Essere Presidente di Giuria di un noto festival è un grande onore, ma anche una responsabilità mica da poco. Lo sa bene Darren Aronofsky, che dopo aver stravinto l'anno scorso proprio qui a Venezia con Il cigno nero è stato invitato a presiedere la Giuria che giudicherà i film in concorso.Insieme a lui, a comporre la giuria, troviamo il musicista David Byrne, il regista Todd Haynes, l'attrice Alba Rohrwacher, i registi Mario Martone e Andrè Tèchinè, oltre all'artista Eija-Liisa Ahtila, tutti a presenziare alla presentazione alla stampa (e conseguentemente al pubblico) della giuria della 68esima mostra del cinema di Venezia.Signor Aronofsky, che tipo di esperienza cercherà in questa Venezia?D. Aronofsky: Devo ammettere che quest'anno l'elenco di film è entusiasmante come non mai! Non è la prima volta che siedo in giuria ad un concorso, ma mai prima d'ora mi è capitato di essere interessato a tutti i film presentati. Cose ne pensa della relativa scarsità di blockbuster in programma?D.A.: È normale che ci sia un ricambio di generi, anche nel gusto del pubblico. Ed è interessante questo ritorno d'interesse verso i film indipendenti. Sedi come Venezia sono favolose vetrine per tutto ciò che c'è di nuovo.Lei è stato, in passato, dalla parte dei giudicati qui a Venezia. Com'è ora essere 'colui che giudica'?D.A.: Guardi, partecipare a manifestazioni come queste è già una mezza vittoria. Il vero giudizio, quello importante, sarà dato dal pubblico. Il nostro è più specifico, dettato dalle circostanze. Quale sarà la vostra linea di condotta?D.A.: Niente di strano o diverso dal solito: saremo aperti, onesti, senza pregiudizi. Daremo un giudizio su ciò che ci colpisce, cercando di non essere mai prevenuti, sia in positivo che in negativo, per qualunque motivo.È difficile giudicare i suoi colleghi?D.A.: È brutto il termine 'giudicare', sarebbe meglio cercare un sinonimo! (ride) Parto dal presupposto che siano tutti ottimi film, ben selezionati, e come già detto premierò chi saprà emozionarmi.Ma non è facile essere imparziali verso coloro che spesso, più che colleghi, sono stretti collaborati o anche amici.Todd Haynes: Possono esserci relazioni preesistenti, è normale, comune. Ma noi sfrutteremo una sorta di 'magnifica cecità'. Assumeremo un atteggiamento assolutamente neutrale.Come vi trovate a lavorare insieme? Provenite da paesi ed esperienze diverse. E come siete stati scelti?Alba Rohrwacher: Non ci conoscevamo prima, di persona. Siamo stati contattati telefonicamente e abbiamo accettato entusiasticamente. Da lì abbiamo cominciato a conoscerci e devo dire che le nostre discussioni e il nostro rapporto sono sempre più interessanti!
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Speciale Conferenza stampa Giuria Internazionale di Venezia 68
Darren Aronofsky ci racconta del suo approccio alla giuria del Festival
Essere Presidente di Giuria di un noto festival è un grande onore, ma anche una responsabilità mica da poco. Lo sa bene Darren Aronofsky, che dopo aver stravinto l'anno scorso proprio qui a Venezia con Il cigno nero è stato invitato a presiedere la Giuria che giudicherà i film in concorso.Insieme a lui, a comporre la giuria, troviamo il musicista David Byrne, il regista Todd Haynes, l'attrice Alba Rohrwacher, i registi Mario Martone e Andrè Tèchinè, oltre all'artista Eija-Liisa Ahtila, tutti a presenziare alla presentazione alla stampa (e conseguentemente al pubblico) della giuria della 68esima mostra del cinema di Venezia.Signor Aronofsky, che tipo di esperienza cercherà in questa Venezia?D. Aronofsky: Devo ammettere che quest'anno l'elenco di film è entusiasmante come non mai! Non è la prima volta che siedo in giuria ad un concorso, ma mai prima d'ora mi è capitato di essere interessato a tutti i film presentati. Cose ne pensa della relativa scarsità di blockbuster in programma?D.A.: È normale che ci sia un ricambio di generi, anche nel gusto del pubblico. Ed è interessante questo ritorno d'interesse verso i film indipendenti. Sedi come Venezia sono favolose vetrine per tutto ciò che c'è di nuovo.Lei è stato, in passato, dalla parte dei giudicati qui a Venezia. Com'è ora essere 'colui che giudica'?D.A.: Guardi, partecipare a manifestazioni come queste è già una mezza vittoria. Il vero giudizio, quello importante, sarà dato dal pubblico. Il nostro è più specifico, dettato dalle circostanze. Quale sarà la vostra linea di condotta?D.A.: Niente di strano o diverso dal solito: saremo aperti, onesti, senza pregiudizi. Daremo un giudizio su ciò che ci colpisce, cercando di non essere mai prevenuti, sia in positivo che in negativo, per qualunque motivo.È difficile giudicare i suoi colleghi?D.A.: È brutto il termine 'giudicare', sarebbe meglio cercare un sinonimo! (ride) Parto dal presupposto che siano tutti ottimi film, ben selezionati, e come già detto premierò chi saprà emozionarmi.Ma non è facile essere imparziali verso coloro che spesso, più che colleghi, sono stretti collaborati o anche amici.Todd Haynes: Possono esserci relazioni preesistenti, è normale, comune. Ma noi sfrutteremo una sorta di 'magnifica cecità'. Assumeremo un atteggiamento assolutamente neutrale.Come vi trovate a lavorare insieme? Provenite da paesi ed esperienze diverse. E come siete stati scelti?Alba Rohrwacher: Non ci conoscevamo prima, di persona. Siamo stati contattati telefonicamente e abbiamo accettato entusiasticamente. Da lì abbiamo cominciato a conoscerci e devo dire che le nostre discussioni e il nostro rapporto sono sempre più interessanti!
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