Dark Universe: i mostri del nuovo mondo cinematografico Universal

Il reboot de La Mummia ha dato ufficialmente via ad un nuovo mondo cinematografico tutto mostri e avventura, il Dark Universe. Chi ne farà parte?

Dark Universe: i mostri del nuovo mondo cinematografico Universal
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Nel cinema moderno la fidelizzazione profonda dello spettatore è diventata prassi imprescindibile per ogni studios cinematografico. Tra saghe, trilogie più o meno variabili e collegamenti sempre più marcati si è assistito alla nascita di veri e propri multiversi cinematografici. La Marvel è l'esempio più lampante di come questa strategia sia non solo attuabile, ma anche capace di raggiungere il successo e catalizzare i favori di critica e pubblico. I film sono molto più che un unicum narrativo, fanno parte di una storia ben più grande, con profondi collegamenti di vicende e personaggi e frequenti incroci di traiettorie. La DC Comics ha abbracciato da poco una filosofia che sarà seguita nei prossimi anni anche dalla Universal con la nascita di un mondo cinematografico piuttosto particolare, il Dark Universe.

Cos'è il Dark Universe

Nato ufficialmente nel 2017 ma in fase di programmazione già dal 2013 lo Universal Monster Cinematic Universe ripercorrerà le gesta storiche dell'imponente studios cinematografico statunitense riproponendo i mostri e i personaggi che l'hanno reso celebre agli albori della Hollywood della prima metà del '900. Come da tradizione "fumettistica" questi film condivideranno personaggi, situazioni, avventure e un'ambientazione moderna e al passo coi tempi. Le redini del progetto sono state affidate a tre tra gli autori e produttori più prolifici del mondo cinematografico e televisivo degli ultimi anni: Roberto Orci, Alex Kurtzman e Chris Morgan. I film per ora annunciati sono sette e, seppur alcuni siano ancora senza titolo, è certo che nel 2019 vedremo una pellicola di Bill Condon dedicata alla moglie di Frankenstein e che negli anni successivi avremo film dedicati all'Uomo Invisibile, l'Uomo Lupo, Van Helsing e al Mostro della Laguna Nera. Le idee sono però di più ampio respiro ed è quasi scontato che in futuro si darà spazio anche all'immancabile Dracula, al Fantasma dell'Opera e al Gobbo di Notre Dame. Tom Cruise e Russel Crowe torneranno anche nelle prossime pellicole, mentre sono state confermate le presenze di Johnny Depp nei panni dell'Uomo Invisibile e di Javier Bardem in quelli del mostro di Frankenstein. A caratterizzare i film sarà un tema musicale appositamente scritto da Danny Elfman, collaboratore di lunga data di Tim Burton.

All'origine dei mostri

Nata nel 1912 la Universal è uno degli studios più antichi e gloriosi di Hollywood, il secondo più longevo dopo la Paramount. La sua importanza nell'industria cinematografica è conclamata ma è dovuta, principalmente, alla creazione di un vero e proprio universo di pellicole dedicate ad alcune creature celebri del mondo della letteratura. Tra il 1923 e il 1956 furono numerosi i film dedicati a questi personaggi, in un continuo susseguirsi di sequel, parodie e spin-off. A segnare l'inizio di questa lunga cavalcata fu Il Gobbo di Notre Dame del 1923, incentrato sul personaggio di Quasimodo creato da Victor Hugo.

Seppur con minor successo e senza dare seguito a una serie di pellicole, questo film portò lo studios verso una nuova strada, cominciata con Il Fantasma dell'Opera del 1925. I mostri principali riconosciuti ufficialmente dalla Universal sono otto e comprendono: Il Conte Dracula, il Mostro di Frankenstein, La Mummia, L'Uomo Invisibile, La Moglie di Frankenstein, L'Uomo Lupo, Il Fantasma dell'Opera e Il Mostro della Laguna Nera. Questi personaggi si divisero in totale ben 37 film, cui vanno aggiunti quelli dedicati ai cosiddetti "mostri minori": oltre al già citato Quasimodo erano presenti anche l'Uomo Elettrico, la Donna Lupo, la Tarantola, gli Uomini Talpa e la Mantide Omicida.

