Speciale Buon 2014 da Movieye

I nostri 'cinematografici' auguri per un 2014 pieno di emozionanti e bellissimi film!

Speciale Buon 2014 da Movieye
Articolo a cura di

Supervisione e testi aggiuntivi di Marco Lucio Papaleo
Il 2013 si sta preparando ad atterrare, per cedere il decollo al Boeing 2014: fortunatamente non ci sorbiremo nuovi giochi di parole come “duemila e credici” e un eccitante nervosismo pervade l’atmosfera da cambio d’annata. Un anno importante si sta chiudendo dietro di noi, un anno decisamente particolare e che farà parlare di sé più di altri. Ed è stato un anno molto importante e ricco anche a livello cinematografico, che si ricuce a 360° con l’ultimo film di Giuseppe Tornatore: La migliore offerta ha debuttato in Italia il 1 gennaio 2013 e ora si prepara a uscire nei cinema a stelle e strisce dal 1 gennaio 2014, esattamente un anno dopo, come The Best Offer.
Noi di EveryEye vogliamo augurarvi un buon anno nuovo e, per farlo nel modo migliore, abbiamo realizzato un video-collage che riunisce in cinque minuti ben 98 film del 2013: a voi la sfida di riconoscerli tutti! Sperando che il video vi piaccia, vi faccia riscoprire qualche film che avevate trascurato e vi faccia godere ancora una volta delle prelibatezze dell’anno che si chiude.
E chissà cosa ci riserverà il 2014!
Il 2013 è stato l’anno in cui, per la prima volta dopo tanto tempo, si sono scissi i premi Oscar più famosi: il miglior film ad Argo e la miglior regia a Ang Lee per Vita di Pi, entrambi eccellenti lungometraggi che in qualche modo segnano un netto stacco da centometrista rispetto ai precedenti riconoscimenti dell’Academy (chi scrive non è stato entusiasta dell’incoronazione di The Artist e del Discorso del re). Un anno importante anche per l’Italia: Tornatore ha aperto il calendario cinematografico in grande stile con la sua trama ricca di mistero, arte e fobie, mentre La grande bellezza di Paolo Sorrentino, benché uscito a mani vuote da Cannes e tanto discusso in patria, ha ottenuto buoni incassi (più di 13 milioni ad oggi), è in corsa per il Golden Globe e nella shortlist per l’Oscar al film straniero - ma soprattutto è una freccia al cuore di tanta Italia media, in un anno così cruciale per lo Stivale e l’autocritica dell’italiano. Ma soprattutto l’Italia ha visto un interessante 2013 per titoli meno celebri ma di grande livello, da Salvo vincitore alla Settimana della critica di Cannes a Nina di Elisa Fuksas, a Miele, lungometraggio di debutto alla regia di Valeria Golino. E’ anche l’anno in cui la dissoluzione del cinepanettone, avviata da un paio d’anni, è arrivata a un rarefatto smembramento in “cinepanettoncini”, dal più classico Colpi di fortuna al “brizziano” Indovina chi viene a Natale, passando per il consueto Pieraccioni di Un fantastico via vai. E’ stato un anno importante per le radici e la memoria, in un periodo storico di smarrimento e confusione si avverte sempre più forte e deciso il bisogno di un recupero di modelli di vita: si alternano i biopic più monumentali (da Lincoln all’operazione infelice di Diana fino a Royal weekend e all'imminente The Butler) alle commedie amare, sulla vocazione di Monicelli e Steno, o esagerate ed enfatizzate fino all’elettroshock (La mafia uccide solo d’estate, il nuovo Scorsese di The wolf of Wall Street che da noi arriverà solo a gennaio, Viva la libertà di Andò).

Recuperi eccellenti

Se con il video vogliamo offrire un ultimo squarcio panoramico sull’anno concluso, è anche vero che un articolo di fine anno che si rispetti ormai non può più uscire dalla tradizionale moda dei ranking e delle chart. Tuttavia, quella che qua vi proponiamo non è "la solita" classifica/top ten dei migliori dieci titoli dell'anno (divertente su Facebook ma un po' pomposa su un sito, per i nostri gusti) ma il nostro personalissimo consiglio su 10 film "meno visibili" che potreste aver perso quest’anno ma che dovete assolutamente recuperare se vi si para davanti l'occasione. Troppo spesso, accecati dal bagliore di mastodontici schermi, adrenalinici trailer e infuocati ambienti sonori, un gran sottobosco di titoli meritevoli ma meno famosi stenta a farsi pubblicità e a raggiungere gli spettatori, soprattutto in Italia. Ecco dunque i 10 film più “nascosti” che secondo noi meritano di essere recuperati, se non li avete visti, e a seguire vi proponiamo 3 scherzosi propositi che dovete realizzare nel 2014.
10) Short Term 12 di Destin Cretton


Visto all’ultimo festival di Locarno, lo avevo recensito entusiasta, e a gran ragione: il film di Cretton è un gioiellino che purtroppo manca ancora di una distribuzione italiana, mentre all’estero sta cominciando a diffondersi (è sbarcato in Spagna, Inghilterra, Portogallo, Francia, tra gli altri). Narra le cozzanti vite di giovani ragazzi all’interno dello “Short Term 12”, un centro accoglienza per adolescenti a rischio, con la tutor volontaria Grace e il suo instabile passato a tirarne le redini. Assolutamente da recuperare.

