza dubbio, quella della vittima cui vengono cucite le labbra per poi ritrovarsi appesa a testa in giù nel camino.

La casa 5 (1990)

Prima abbiamo il David Brandon di Deliria che, nei panni di un sacerdote, si reca presso la cella di una donna condannata alla sedia elettrica per aver ucciso dei bambini, poi un pastore protestante che va a vivere con la moglie ed i due figli piccoli in una nuova abitazione che non tarda a lasciar manifestare le malefiche presenze che vi albergano.
Tra misteriosi esseri che escono dai muri della casa per rapire il bambino maschio, streghe e, addirittura, esorcismi, si consuma l'ultimo dei sequel apocrifi ai film di Raimi sfornati dalla Filmirage, circolato all'estero con i titoli Darkness e Beyond darkness.
Sotto pseudonimo Clyde Anderson, alla regia c'è il Claudio Fragasso che, prima di passare al cinema d'azione nostrano con Palermo Milano solo andata e Coppia omicida, aveva avuto modo di occuparsi di diversi falsi seguiti di successi americani (collaborò al Terminator 2 di Bruno Mattei e realizzò un Non aprite quella porta 3).
E diciamo che la costruzione generale e l'atmosfera non risultano affatto disprezzabili, ma sono la pochezza di idee e, soprattutto, la fiacchezza narrativa a penalizzare l'insieme.

La casa 7 (1989)

Uno scienziato scopre che l'esecuzione su sedia elettrica del serial killer dalla mannaja Max Jenke, con le fattezze del compianto Brion James, ha permesso all'omicida di elevarsi abbandonando il piano materiale per trasferirsi, in forma di malvagia presenza in cerca di vendetta, nell'abitazione in cui vivono Lucas McCarthy alias Lance Henricksen, agente di polizia che lo ha catturato, e la sua famiglia.
Con quest'ultimo spesso in preda ad incubi (non male la visione del tacchino arrostito che prende vita), è chiaro che l'intento sia quello di riallacciarsi alla serie Nightmare, anche se, discretamente confezionato e non privo di omicidi, della filmografia di Wes Craven l'elaborato in questione - diretto da James"Jason X"Issac, ma iniziato da David Blyth - sembra anticipare l'idea alla base del contemporaneo Sotto shock.
Per quanto riguarda il titolo italiano, le cose stanno così: Filmirage aveva depositato il titolo La casa 6, mai realizzato e che doveva essere diretto da Edoardo Margheriti, quindi, nel frattempo, venne usato La casa 7 per distribuire questo The horror show, circolato in diversi paesi come House 3 e passando, a sua volta, per il terzo tassello della serie iniziata con Chi è sepolto in quella casa? e La casa di Helen (oltretutto, prodotti come questo da Sean S. Cunningham).
Per complicare ulteriormente le cose (o, meglio, le case), in dvd (tagliato!) il film è uscito come La casa III (!!!).

L’armata delle tenebre (1992)

Catapultato nell' Anno Domini 1300 in seguito alla lettura dei passaggi demoniaci contenuti nel Necronomicon, il Libro dei Morti, Ash, dotato di motosega al posto della mano destra, viene incaricato di recuperare proprio il testo, che gli consentirebbe di tornare nel XX secolo; ma sbaglia a pronunciare la formula per ottenerlo, permettendo agli scheletri dei guerrieri morti di tornare in vita e attaccare il castello di Re Arthur.
E, ovviamente, sempre più impegnato in deformazioni facciali da cartoon e imprese da imbranato, è di nuovo il mitico Bruce Campbell a concedere anima e corpo al protagonista nel corso di quello che, diretto da Sam Raimi, è l'unico vero sequel de La casa 2.
Sequel in cui il cottage sperduto e maledetto viene del tutto accantonato per concedere spazio a una fanta-avventura in costume ricca di azione, spettacolarità ed effetti speciali in cui, oltre alle consuete creature demoniache, Ash deve vedersela prima con suoi piccoli alter-ego, poi con un suo doppio malvagio.
Fanta-avventura che omaggia Gli argonauti di Don Chaffey e anticipa, sotto certi aspetti, la trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson; mentre il regista, come di consueto, non rinuncia alle sue acrobazie con la cinepresa e le massicce dosi di ironia a suon di splatter arricchiscono non poco il divertimento di uno spettacolo dal ritmo decisamente incalzante.

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