Da Il diario di Bridget Jones a Pulp Fiction, i cult di giovedì 22 settembre

Cosa ci propone la serata di oggi, giovedì 22 settembre? Grandi cult come Il diario di Bridget Jones, Il sesto senso e Pulp Fiction.

Da Il diario di Bridget Jones a Pulp Fiction, i cult di giovedì 22 settembre
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Grandi classici del cinema "relativamente" recente sono quelli propostici dai palinsesti televisivi di stasera, giovedì 22 settembre. Per celebrare, nonché sfruttarne la scia mediatica, l'uscita nelle sale del nuovo episodio delle disavventure romantiche del personaggio interpretato da Renée Zellweger, LA5 ripropone alle 21.10 il primo, amatissimo (perlomeno dal pubblico femminile) Il diario di Bridget Jones. Per chi invece volesse riassaporare tutta la classe e il fascino mystery dello Shyamalan prima maniera, ITALIA2 trasmette alla stessa ora Il sesto senso, grande successo di critica e pubblico vedente per protagonista Bruce Willis. Ma le grandi visioni non sono finite ed è TV8 a chiudere col botto la programmazione odierna: alle 21.15 infatti andrà in onda Pulp Fiction, l'indiscusso capolavoro di Quentin Tarantino.

Il diario di Bridget Jones

Prima delle Desperate Housewifes e delle sempre più corposa presenza di supereroine femminili, il pubblico in rosa generalista aveva eletto suo cult del nuovo millennio questa commedia romantica britannica, diretta nel 2001 da Sharon Maguire e tratta dall'omonimo bestseller di Helen Fielding pubblicato cinque anni prima. Il diario di Bridget Jones racconta per l'appunto le vicende della sfortunata protagonista del titolo, trentenne zitella divisa tra due uomini assai diversi tra loro, il playboy (nonché suo capo) Daniel e l'avvocato divorzista Mark, interpretati rispettivamente da Hugh Grant e Colin Firth. Si viaggia sui territori del prevedibile e sentimentalmente scontato nei cento minuti di visione, sorretti comunque dalla bravura del cast in cui domina la scena la Zellweger: sboccata, alcolizzata, tabagista incallita, il suo personaggio si offre a diverse sfumature "politicamente scorrette" che mettono un po' di pepe ad una narrazione altrimenti incanalata sui classici binari della più classica love-story.

Il sesto senso

Totalmente altro genere e personalissima rilettura del genere stesso è quella offerta da M. Night Shyamalan, capace di rinnovare con originalità il filone delle ghost story. Il sesto senso è un thriller psicologico capace di sfruttare al meglio le dinamiche horror / sovrannaturali per raccontarci una storia di amore e morte in cui nulla può dirsi certo, come sottolineato dallo splendido cliffhanger nella parte finale (non troppo dissimile da quello del posteriore The Others) che ribalta tutte le carte in tavola. "Vedo la gente morta", frase citata e parodiata all'inverosimile, è quanto sostenuto dal bambino protagonista che, ritenuto pazzo, verrà affidato alle cure diello psicologo infantile Malcolm Crowe, uomo che si troverà a venir meno alle proprie sicurezze, così come lo spettatore, durante l'evolversi di una narrazione eterea e sospesa, permeata da una tensione sottotraccia che riesce a regalare la necessaria dose di inquietudine emotiva. Ottimo Willis in un ruolo per lui atipico e sorprendente la performance del piccolo Haley Joel Osment, giovanissima promessa poi andata parzialmente perduta.

Pulp Fiction

Il sensuale ballo tra Uma Thurman e John Travolta, accompagnato dalle note di Never you can tell di Chuck Berry, è una delle sequenze entrate maggiormente nella memoria cinefila del grande pubblico. Ma è solo una delle tante scene clou di Pulp Fiction, titolo che ha definitivamente consacrato il nome di Quentin Tarantino alle platee di tutto il mondo: un mix tra quattro storie che riscrive la gestione dei registri narrativi in un coacervo di goliardia e violenza, ironia e citazionismo che ci accompagna negli abissi oscuri dell'Uomo. A rubare la scena è indubbiamente il tassello vedente per protagonisti gli ormai iconici personaggi di Travolta e Samuel L. Jackson, alias Vincent Vega e Jules Winnfield, due sicari alle prese con il recupero di una preziosa valigetta, tra eccessi pulp e una beffarda ironia sorretta da dialoghi e sviluppi dichiaratamente "pulp". Un film giostra in cui succede tutto e di più, fregandosene della logica del costrutto generale in favore di una libertà anarchica e viscerale che intrattiene con gusto per le oltre due ore di visione, popolate da partecipazioni e camei eccellenti di interpreti del calibro di Bruce Willis, Christopher Walken, Harvey Keitel, Tim Roth, Steve Buscemi, Rosanna Arquette e Ving Rhames.

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