Speciale Grand Budapest Hotel: i protagonisti

Scopriamo insieme il cast che dona vita al nuovo film di Wes Anderson

Speciale Grand Budapest Hotel: i protagonisti
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Dopo aver conquistato l’Orso d’Argento all’ultima edizione del Festival di Berlino ed aver incassato oltre cento milioni di dollari in tutto il mondo, è arrivato da giovedì scorso anche nelle sale italiane Grand Budapest Hotel, la nuova, apprezzatissima commedia del regista e sceneggiatore Wes Anderson, uno fra gli autori più apprezzati del cinema americano contemporaneo. Dopo averci regalato, due anni fa, un autentico gioiello quale Moonrise Kingdom, Anderson è tornato a riscuotere consensi con un altro film pervaso di humor e di malinconia, in cui è possibile ritrovare tutti gli elementi chiave della sua poetica: l’affetto nei confronti di personaggi surreali e stralunati; le peculiarità di uno stile registico curatissimo nella messa in scena e nelle (inconfondibili) inquadrature, ma influenzato al contempo dalla letteratura e dal teatro; la nostalgia nei confronti di un mondo lontanissimo e dai connotati quasi fiabeschi, rievocato mediante un immaginario in cui si mescolano in ugual misura rimpianto e tenerezza.
E come già in Moonrise Kingdom, anche in questo Grand Budapest Hotel Anderson ha avuto l’opportunità di schierare davanti alla macchina da presa un cast ricchissimo e variegato. A partire da Ralph Fiennes, protagonista assoluto nel ruolo di Monsieur Gustave H, l’impeccabile concierge del lussuoso hotel nell’immaginaria Repubblica di Zubrowka, fino al diciassettenne Tony Revolori (nome d’arte di Anthony Quinonez), suo valido comprimario nei panni del giovane lobby boy Zero Moustafa, passando per una quindicina di star che compaiono nel film prestando il volto a personaggi secondari o semplicemente deliziandoci con dei gustosi camei. Dunque, conosciamo più da vicino Gustave e alcuni degli “ospiti” del Grand Budapest Hotel, ma soprattutto i magnifici attori che li interpretano: cominciamo oggi con il terzetto composto da Ralph Fiennes, Adrien Brody e Tilda Swinton...

Ralph Fiennes

Con la sua impeccabile eleganza British, l’attore Ralph Fiennes risulta a dir poco perfetto nei panni del raffinatissimo e compassato Gustave H, l’irreprensibile concierge dell’albero, il cui unico scopo è quello di soddisfare le esigenze di tutti i suoi clienti prima ancora che essi si rendano conto di averle (con una particolare attenzione per le clienti più facoltose e ‘stagionate’). 51 anni, originario del Suffolk e fratello maggiore di un altro popolarissimo attore, Joseph Fiennes, Ralph proviene da una famiglia aristocratica ed è cugino del Principe Carlo d’Inghilterra. Dopo aver calcato i palcoscenici teatrali, nel 1992 debutta al cinema nel ruolo di un’icona letteraria, Heathcliff, in una versione di Cime tempestose, accanto a Juliette Binoche. L’anno seguente, Steven Spielberg gli affida il ruolo del sadico ufficiale nazista Amon Goth nel capolavoro Schindler’s List: è il trampolino di lancio per una carriera folgorante, che lo porta ad interpretare film acclamati da critica e pubblico quali Quiz Show di Robert Redford (1994), Strange Days di Kathryn Bigelow (1995) ed il pluripremiato kolossal romantico Il paziente inglese di Anthony Minghella (1996), incantando milioni di spettatori nella parte del Conte László Almásy, al fianco di una splendida Kristin Scott Thomas.
Decisamente a proprio agio nel filone dei drammi in costume, nel 1999 Fiennes divide lo schermo con Julianne Moore nel sofisticato melò di Neil Jordan Fine di una storia e recita in Sunshine di István Szabó, che gli vale lo European Film Award come miglior attore. Di genere completamente diverso sono le sue performance in Spider, allucinato thriller psicologico di David Cronenberg del 2002, e nel ruolo del serial-killer di Red Dragon (2003), tratto dal primo romanzo di Thomas Harris sul personaggio di Hannibal Lecter. Nel 2005, oltre ad essere protagonista di The Constant Gardener di Fernando Meirelles, per la prima volta Ralph Fiennes presta la sua faccia (naso escluso!!) al diabolico Lord Voldemort nella saga cinematografica di Harry Potter, altro ruolo che segna in maniera indelebile la sua carriera. Nel 2008 affianca Keira Knightley ne La duchessa, compare brevemente in The Hurt Locker della Bigelow e nella black-comedy In Bruges ed interpreta il protagonista adulto di The Reader, dramma sull’eredità del nazismo nella Germania del dopoguerra per la regia di Stephen Daldry. Nel 2010 è il perfido Ade in Scontro tra titani, mentre l’anno seguente dà vita ad un altro personaggio ambiguo e crudele in Coriolanus, adattamento da lui stesso diretto della tragedia di William Shakespeare, rivisitata in chiave moderna. Lo scorso anno Fiennes ha diretto e interpretato il suo secondo film da regista, The Invisible Woman, basato sulla figura dello scrittore Charles Dickens. Nel corso di due decenni di attività ha ottenuto un BAFTA Award e due nomination all’Oscar, oltre ad un Tony Award per la sua performance a teatro nella parte di Almeto.

