Speciale Ender's Game

Gavin Hood, insieme a Harrison Ford, spiega al pubblico del Comic-Con il film tratto dal classico di Orson Scott Card

Speciale Ender's Game
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Nel 1977 Orson Scott Card scrive un racconto intitolato Ender's Game, pubblicato sulla storica rivista di letteratura sci-fi Analog e premiato con il John W. Campbell Award. Passano gli anni e lo scrittore comincia a strutturare un nuovo romanzo dal titolo Speaker of the Dead (arrivato in Italia con il titolo Il Riscatto di Ender) che avrebbe dovuto fare da seguito al racconto del '77, ma durante questo lavoro decide di tornare indietro sui suoi passi e ampliare il precedente racconto. Nasce così Ender's Game (Il Gioco di Ender), primo capitolo di una quadrilogia dedicata al suo protagonista e vincitore nel 1985 dei due premi più prestigiosi dedicati alla fantascienza: il Premio Hugo e il Premio Nebula. Il libro è diventato nel corso degli anni un vero e proprio cult venendo utilizzato come libro di testo in molte scuole americane come pure un vero e proprio manuale sulla psicologia del comando all'Università del Corpo dei Marines di Quantico in Virginia. Non stupisce quindi che in questo momento storico in cui il cinema pesca a piene mani dalla letteratura alla ricerca di nuove idee la Summit Entertainment abbia deciso di sviluppare un adattamento per il grande schermo del romanzo. Sia la regia che la sceneggiatura sono state affidate a Gavin Hood, regista di X-Men le Orgini: Wolverine e del film vincitore del premio Oscar Il suo nome è Tstotsi, mentre nel cast spiccano i nomi di Harrison Ford, Asa Butterfield, Hailee Steinfeld, e Sir Ben Kingsley. Insieme al produttore Roberto Orci, il regista e gli attori sono stati protagonisti del panel dedicato al film che si è svolto ieri nella Sala H del Comic-Con: unico assente Ben Kingsley.

Adattare un grande classico

Il panel è iniziato con la proiezione di un nuovo trailer che verrà con molta probabilità rilasciato in questi giorni. Il trailer è ancora una volta dedicato principalmente alle sequenze d'azione che vedono la Flotta Internazionale scontrarsi con gli Scorpioni. È un bene che siano state svelate poche sequenze dedicate alle battaglie a Zero G visto che saranno una parte centrale della storia e dell'evoluzione del personaggio di Ender. Il primo a prendere la parola è stato il produttore Roberto Orci che ha parlato della difficoltà che si incontrano nell'adattamento di un romanzo. Sebbene non abbia scritto la sceneggiatura ha infatti discusso a lungo con Gavin Hood per rendere il film comprensibile anche a chi non abbia letto il romanzo di Orson Scott Card, che negli Stati Uniti sono ben pochi visto che il romanzo è una lettura obbligatoria in molte scuole e per chi fa il servizio militare (quantomeno è quello che sostiene il moderatore Chris Hadwicke). Hood ha parlato a sua volta dei problemi dell'adattamento e di come il romanzo non sia un semplice scontro tra bene e male ma qualcosa di più profondo, che vede dei giovani ragazzi confrontarsi con delle annose questioni morali. Ha inoltre ringraziato di aver potuto lavorare con dei giovani attori molto dotati e capaci di mettere in scena questi contrasti morali. Insieme al protagonista Asa Butterfield ha parlato delle lunga pianificazione prima delle riprese per riuscire a concepire al meglio il personaggio di Ender e di come entrambi sono felici di come sia venuto sul grande schermo. Poco dopo Hailee Steinfeld ha raccontato di come questo ruolo sia stato il primo che le ha richiesto una preparazione fisica. L'attrice ha infatti frequentato insieme a Butterfield e agli altri giovani comprimari lo Space Camp di Huntsville, Alabama, e anche un campo di addestramento militare per imparare i movimenti, i saluti e le cadenze di un vero militare.
Ma passiamo all'idolo della folla, acclamato a gran voce da tutta la Sala H, Han Solo, Indiana Jones, Harrison Ford, che ha parlato approfonditamente del suo personaggio, il Colonnello Graff, mentore di Ender. Ford ha spiegato come per lui il personaggio non sia affatto un mentore ma piuttosto un manipolatore: infatti questi gioca ferocemente con Ender spingendolo continuamente al limite e favorendolo per spingere gli altri allievi ad odiarlo. “Quello che mi ha attratto del personaggio sono le questioni morali che rappresenta, soprattutto quelle legate all'esercito.” Ford ha infatti centrato in pieno uno dei punti focali del romanzo e il suo legame con la guerra moderna: l'uso dei droni e la lontananza dei piloti dal campo di battaglia. Una lontananza che spesso elimina l'elemento umano dall'equazione della guerra.

Polemiche, domande, Han Solo e Indiana Jones

Ad aprire la discussione con il pubblico è stata una domanda legata alla recente polemica scoppiata contro lo scrittore del romanzo. Orson Scott Card è infatti un forte sostenitore delle leggi contro il matrimonio omosessuale che è arrivato a dichiarare essere “la fine della democrazia negli Stati Uniti”. Giustamente una buona fetta di pubblico è stata colpita dalle parole di Card tanto che il sito Geeks Out è arrivato a proporre un boicottaggio della pellicola di Hood in quanto lo scrittore americano riceverà delle royalty sugli incassi del film. Orci ha risposto molto pacatamente alla polemica segnalando come stiano tenendo alla lontana qualsiasi controversia legata al film ma che la produzione vuole sfruttare l'attenzione dei media per supportare in pieno la lotta della comunità LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual and Transgender) per i diritti umani. “Tantissime persone hanno lavorato a questo film e odierei vedere il loro lavoro mandato all'aria a causa delle dichiarazioni di una piccola percentuale.”
Al regista Gavin Hood è stato in seguito chiesto come abbia scelto i temi da sviluppare nel film e questi ha spiegato di essersi focalizzato sui temi della leadership e della capacità di comando, sulla compassione e sulla tolleranza come pure sulla ricerca di una propria identità. “Ma se dovessi avere un solo obbiettivo - ha concluso Hood - vorrei che fosse l'essere rimasto fedele alla storia e allo spirito di Ender Wiggin.” Quando si è chiesto al regista che oggetto di scena si sarebbe voluto portare a casa ha risposto divertito: “Harrison Ford”.
All'attore sono state anche poste le (inutili) domande di rito su Han Solo e chiesto che cosa direbbe se incontrasse Indiana Jones (“Ciao, come stai?”) e se il contrabbandiere sarebbe un buon soldato nell'esercito del colonnello Graff. La risposta è stata ovviamente no, in quanto Solo è quello che si può definire un “contractor indipendente”.
Su queste note stonate che hanno infastidito leggermente Harrison Ford (un attore con quasi cinquant'anni di carriera alle spalle a cui ancora fanno domande su Han Solo e Indiana Jones, certamente i suoi personaggi più famosi ma non certo gli unici) si è concluso il panel di quello che si può considerare uno dei film più attesi della prossima stagione. Quantomeno per tutti gli amanti della grande fantascienza del passato.

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