Speciale Intervista a Michael Madsen

Everyeye al BAFF (Busto Arsizio Film Festival): conferenza stampa con Michael Madsen e John Savage

Speciale Intervista a Michael Madsen
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Per chi non conosce il BAFF (Busto Arsizio Film Festival) possiamo dire che si tratta di uno dei più grandi festival cinematografici della Lombardia. Credeteci.
Ogni anno il comune di Busto rivoluziona la sua città con una serie di proiezioni uniche e affascinanti, con tanti eventi e numerosi ospiti di alto rilievo. Quest'anno, il nono, non è stato di certo da meno.
La vera punta di diamante di questa edizione è stata la partecipazione di Michael Madsen, poliedrico attore conosciuto in particolar modo per il suo ruolo nel film "Le Iene" di Quentin Tarantino.
Per gli smemorati dalla poca memoria: Michael Madsen, nel lontano 91, interpretava il sadico Mr. Blonde alias Vic Vega. Ruolo simbolo per lui, vera e propria consacrazione della sua carriera.
Ma non dimentichiamoci di "Bud" il fratello di Bill nell'opera più sanguinaria di Tarantino, ovvero, Kill Bill.
Bud è stato un altro ruolo chiave per la carriera di Madsen, e, l'attore non ne ha fatto mistero durante la conferenza stampa.
Everyeye era presente con un inviato dal duplice ruolo: giornalista ed insegnante di liceo.
Il Liceo Artistico P. Candiani di Busto Arsizio sa quanto sia fondamentale portare i ragazzi al cinema e in generale verso le arti. Proprio per questo ha collaborato con noi per la riuscita di questo pezzo.
Lo ringraziamo e vi auguriamo buona lettura.

Stivali e giubbotto di pelle

Raccontaci della genesi delle "Iene", come è cominciato tutto quanto?
M.M.:Non tutti sanno che prima di girare le Iene, Quentin Tarantino era il commesso di una videoteca, ai tempi aveva scritto questa sceneggiatura ma nessuno voleva produrgliela, non si fidavano di lui.
Io stesso avevo fatto ogni tipo di lavoro prima di iniziare la carriera, camionista, meccanico, elettricista ho perfino lavorato in un ospedale.
Poi arrivai sul set di Thelma e Louise e proprio lì conobbi il mio caro amico (diventerà perfino il padrino di mio figlio Max) Harvey Keitel, il futuro Mr.White.
Gli giunse per le mani lo script delle iene, e nonostante il suo agente gli sconsigliasse di prendervi parte accettò il ruolo e riuscì perfino a trascinare me dentro al cast.
Harvey diventò anche uno dei finanziatori del progetto, senza di lui non ci sarebbe stato nessun film.
Dal canto mio, volevo essere Mr.Pink perché mi piaceva l'idea di fregare tutti e alla fine scappare con i diamanti, feci perfino il provino ma Quentin disse che non avevo la "fisicità" adatta, e aveva ragione.
Mr. Pink è Steve Buscemi, nessuno avrebbe potuto interpretarlo come lui ha fatto.

Michael, quali sono i tuoi modelli? Quali persone hanno influenzato la tua vita e ti hanno permesso di arrivare dove sei?
M.M.:Ora come ora direi mio padre, lui era un pompiere. In trent'anni di lavoro fra edifici in fiamme e almeno quattro vite salvate ogni mese non ha mai ricevuto nemmeno una medaglia, guadagnava anche poco.
Sono cose che a dieci anni non noti, solo quando sei più grande ti accorgi di quanto i tuoi genitori hanno fatto per te.
Di modelli nel mondo dello spettacolo ce ne sono molti invece: Kirk Douglas, Lee Marvin, Steve McQueen sono solo alcuni.
C'è una grossa differenza fra quegli attori e quelli di oggi.
Gli attori di oggi, quelli di Avatar ad esempio, possono essere messi tutti in fila senza che nessuno di essi spicchi, non hanno niente da dire.
Ma gli attori dei tempi andati, se stavano in piedi in una stanza si percepiva che avessero qualcosa di particolare, un certo non so che, del carisma insomma.