Conte Dracula, il numero uno

Il Dark Universe punterà forte su di lui e non poteva essere altrimenti visto l'ampio curriculum che accompagna questa creatura sin dalla sua comparsa nello storico romanzo omonimo di Bram Stoker. La storia di Dracula con la Universal è iniziata nel 1931 e conta ad oggi sette film: il celebre vampiro venne utilizzato come protagonista di numerose pellicole, a volte scontrandosi con alcuni mostri dello stesso universo. Singolare il suo rapporto cinematografico con il mostro di Frankenstein. I due hanno spesso condiviso lo stesso film con un rapporto di amore e odio differente da pellicola a pellicola: in alcune Dracula prendeva il controllo della creatura; in altre il mostro si comportava come servo del Conte. A rendere celebre questa figura fu l'indimenticato attore ungherese Bela Lugosi; i suoi tratti fanno parte dell'immaginario comune del principe dei vampiri e la trama della prima pellicola è ancora oggi l'adattamento più apprezzato della particolare storia letteraria di Stoker. Questa pesante eredità, unita alle numerose trasposizioni ben riuscite del personaggio, renderà il nuovo adattamento complicato e rischioso. Il film del 1992 di Francis Ford Coppola sarà vetta artistica difficile da superare e per questo siamo certi che il focus sarà diverso e maggiormente improntato all'action: riuscirà ad essere efficace? Per scoprirlo dovremo confrontarci anche con un già programmato film dedicato a Van Helsing, figura legata a doppio filo allo stesso Dracula. L'antagonista numero uno del Conte è presente in quasi tutti i film a lui dedicati. Oltre all'indimenticata interpretazione di Anthony Hopkins nel film di Coppola, la Universal aveva già tentato un'operazione di rilancio del personaggio con un godibile polpettone action di mostri e leggende interpretato da Hugh Jackman. Un insieme di ispirazioni che rende ad oggi molto complesso capire verso quali lidi ci si dirigerà.

Frankenstein, il pezzo da 90

Altro protagonista dell'epoca d'oro Universal, altro personaggio tratto da uno dei più grandi classici della letteratura horror, altro mostro con una storia cinematografica praticamente infinita, tra partecipazioni e pellicole da protagonista. Tra il 1931 e il 1948 sono stati ben otto i film dedicati alla creatura di Mary Shelley. Di questi quattro sono parte di una serie originale dedicata alla creatura e alla sua famiglia, tre sono teatro di incontri tra il mostro e altre creature e uno rappresenta una più o meno riuscita parodia comica della vicenda originale. A rendere popolare la creatura fu sicuramente il primo film della serie, diretto da James Whale e con la magistrale e indimenticata interpretazione di Boris Karloff. In quella pellicola fu tramandata ai posteri l'iconografia ancora oggi più gettonata del personaggio: volto scavato, bulloni sul collo, fronte spaziosa e capelli laccati all'indietro. Di particolare interesse per il Dark Universe sarà anche il personaggio altrettanto mitico della moglie di Frankenstein, anch'esso trasposto da Whale nel secondo capitolo della saga, uscito nel 1935. All'epoca il film fu apprezzato da critica e pubblico, amato spesso anche più dell'originale per l'importante evoluzione della storia, dei personaggi e del mostro, ritratto con nuove e credibili sfumature psicologiche che, nel corso degli anni, sono state terreno fertile per numerose e più o meno riuscite trasposizioni. Quella che vedremo il 14 febbraio del 2019 sarà diretta da Bill Condon, sceneggiata da David Koepp e con Javier Bardem nel ruolo del mostro.


