Speciale Hunger Games: col senno di poi

Uno sguardo a posteriori a uno dei fenomeni di quest'anno

Speciale Hunger Games: col senno di poi
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Ne abbiamo parlato e straparlato, senza esagerare, ovvio, ma ciò non è servito a evitare, in alcuni, quella spiacevole allergia empatica che si sviluppa ogni qual volta un film si trasforma in fenomeno e diventa il soggetto predominante di tutta la comunicazione mediatica che ci circonda. Ora che le acque si sono un po’ calmate e che Hunger Games è tornato momentaneamente nel dimenticatoio (in attesa dell’inizio delle riprese del secondo capitolo), ci sembra doveroso tirare un po’ le somma del tutto, cercando di capire cosa è davvero successo nel mondo con l’uscita del film nelle sale. L’America è esplosa a marzo, noi abbiamo dovuto aspettare maggio, qualcuno come la Cina è ancora in attesa, ma ormai i tempi per fare i conti in tasca al franchise della Lionsgate sono ben che maturi. Ce lo hanno proposto come il nuovo Twilight degli incassi, l’Harry Potter delle aspettative, il futuro economico del cinema young adult... eppure, a voler essere del tutto onesti e sinceri, a sole poche settimane dal suo debutto italiano ci siamo quasi dimenticati di lui. Cosa è successo durante questi Hunger Games?

Scoppia la rivolta

Il 23 marzo 2012 The Hunger Games arriva nei cinema americani. Per l’occasione moltissime sale organizzano delle speciali proiezioni di mezzanotte. Il fenomeno letterario, dopotutto, era già esploso abbastanza e l’attesa da parte dei fan aveva raggiunto livelli tali da garantire un sicuro afflusso in sala, anche ad orari inusuali. 2565 gli schermi programmati per l’anteprima notturna. Un numero davvero notevole, ma non esagerato viste le file di gente in attesa al di fuori dei cinema. Le immagini ricordano molto quelle già vissute in passato per la saga di Twilight e, come esse, preoccupano e incoraggiano allo stesso tempo. Da un lato c’è il sicuro successo del progetto per quella fetta di pubblico famosa per la sua capacità di creare idoli e generare così un cospicuo giro economico, dall’alto l’impatto mediatico che tutto questo possa avere sul resto del mondo, rendendo The Hunger Games un 'filmetto per ragazzine'. Tutti pensieri che sono stati prontamente sbaragliati dai 19,75 milioni di dollari incassati solo da questa prima notte, di cui più di un milione provenienti dalle proiezioni in IMAX: un dato di per sé sconcertante, reso ancora più eclatante quando la cifra si è alzata sempre più nel giro di poche ore. Quando con la luce del giorno la programmazione si è fatta stabile e gli schermi sono diventati 4137, si sono superati i 60 milioni, preannunciando dei risultati da box office del primo weekend davvero eccezionali.

Un risultato notevole

The Hunger Games non ha deluso le aspettative, anzi: a termine del fine settimana il film ha infatti incassato 155 milioni di dollari solo in nord America, raggiungendo i 214 se ad essi vengono sommati gli incassi del resto del mondo in cui è andato in programmazione. La storia di Katniss surclassa completamente la saga di Twilight e si mette direttamente in coda a fenomeni riconosciuti come Il Cavaliere Oscuro e Harry Potter e i Doni della Morte - Parte II. Curioso è notare come entrambi i film fossero comunque dei sequel di progetti già affermatisi, mentre The Hunger Games è solo l’incipit della saga cinematografica. Altro dato curioso è il sesso degli spettatori presenti in sala. La maggioranza, il 61%, erano ovviamente donne, ma ben il 56% del pubblico aveva un’età superiore ai 25 anni, una cosa insolita per un fenomeno nato dalla letteratura young adult e per cui la produzione ha combattuto per ottenere un PGR 13. “Suzanne ha scritto questi libri per i ragazzi, perché potessero leggerli, discuterne e rifletterci. Non potremmo mai realizzare una versione cinematografica cui quei ragazzi non potessero partecipare. Sono stati loro a dare avvio a tutto questo e meritano di poter vedere il film”, ha dichiarato la produttrice Nina Jacobson, confermando così che, nonostante la violenza intrinseca della storia, anche i sequel manterranno lo stesso livello narrativo, aggirando le censure.

Progetti per l’edizione della memoria

In tre settimane The Hunger Games ha raggiunto il mezzo miliardo di dollari, guadagnandosi la sua nomea di evento cinematografico della primavera 2012. Così, seppure già il contratto di cessione dei diritti di sfruttamento prevedesse la realizzazione dell’intera saga a prescindere dagli incassi del primo capitolo, il futuro sul grande schermo di The Hunger Games è divenuto sempre più certo. Ma chi dirigerà il sequel? Dopo qualche giorno di tentennamento, la notizia ufficiale è arrivata direttamente dalla Lionsgate. Le redini dell’edizione della memoria degli Hunger Games non sarebbero più state tra le mani di Gary Ross, ma sarebbero passate a Francis Lawrence (Costantine, Io sono leggenda, Come l’acqua per gli elefanti). Sarà lui quindi a dover gestire i complessi meccanismi alla base di Catching Fire, il secondo libro uscito in Italia come La ragazza di fuoco, con la responsabilità di portare onore alla storia di Katniss e del Distretto 12.
Nel frattempo la pellicola ha continuato a far parlare di se facendo incetta di nomination all’edizione di quest’anno degli MTV Movie Awards: best male performance a Josh Hutcherson; best female performance a Jennifer Lawrence (e come dar loro torto?); breakthrough performance a Liam Hemsworth che dimostra che per colpire i cuori delle fan bastano anche soli cinque minuti sullo schermo; best on screen transformation a Elizabeth Banks per la sua Effie Trinket; best fight per lo scontro alla cornucopia tra Josh, Jennifer e Alexander Ludwig e, infine, il classico best kiss tra i due sfortunati amanti del Distretto 12 Katniss e Peeta.

