Speciale John Woo - Incontro con la stampa

Il nostro incontro con John Woo, Leone d'Oro alla carriera al Festival di Venezia.

Speciale John Woo - Incontro con la stampa
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Il suo nome di battesimo è Wu Yusen, ma tutti - soprattutto i seguaci irriducibili della settima arte - lo conoscono come John Woo, colui che ci ha regalato veri e propri capolavori dell'action-movie dagli occhi a mandorla (e non solo) come The killer (1989), Hard-boiled (1992) e Face/off-Due facce di un assassino (1997).
Classe 1946, è approdato presso la sessantasettesima Mostra d'arte cinematografica di Venezia non solo per presentare insieme al cast Reign of assassins, lungometraggio di cappa e spada che ha soltanto co-diretto insieme al giovane Su Chao-Pin, ma anche è soprattutto per ritirare il prestigioso Leone d'oro alla carriera che, dopo Tim Burton, Ermanno Olmi e John Lasseter, la kermesse ha finalmente deciso di consegnargli.

Cosa ha significato per John Woo il recente ritorno in Cina, dove, a partire da La battaglia dei tre regni, pare stia facendo film sempre più imponenti?

John Woo: Prima di tutto, visto che lavoro a Hollywood da sedici anni, ho imparato molto ed ho portato in asia l'esperienza appresa in America. Qualche anno fa, in Cina ho incontrato questo giovane regista e a me sembra giusto permettere a questi ragazzi che cominciano a cimentarsi dietro la macchina da presa di realizzare film nella maniera hollywoodiana. Poi, in genere molte persone non sanno quasi niente della nostra cultura, conoscono soltanto i film di kung fu, che la rappresentano in minima parte, quindi ho deciso di andare in Cina per fare La battaglia dei tre regni e Reign of assassins, ma non ho abbandonato Hollywood. Tra l'altro, voglio dedicare questo film alla mia famiglia e a mia madre, che per me ha fatto molto e fu la prima a portarmi al cinema e a dirmi "Se vuoi fare il cinema, fallo".

Cosa ha provato dopo la chiamata di Marco Müller per questo Leone d'oro alla carriera?

John Woo: Inizialmente sono rimasto shockato e pensavo che lui scherzasse. Mi sento molto onorato di aver ricevuto questo premio alla carriera, vorrei ringraziare Müller perché ciò ha dato inizio a un nuovo capitolo della mia vita, è quasi un sogno, un miracolo. Semplicemente, è un grandissimo onore.

Marco Müller: Dopo la mia chiamata, John diceva "Ma io non merito questo" e abbiamo dovuto fare di tutto per convincerlo. Questo premio era lì che aspettava.JQuale è la differenza tra questo film e gli altri di kung fu? John Woo: In realtà, in questo film io ho curato soprattutto la fase di montaggio, quindi sarebbe meglio far rispondere Su Chao-Pin.

Su Chao-Pin: Tramite questa storia penso che abbiamo portato ad oggi le star delle arti marziali di un tempo.

Da cosa è stata ispirata la magnifica eroina protagonista?

John Woo: Pensiamo a tanti film di cappa e spada e abbiamo visto in quei film notevoli ruoli di eroina che da tanto tempo mancavano al cinema, quindi abbiamo pensato di introdurne uno diverso. Michelle, poi, ha un cuore tenero e fa sempre sorridere i colleghi, mi piacerebbe lavorare nuovamente con lei.

Su Chao-Pin: In realtà, quando scrissi il film pensai a un eroe, ma vedevo che nei vecchi lungometraggi di cappa e spada le donne venivano sempre messe da parte. Poi, quando ho saputo che avrei dovuto lavorare con Michelle, ho pensato a questo personaggio femminile.

Michelle è famosa soprattutto per le scene d'arti marziali, ma le scene d'amore matrimoniale le ha preparate insieme ad Angeles?

Michelle Yeoh: Quando dovevamo preparare i personaggi, abbiamo fatto molte riunioni di sceneggiatura e ciò ci ha aiutati molto. Poi, Angeles è bellissimo, quindi era un sogno girare le scene d'amore con lui (ride).

Angeles Woo: Non ho assolutamente avuto problemi e penso che nessun uomo ne avrebbe avuti, considerando il fascino di Michelle (ride). Comunque, fin dalla prima scena ho avuto l'impressione di girare con amici di vecchia data, mentre ci conoscevamo da poco. Sono molto grato al regista e agli attori per avermi fatto vivere questa bellissima esperienza.

Nel film, diverse carrellate e l'uso del fermo immagine sembrerebbero proprio un omaggio al cinema di John Woo. Inoltre, c'è stata forse l'intenzione di tributare Chang Chen, maestro di John Woo?

John Woo: Né io, né lui, prima di girare il film volevamo aggiungere elementi esagerati che avrebbero modificato lo stile del cappa e spada. Comunque, io mi sono limitato a dare suggerimenti per conferire un tocco romantico all'insieme.

Su Chao-Pin: Sì, ci ha dato una grande mano nella fase di montaggio. Da piccolo guardavo molti film di Chang Chen, ma ora li ricorderei solo se li rivedessi.

Quale direzione prenderà ora il cinema di John Woo?

John Woo: Innanzitutto, vorrei essere un ponte tra l'oriente e l'occidente, poi, vorrei produrre dei film in Cina, ma senza trascurare occasioni hollywoodiane. Per quanto riguarda i miei progetti futuri, ho Flying tiger herpes e da tempo vorrei girare un mio film di cappa e spada, diverso da questo e con una base profondamente filosofica. Inoltre, ho un progetto su un film di Jean-Pierre Melville di cui, però, non posso svelare niente, e un remake del mio The killer che sarà diretto da un regista coreano amico di Angeles.

Qualche consiglio da dare ai giovani registi che iniziano ora la loro carriera?

John Woo: Non ne ho molti, posso solo dire loro di non rinunciare mai ai sogni, come io ho fatto da quando mia madre mi disse di fare il cinema.

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