Adrien Brody

Il grande avversario di Gustave H in Grand Budapest Hotel è Dmitri Desgoffe-und-Taxis, un uomo senza scrupoli disposto a tutto pur di entrare in possesso del prezioso dipinto Il bambino con la mela, interpretato sullo schermo dall’attore newyorkese Adrien Brody, che aveva già lavorato con Anderson ne Il treno per il Darjeeling (2007). 40 anni, dopo un decennio di gavetta Brody ottiene finalmente un ruolo importante nel capolavoro di Terrence Malick La sottile linea rossa, del 1998; l’anno seguente è protagonista del thriller di Spike Lee Summer of Sam, mentre nel 2000 recita per Ken Loach in Bread and Roses. La vera consacrazione arriva però nel 2002, quando il regista Roman Polanski lo seleziona per il ruolo di Władysław Szpilman, ebreo impegnato a nascondersi fra le rovine di Varsavia durante l’occupazione nazista e la Seconda Guerra Mondiale, ne Il pianista; per la sua commovente interpretazione, a soli 29 anni Adrien Brody diventa la persona più giovane a vincere l’Oscar come miglior attore protagonista. Nel 2004 è nel cast di The Village di M. Night Shyamalan, mentre nel 2005 recita nel kolossal di Peter Jackson King Kong. Dopo alcuni film meno fortunati (fra cui l’orribile Giallo di Dario Argento), nel 2011 Brody impersona il celebre pittore Salvador Dalí in Midnight in Paris di Woody Allen.

Tilda Swinton

Attrice dal look androgino, dotata di un fascino e di un carisma a dir poco magnetici, in Grand Budapest Hotel (sua seconda collaborazione con Anderson dopo Moonrise Kingdom) la londinese Tilda Swinton, a dispetto dei suoi 53 anni, si cala nei panni di una signora 84enne, Madame Céline Villeneuve Desgoffe-und-Taxis, amante di Gustave, assassinata all’inizio del film (il suo personaggio era stato pensato inizialmente per Angela Lansbury). Fin da giovane la Swinton si divide fra l’attivismo politico tra le file della sinistra britannica (ancora oggi è impegnatissima in molte campagne a favore dei diritti civili) e la passione per il palcoscenico. A scoprire il suo talento e a farla debuttare al cinema è l’artista Derek Jarman, che nel 1986 la dirige in Caravaggio e poi in tutti i suoi film successivi, inclusa una rivisitazone postmoderna della tragedia elisabettiana Riccardo II, che vale alla Swinton la Coppa Volpi come miglior attrice al Festival di Venezia del 1991 grazie al ruolo della Regina Isabella; il sodalizio fra il regista inglese e la sua musa durerà fino alla prematura scomparsa di Jarman, nel 1994. Nel frattempo, nel 1992 la trentenne Tilda utilizza il proprio aspetto androgino per immedesimarsi magistralmente nel personaggio creato da Virginia Woolf nel film Orlando di Sally Potter, giocando sull’ambiguità sessuale del/la protagonista.
Nel 2000 recita con Leonardo DiCaprio nel thriller The Beach di Danny Boyle, mentre l’anno seguente interpreta il dramma psicologico I segreti del lago. Nel 2005 collabora con Jim Jarmusch in Broken Flowers e viene scelta per impersonare la perfida Strega Bianca nel fantasy Le cronache di Narnia, mentre nel 2007 si aggiudica il premio Oscar come miglior attrice supporter per la sua performance della spietata Karen Crowder nel thriller di Tony Gilroy Michael Clayton, accanto a George Clooney. Sempre più richiesta a Hollywood, nel 2008 la Swinton si presta ai fratelli Coen per la commedia grottesca Burn After Reading e compare anche ne Il curioso caso di Benjamin Button di David Fincher, mentre l’anno successivo regala una splendida interpretazione recitando in lingua italiana nel dramma sentimentale Io sono l’amore. Nel 2011 si aggiudica lo European Film Award come miglior attrice grazie alla sua straziante performance nel ruolo di Eva, una madre costretta a confrontarsi con un figlio dall’impenetrabile crudeltà, nell’inquietante capolavoro di Lynne Ramsay ...E ora parliamo di Kevin. Nel 2013, invece, compare accanto al mitico David Bowie, uno dei suoi idoli, nel videoclip della canzone The Stars (Are Out Tonight). Dopo aver fatto parte del cast del kolossal sci-fi Snowpiercer, a breve Tilda tornerà sui nostri schermi in The Zero Theorem di Terry Gilliam e, dal 15 maggio, nell’acclamato film di Jim Jarmusch Solo gli amanti sopravvivono, di cui è protagonista accanto a Tom Hiddleston nei panni di una coppia di atipici vampiri...

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