Il successo è una questione...relativa

Ma allora perché, nonostante tutti questi trionfi di pubblico e critica, il fuoco di Hunger Games in Italia si è spento così in fretta? La pellicola non è certo stata un flop dal quale nascondersi con prepotenza, ma non ha raggiunto nemmeno lontanamente gli esplosivi risultati statunitensi. La critica lo ha giudicato indubbiamente un buon prodotto e anche il pubblico ha apprezzato le sfaccettature sociali ed emozionali del progetto... ma tutto ciò non è bastato a innescare quella caratteristica febbre che tutti si aspettavano. Qualcuno affida la colpa alla scarsa sponsorizzazione, che ha lasciato l’uscita di Hunger Games nelle sale italiane un po’ nell’ombra. Altri invece sostengono le motivazioni di questo scarso successo nel nostro Paese siano nascoste più in profondità. Dopotutto anche la saga letteraria, per quanto conosciuta e apprezzata da una determinata fascia di lettori anche in Italia, ha dovuto aspettare la versione cinematografica per abbattere le barriere della nicchia degli appassionati del genere. Forse perché la storia, con i suoi sottotesti politici e sociali, riesce a far presa più sulla società statunitense che in essa intravede un riflesso di un suo possibile futuro. Ma, come sempre accade, le motivazioni sono in realtà svariate e molteplici. Proprio per questo abbiamo pensato di chiedere a due fan della saga perché hanno amato o meno l’adattamento di The Hunger Games, chiedendo una mano agli amici del The Hunger Games Official Italian Fan Club.

Aspettative

“Visto ieri sera. Sinceramente devo ammettere che sono rimasta un po’ delusa. Non fraintendetemi, mi è piaciuto tantissimo. Diciamo solo che, dopo tante lodi, le mie aspettative erano davvero molto alte. Niente da dire sulla recitazione: fantastici tutti, da Jennifer a Josh (ho adorato la scena dell’intervista di Peeta o come il suo carattere venga fuori poco a poco, partendo dai silenzi rigidi tra lui e Katniss sul treno, fino ad arrivare alla caverna). Ciò che colpisce di più è l’azione di alcune scene. Personalmente è stato come se l’adrenalina avesse cominciato a scorrere anche dentro di me. Il bagno di sangue alla Cornucopia, l’incendio nel bosco, subito seguito dalla caccia a Katniss di un surreale e gioioso gruppo di Favoriti... e la scena degli aghi inseguitori. La mia preferita in realtà. non so se sia la handycam o la concitazione del cambio inquadratura, ma si riesce quasi a sentire le punture. Mi ha lasciata piacevolmente sorpresa anche il doppiaggio. Tante lamentele per nulla. La Saltarelli è stata bravissima, anche se in realtà mi ero convinta che avrebbe fatto un buon lavoro già dopo averla ascoltata come doppiatrice di Madoka Kaname nell’anime Madoka Magica. È riuscita a dare quel tocco di innocenza alternato a toni drammatici o arroganti”, racconta Nap.

Aspettative, parte seconda

Un parere differente esprime invece Rosy_mell: “La prima cosa che non mi è piaciuta è stato il personaggio di Peeta. L’ho amato nei libri, l’ho sognato per mesi, è uno dei miei personaggi letterari maschili preferiti, ma il suo sviluppo nel film è pari a zero. Non si avverte la sua autoironia, la bontà, il sarcasmo, la simpatia, l’amore incondizionato per Katniss. Così come non mi è piaciuto il personaggio di Gale. Nel primo libro è quasi inesistente, non ha tutta questa importanza, se non in qualche pensiero di Katniss. Secondo me non ci doveva proprio essere nella promozione del film: non per Liam, ma perché è un personaggio semi-marginale. Ma soprattutto non mi è piaciuta la fine: dall’arena, in soli due secondi, eravamo già ai titoli di coda. Decisamente troppo frettolosa. E poi... volevo più violenza, qualcosa di più crudo. La fame, la disperazione, la violenza, la paura che c’erano nell’arena non sono state realizzate in modo che lo spettatore potesse capire veramente come ci si sente. Magari noi che abbiamo letto i libri sappiamo meglio di cosa si tratta, ma agli altri mancano alcune sensazioni secondo me importanti”.

Hunger Games Come sempre succede con gli adattamenti cinematografici di un’opera letteraria, mettere tutti d’accordo è davvero impossibile. Puristi e occasionali si scontrano da anni sulla valenza del trasportare questi personaggi, spesso amatissimi ai limiti dell’idolatria, sul grande o piccolo schermo. Sicuramente Hunger Games ha attirato l’attenzione su di se e, nonostante in Italia non si possa parlare di vera e propria mania, la corsa ai libri successiva alla pellicola è evidente e accertata. Tutti sono curiosi di sapere come andrà a finire e non molti sono così pazienti da poter aspettare il secondo film che, con tutta probabilità, sarà un successo maggiore del primo. Il mondo starà a guardare.

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