David di Donatello 2016: i premi commentati

La commedia Perfetti sconosciuti premiata a sorpresa come miglior film, ma a fare incetta di statuette alla 61° edizione dei David di Donatello sono Il racconto dei racconti e il fenomeno Lo chiamavano Jeeg Robot.

David di Donatello 2016: i premi commentati
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È un vincitore sorprendente e inaspettato, quello della 60° edizione dei David di Donatello, trasmessa in diretta lunedì sera da Sky e da TV8; un po' meno inaspettato, tuttavia, se pensiamo che si trattava dell'unica commedia all'interno della cinquina, nonché del candidato che ha riscosso in assoluto il maggior successo di pubblico, in una competizione in cui la giuria non è composta da una cerchia ristretta di esperti, ma da un numero elevatissimo di addetti ai lavori (e sorge il sospetto che non tutti i giurati abbiano visto tutti i film candidati). Ad ogni modo Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, forte degli oltre sedici milioni di euro d'incasso (equivalenti a due milioni e mezzo di spettatori) e di un consenso trasversale di critica e pubblico, si è portato a casa il David di Donatello come miglior film, insieme a quello per la miglior sceneggiatura, su un totale di nove nomination. La vittoria di Perfetti sconosciuti, racconto corale della folle serata di un gruppo di amici alle prese con i rispettivi scheletri negli armadi (e nei telefonini), è la prima per una commedia nella categoria più prestigiosa dei David a dieci anni di distanza da Il Caimano di Nanni Moretti.

I GRANDI VINCITORI: MATTEO GARRONE E JEEG ROBOT

Se Perfetti sconosciuti mette a segno due trofei pesantissimi, a conquistare il maggior numero di statuette sono però altre due pellicole che hanno fatto la parte del leone nella serata dei David. Il racconto dei racconti, l'ambizioso kolossal fiabesco di Matteo Garrone tratto da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, ha ricevuto sette premi su dodici nomination, trionfando nelle categorie tecniche: oltre al trofeo per la miglior regia a Garrone (il secondo per il cineasta romano dopo quello vinto nel 2008 per Gomorra), Il racconto dei racconti ha prevalso infatti per miglior fotografia, scenografia, costumi, trucco, acconciature ed effetti speciali. Ancora più clamoroso, tuttavia, il successo di Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, originalissima storia di un supereroe nostrano ambientata fra i quartieri popolari di Roma e le sponde del Tevere. Forte di un totale di sedici nomination ma escluso poco comprensibilmente dalle cinquine per il film e la regia, Lo chiamavano Jeeg Robot si è aggiudicato ben sette David di Donatello, ovvero miglior regista esordiente per Mainetti, miglior produttore, miglior montaggio e addirittura tutti e quattro i premi per gli interpreti, un record inedito: miglior attore per Claudio Santamaria, miglior attrice per Ilenia Pastorelli, miglior attore supporter per Luca Marinelli e miglior attrice supporter per Antonia Truppo.

TRA OMISSIONI, MISTERI E PASSI FALSI, SHOW PROMOSSO A PIENI VOTI

E a proposito degli interpreti, al di là delle indubbie virtù di un film di alto livello come quello di Mainetti, stonano non poco le scelte dei giurati sulla coppia di protagonisti. Fra le attrici convince poco il premio alla Pastorelli in una categoria che vedeva in lizza la Valeria Golino di Per amor vostro (Coppa Volpi a Venezia) e soprattutto la Juliette Binoche de L'attesa, ma a lasciare ancora più perplessi è il trofeo a Santamaria: difficile considerare la sua performance superiore a quella di uno straordinario Marinelli in Non essere cattivo (Marinelli, invece, ha dovuto accontentarsi del premio come supporter per il perfido Zingaro di Jeeg Robot). Il film postumo di Claudio Caligari, un durissimo dramma sulla tossicodipendenza ambientato a Ostia, ha rappresentato l'inspiegabile passo falso dei giurati dei David: un misero premio per il miglior sonoro a fronte di un totale di sedici nomination (e attribuirgli il trofeo come miglior film sarebbe stata probabilmente la scelta più giusta). Youth - La giovinezza di Paolo Sorrentino, quattordici nomination in tutto, ha riscosso due David per il compositore David Lang, miglior colonna sonora e miglior canzone per Simple Song #3, mentre l'inspiegabile David Giovani di quest'anno è andato allo stroncatissimo La corrispondenza di Giuseppe Tornatore. Una lode di merito, infine, all'organizzazione e alla conduzione dello show, con una cerimonia più ironica, dinamica e ritmata, lontana anni luce dalla farraginosa patina ‘istituzionale' delle precedenti edizioni targate RAI. Nel corso della serata c'è stato spazio anche per un doveroso tributo al grandissimo Ettore Scola, da poco scomparso, mentre risultano misteriosamente ‘scomparsi' i due premi ai film stranieri, sui quali non è stato fatto il minimo cenno.