Speciale Dall'altare alla polvere

Quando la droga ti trasforma nella reginetta del gossip!

Speciale Dall'altare alla polvere
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A giugno avevamo lasciato la nostra stupefacente Liloh riversa sulla Croisette del Festival di Cannes. E nel caso qualcuno se lo fosse chiesto, la risposta è no, non stava cercando una lente a contatto. Così l'estate della cronaca mondana si è aperta nel segno dello sbando, etilico e non, delle reginette dello showbiz. Tornata in patria, Linsday ha pensato bene di mettersi subito alla guida, non prima di aver fatto il pieno, ma non alla sua autovettura bensì ingollando il corrispettivo in litri di una distilleria di vodka. Logico poi che sia stata fermata dalle forze dell'ordine californiane, il cui compito precipuo sembra essere ormai quello di proteggere i poveri pedoni dello stato dagli spericolati rally della nostra eroina. Il resto si può facilmente immaginare, Liloh si presenta distrutta dal dolore al processo e piangendo lacrime amare aromatizzate alla vodka promette che si disintossicherà. Dopo un mesetto di trattativa della pena, che inizialmente prevedeva un mese di carcere, il giudice, forse inebriato dalla sostanza etilica che il corpo di Lindsay ormai trasuda spontaneamente, ha infine deciso per pochi giorni di reclusione e un periodo di disintossicazione in una rehab a cinque stelle. La clemenza della pena deve essere stata suggerita alla corte, tuttavia, anche dal timore che Liloh, dati i suoi trascorsi saffici, traviasse le sue compagne di carcere e trasformasse la detenzione nel set di Telephone.
Tutto è bene quel che finisce bene, no? Eh già, se la vita della nostra starlette ricalcasse la trama di uno dei suoi film Disney sarebbe tutto perfetto, ma abbiamo già avuto modo di constatare altrove come la casa cinematografica di cui sopra sia strenuamente impegnata nel far sì che la mezzanotte arrivi al più presto possibile per le sue Cenerentole. Morale della favola: Lindsay si è fatta beccare positiva alla cocaina in ben due test antidroga, dopo aver scontato la sua pena e aver dichiarato ai giornali di mezzo mondo quanto fosse cambiata e felice di essere pulita.

Si comincia con una spinello...

Ma Liloh non è certo l'unica ad essere finita dall'altare alla polvere (eh sì, è proprio il caso di dirlo) quest'estate. Uno dei personaggi più scandalosamente ignorati da questa rubrica, Paris Hilton, ha deciso di non essere da meno, facendosi beccare due volte in possesso di droga. Prima di Marijuana e poi di coca. Come sarebbero felici le nostre mamme se sapessero che la nostra eroina ha dimostrato concretamente l'adagio che ci hanno ripetuto per tutta l'adolescenza: si comincia con uno spinello, poi si passa direttamente alla cocaina! La notizia dell'arresto di Paris certo non stupisce nessuno che abbia minimamente seguito le sue scorribande. Ogni settimana i tabloid americani pubblicavano scatti dell'ingresso di Paris & Co. ai party e ogni volta che lo sportello della limousine dell'ereditiera si apriva il pubblico teneva il fiato sospeso in attesa di sapere quale teen star sarebbe ruzzolata fuori in evidente stato confusionale. In effetti, la vettura della Hilton sembrava Christine la macchina infernale visti i relitti umani che trasportava al suo interno: indimenticabile la Britney strabica e senza mutande che sorrideva dal finestrino della limo con accanto una Misha Barton che sembrava reduce da una seduta di elettrochoc. In tutta questa tregenda Paris sembrava reggere gli stupefacenti meglio di tutte, ma forse era solo un'impressione data dal fatto che le altre erano in condizioni più critiche e che lei lo strabismo lo indossa anche nella vita di tutti i giorni. Come che sia, è stata beccata anche lei con le mani nella busta e in queste ore sta patteggiando in un processo che, se la vedesse colpevole, le costerebbe fino a due anni di reclusione. Sappiamo tutti come andrà a finire questa storia: qualche giorno di lavori sociali e un paio di settimane in una rehab di lusso che cura la tossicodipendenza con metodi invasivi e risolutori, quali la cristalloterapia o la biodanza.

I will always love you...?

Per non dare l'impressione però che la dipendenza da droghe a Hollywood sia prerogativa delle party girls e delle socialite (trattasi sempre di disoccupate con una American Express Platinum), chiamiamo al banco dei testimoni chi talento e carriera una volta li aveva: Whitney Houston. Il National Enquirer ha difatti rivelato, un paio di mesi fa, che la regina della musica black anni 90 spende la modica cifra di 6. 300 dollari al mese in stupefacenti. Povera Whitney... e sì che lei ci aveva anche provato a risollevare la sua carriera dopo anni passati tra le nebbie del crack, svegliata solo dalle percosse del marito. Tutto inutile: It's not right but it's ok. Così la Houston aveva inciso un nuovo album, sembrava si fosse rimessa in sesto (pur dimostrando sempre di più dei suoi 45 anni), ma già all'inizio della promozione del disco si notavano segni di cedimento evidenti: invitata come ospite d'onore di una puntata del nostrano X-Factor, aveva concluso la performance ripetendo compulsivamente "thank you" e tremando visibilmente. Poi durante il tour mondiale si sono susseguiti una serie di infortuni e di incidenti che hanno provocato la dipartita di molti fan dallo spettacolo. Il guaio è che la Houston non sapeva se cantare al microfono o succhiare dal bong. Durante le ultime tappe del tour ha ragliato intere canzoni e non è più riuscita a imbroccare uno degli acuti per cui andava tanto famosa: I will always love you, nelle ultime interpretazioni di Whitney, ricorda pericolosamente da vicino l'ascolto di Stairaway to Heaven al contrario, solo che sembra contenere un numero maggiore di messaggi subliminali.

E le dive italiane?

Questo l'effetto della droga sulle star d'oltreoceano, ma anche qui in Italia non possiamo dire di non aver avuto un'estate intensa a riguardo. Forse anche più divertente se vogliamo: tutte le dive (?) di casa nostra coinvolte nello scandalo dell'Hollywood (mai nome per una discoteca fu più azzeccato) hanno fatto a gara, neanche fossimo ancora all'elementari, a chi infamava più l'altra in un gioco al massacro, la cui regola principale era lo scaricabarile: "io ho pippato solo due righe, ma lei ne ha pippate nove" oppure "io l'ho fatto solo quella volta, lei invece lo faceva sempre". Fatto sta che una dopo l'altra sono venute allo scoperto tutte le narici profonde di casa nostra.
L'ultimo pensiero va dunque alla più massacrata: la povera Francesca Lodo. La quale, interrogata anni fa senza essere neanche indiziata, aveva vuotato il sacco facendo nomi, cognomi e quantificando grammi. Ora la poverina geme sulle pagine di tutti i giornali dicendo che la sua carriera è crollata dalle vette vertiginose che pare avesse raggiunto prima dello scandalo. E in cosa consisteva questo Everest della carriera della Lodo? In un calendario. Di lei nuda. Eh sì Francesca, è stata proprio la cocaina a rovinarti...