Vi siete mai accorti, stando sul set, che stavate prendendo parte a una pellicola che avrebbe fatto storia?
M.M.: Lavoravamo e basta, come professionisti. Certo, eravamo eccitati per la novità che la pellicola rappresentava ma non c'era voglia di primeggiare gli uni sugli altri.
Poi c'era Keitel, lui è un attore molto più bravo di me, si sentiva sul set il fatto che fosse ad un altro livello.
Diciamo che questo ci ha spronato, tutti cercavano di essere più cool di Harvey. Per preparaci ci guardavamo spesso i classici gangster movie, e in particolare io osservavo Humprey Bogart.
J.S.: Nessuno aveva la minima idea di stare lavorando ad un capolavoro. Anzi ci sembrava di esser meno naturali nella recitazione solo perché nessuno sapeva quello che stava facendo. Eravamo un gruppo di amici pronti a mettersi in gioco e a dare il meglio.

Da tempo voci di corridoio vogliono un tuo ritorno nei panni di Vic Vega, i rumors suggeriscono un possibile progetto in cantiere chiamato "Vega Brothers" incentrato sul tuo personaggio nelle iene e su quello di John Travolta in Pulp Fiction, Vincent. Ci puoi dire qualcosa in merito?
M.M.:(Ride) Questa è una domanda che ho sentito milioni di volte, ma solo Dio sa quello che frulla nella testa di Quentin.
Eravamo in un bar del Texas una volta, e dopo 15 shot di Tequila l'idea di un film sui Vega Brothers ha cominciato a sembrarci una buona idea.
Dapprima doveva essere un prequel, poi un sequel ma era difficile far collimare tutti i pezzi, come sapete entrambi i fratelli muoiono, li vediamo morire nei due film.
Quindi avevamo pensato di ambientare il sequel molti anni dopo dove io e John (Travolta) interpretavamo i due fratelli gemelli di Vic e Vincent appena usciti dal carcere e in cerca di vendetta.
Tuttavia l'idea si è persa e non ne ho sentito più parlare, ma non posso escludere che Quentin ci stia pensando, non so proprio cosa ci sia nella sua testa. Questa è una domanda da fare a lui! (Ride)

I miei alunni hanno visto "Le Iene", e tramite esso abbiamo parlato della sceneggiatura e dei dialoghi di una pellicola, ora stiamo iniziando a girare un nostro cortometraggio a sfondo scolastico e quindi stiamo affrontando tutti i guai che una produzione comporta. Voi, che di set ne avete masticati parecchi, avete qualche consiglio da darci? Qual è il segreto?
M.M.: La Paura! (Ride) Forse non è stata una buona idea per i tuoi alunni vedere "Le Iene". Dirò a loro quello che John Mitchum disse a me quel giorno quando da giovane mi avvicinai a lui pieno di speranza per la mia carriera: non fate mai cinema, mai.
J.S.: Ho appena finito di partecipare ad un piccolo lungo auto prodotto nei dintorni di Roma, e tutti i professionisti sul set erano molto giovani, li ho osservati bene mentre lavoravano.
Io sono nonno, e molte cose che mio nipote fa con naturalezza io non le capisco nemmeno, ma proprio per questo ripongo in lui le mie speranze.
È nei giovani che risiede il nostro futuro, la voglia di fare, è nei ragazzi come i tuoi alunni che provano, sperimentano e si mettono in gioco.
Anche per questo amo l'Italia, se c'è una cosa che ho notato stando qui in Italia è la voglia di fare dei giovani, sono rimasto stupito. Vi auguro di realizzare i vostri sogni, e il mio consiglio è quello di non mollare mai. Le vostre opportunità sono infinite.

Intervista a Michael Madsen La conferenza stampa si è conclusa tra fotografi e flash per lasciare spazio ad una serata benefica. Proeizione de "Le Iene" in lingua originale con raccolta fondi per il Giappone. L'evento è stato pensato da Savage e dallo stesso Madsen ed è stato un successo.

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