La Mummia, prima di Tom Cruise

Uscito da poco nelle sale, l'ennesimo reboot della mistica creatura lanciata anch'essa negli anni 30' aveva vissuto una seconda giovinezza grazie alla godibile e amatissima trilogia avventurosa iniziata da Stephen Sommers nel 1999. I film originali sono invece sei, con un capostipite nel 1932, una saga di quattro film tra il 1940 e il 1944 e un'immancabile parodia di Gianni e Pinotto (Albott e Costello) nel 1951. L'originale di Karl Freund rimane ad oggi il capitolo più amato, grazie alla presenza del solito Boris Karloff. Ispirato all'apertura della Tomba di Tutankhamon e alle presunte maledizioni ad essa legate, fu creato espressamente su richiesta degli studios, alla ricerca di una storia simile a quella di Frankenstein e Dracula ma legata alle leggende dell'antico Egitto. In mancanza di una materia letteraria valida si decise di adattare un racconto di Alessandro Cagliostro. La regia fu affidata al direttore della fotografia di Dracula e il trucco di Karloff al leggendario Jack Pierce, lo stesso che lo aveva trasformato nell'amatissimo Frankenstein. Il trucco rimane ancora oggi uno dei più complessi nella storia del cinema: il processo di trasformazione richiedeva 8 ore di lavorazione e comprendeva l'applicazione di cotone, collodio e cerone sul volto, creta per i capelli e il confezionamento di bende di lino trattate con un particolare acido. L'alone intorno alla pellicola fu talmente mitico da non generare alcun sequel diretto come accaduto per gli altri mostri. Fu piuttosto rilanciato nel 1940 e a più riprese imitato negli anni successivi, fino al già citato reboot del 1999 e all'ultima e recentissima ripartenza con Tom Cruise protagonista.

L'Uomo Invisibile, alle origini degli effetti speciali

Con un copione del tutto simile a quello delle creature precedenti, l'Uomo Invisibile fu protagonista di cinque pellicole a sfondo horror/fantascientifico e di due parodie tra la fine degli anni 40' e l'inizio degli anni 50' con Gianni e Pinotto. Il film originale, del 1933, fu opera del solito James Whale con Claude Rains celebre interprete "senza volto" di una delle figure più amate del cinema di quegli anni. L'ispirazione arrivò anche qui dalla letteratura e, più precisamente, da un racconto del 1897 di H.G. Wells. Numerosi furono i cambiamenti apportati rispetto alla storia originale, elementi più o meno importanti che hanno dato vita alla moderna mitologia del personaggio. Il protagonista del romanzo, un pazzo emarginato, venne trasformato in uno scienziato legato ad una bellissima donna e reso pazzo dal potere malvagio del siero dell'invisibilità. Gli effetti speciali per rendere credibile la condizione del protagonista sono ancora oggi parte della storia del cinema moderno e frutto di semplici ma efficaci artifici tecnici e di montaggio. Le pellicole successive - la seconda vedeva protagonista Vincent Price - cercarono varianti più o meno interessanti alla storia originale, con personaggi e vicende diverse ma in qualche modo legate alla prima pellicola. Nel 2000 è uscito un rifacimento moderno del film con protagonista Kevin Bacon, L'uomo senza ombra, ben riuscita commistione tra gli elementi della saga storica e un utilizzo degli effetti speciali credibile, almeno per l'epoca. Il nuovo film sarà invece scritto da Ed Solomon e vedrà Johnny Depp come protagonista.


Uomo Lupo, personaggio tormentato

Lanciato ufficialmente nel 1935 con Il Segreto del Tibet, l'Uomo Lupo deve la sua importanza al volto di Jon Chaney Jr. e alla saga di cinque film dedicati al personaggio di Larry Talbot usciti tra il 1941 e il 1948. Immancabile l'ispirazione letteraria arrivata da un romanzo di Guy Endore che portò la Universal a studiare un film dedicato ai licantropi che però, nonostante il realistico e l'inquietante trucco di Jack Pierce, non ottenne il successo sperato. La svolta arrivò nel 1941 grazie allo sceneggiatore Curt Siodmak, che imbastì la storia di riferimenti alla cultura ebraica, la arricchì con citazioni indimenticabili, come la famosa poesia del licantropo, e di risvolti psicologici inattesi. Il film ebbe molta fortuna per la sua capacita di distinguersi dagli altri mostri della Universal: il personaggio non è un cattivo puro, ma un povero sventurato colpito da una sfortuna dalla quale risulterà impossibile sottrarsi. L'uomo assiste impotente al suo destino e all'ineluttabilità del fato che lo ha colpito, incapace di riprendere in mano la sua vita e il controllo di se stesso. La figura era di quelle forti e quasi impossibili da riproporre con efficacia. Ne è chiara dimostrazione il tentativo di Joe Johnston del 2010, apprezzabile per il bellissimo trucco, che è valso un Oscar a Rick Baker e Dave Elsey, ma quasi del tutto ignorato da pubblico e critica. Anche la storia più recente è parecchio travagliata, tra date di uscita continuamente rimandate, sceneggiatori più volte sostituiti e partecipazioni più o meno probabili.

La trilogia del Mostro della Laguna

Più recente è invece la trilogia del Mostro della Laguna, arrivata tra il 1954 e il 1956 e diretta per i primi due dal regista Jack Arnold. Il costume della mitica creatura è diventato uno dei più riconoscibili nella storia della settima arte, capace di rendere spaventosa e credibile Gil-Man, mitica creatura anfibia mezzo pesce e mezzo uomo, con le branchie ai bordi della testa e la pelle squamosa e resistente. Il film originale divenne ben presto uno degli horror più apprezzati dell'epoca, uno dei capisaldi del genere, ancora oggi amatissimo. L'ispirazione arrivò dalla presunta e leggendaria presenza di mitologiche creature umanoidi nelle acque del Rio delle Amazzoni. La pellicola fu tecnicamente tra le più sorprendenti dell'epoca, distribuita con un avanzato formato 3D e con ben due attori a interpretare il mostro, uno per le riprese sul set e un altro per quelle subacquee. Diversamente rispetto agli altri mostri Universal, questa creatura non ha avuto alcun seguito dopo la trilogia originale, ma le fattezze dell'Uomo Branchia sono ricomparse a più riprese in numerose opere. Se la parte della protagonista femminile era stata offera a Scarlett Johansson, a scrivere il nuovo film sarà invece Will Beal, già dietro Aquaman e Gangster Squad.

Il Fantasma dell'Opera, il primo mostro

L'ultimo in ordine di importanza, ma il primo in ordine cronologico, quello che ha dato vita al mondo dei mostri che tanto successo avrebbe avuto negli anni successivi. Il film del 1925 fu talmente potente, spaventoso ed evocativo da convincere gli studios del potenziale di successo di queste creature tormentate e inquiete. Merito dell'incredibile interpretazione di Lon Chaney, per lungo tempo volto indimenticato di Erik, il fantasma nascosto nei sotterranei dell'Opera di Parigi. Presenti tutti gli stilemi che caratterizzeranno le pellicole successive, a partire dall'ispirazione letteraria (il romanzo di Gaston Leroux), passando per le atmosfere spaventose e gotiche, sino ad arrivare alla storia d'amore struggente e tormentata. Il film ebbe un primo remake di discreto successo nel 1943 ma raggiunge il massimo della popolarità come musical nel 1986, grazie alle magnifiche musiche e ai testi del maestro del genere Andrew Lloyd Webber e al volto mascherato di Michael Crawford. L'altra versione celebre del film, del 2004, è la diretta trasposizione del musical originale. Probabile che le scelte del nuovo film saranno più vicine a quelle delle pellicole originali, ma nulla è stato ancora annunciato in merito alla produzione o ai protagonisti.

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