9) Why don’t you play in hell? di Shion Sono


Questo sfegatato film giapponese, che gioca coi registri della commedia, dello splatter vagamente accennato e del trash, mischiato a un’iperbolica messa in scena, non cade mai nella trappola della moda B-movie: frenetico, senza pause, a suo modo poetico, impietoso di ogni tabù e farsesco sulla società dello spettacolo nipponica, il nuovo film di Shion Sono (regista noto per opere sui generis, per usare un eufemismo) è imperdibile. Ci auguriamo che arrivi anche in Italia.

8) Camp 14: Total Control Zone di Marc Wiese


Capolavoro di “docu-animazione”, la nuova opera del documentarista Marc Wiese racconta la giovinezza di Shin Dong-Huyk, nato e cresciuto in un “campo di ri-educazione” della Corea del Nord in cui ha trascorso tutta l’infanzia e l’adolescenza, ignaro del mondo all’esterno e di cosa può essere la vita, ignaro addirittura delle emozioni che un essere umano può provare. Il documentario è delicato e quasi asettico nel raccontare, con un’animazione suggestiva e cupa, la vita di Dong-Huyk, in cui la tristezza sopita e non pienamente consapevole genera un grido sordo all’interno della cappa creata da Wiese. E’ del 2012 ma fatica a trovare una distribuzione; in Italia è passato dal Milano Film Festival.

7) Blancanieves di Pablo Berger


Blancanieves, che ho recensito con grande entusiasmo, è stata una delle grandi sorprese al penultimo festival di Torino: nel 2013 è uscito anche in Italia e il 25 dicembre è arrivato in tv, a sugellare una “mute marathon” su Rai 3 composta da The Artist prima e da Blancanieves dopo. Ma l’opera di Berger (una trasposizione di Biancaneve nella Spagna anni ’20, barocca e avvelenata, con una messinscena muta e in bianco/nero) merita il podio rispetto a The Artist: più coraggiosa e ingegnosa, si spinge a sfruttare gli espedienti del muto e della scala di grigi in modo davvero creativo e mai scontato, rendendolo punto di forza della storia, motore nevralgico di questa iberica trasposizione dai fratelli Grimm.

6) We are the best! di Lukas Moodysson


Grazioso ritorno al cinema di un grande regista svedese (noto soprattutto per Fucking Amal): due ragazzine spregiudicate con la passione sfegatata per il punk che tentano di mettere su una band con una cantante bigotta e perbenista. Da Venezia ha cominciato a transitare per le sale in occasione di alcune rassegne.

5) Oh Boy - Un caffè a Berlino di Jan Ole Gerster


Uscito in Italia ad ottobre, ha fatto parlare poco di sé, se non nelle riviste di nicchia. Viaggio “on the feet” e on the road tra il centro città tedesco e la campagna, tra il teatro contemporaneo e gli uffici dell’alta burocrazia, è sognatore e girovago, ma più che mai disorientato (una moda che l’ha fatta da padrona nell’anno appena passato). Vanta un bianco e nero molto particolare, con un velo di grigio che ricopre delicatamente i suoi personaggi, quasi fossimo in un pub impregnato di fumi di sigari.

4) La vita di Adele di Abdellatif Kechiche


Per la verità, il film di Kechiche è più che noto anche ad un pubblico molto allargato: non solo per la Palma d’Oro, ma la sua qualità ha generato un passaparola che ha sfondato ogni barriera. Per chi è stato distratto dall’uscita in sala dei più luccicanti blockbuster, assolutamente da recuperare il grande capolavoro che ha stravinto Cannes 2013.

3) Sacro GRA di Gianfranco Rosi


Ha diviso tutti, anche all'interno della redazione. Chi lo ama e chi lo odia, chi lo apprezza e chi lo disprezza. La vittoria a Venezia non è bastata a diffondere il lavoro di Rosi: un documentario che è un vero gioiellino e che ha richiesto un lungo tempo di coabitazione con la fauna umana del Raccordo Anulare romano prima di imbracciare la videocamera. Come girovagare sul raccordo e trarne un composito ecosistema umano, curioso e interessante, rendendo un documentario errabondo con un piglio molto coinvolgente.

2) The Audience di Stephen Daldry


Non è un vero e proprio film ma l’ultimo spettacolo scritto da Peter Morgan e diretto da Stephen Daldry, messo in scena a Londra e che grazie a National Theatre Live è diventato anche un lungometraggio di oltre due ore, mai pesanti, in cui Helen Mirren veste i panni della regina Elisabetta II, chiamata a recitare le “audiences”, ossia i tradizionali incontri settimanali (segretissimi) di ogni settimana che la regina tiene col Primo Ministro di turno. Morgan ha provato a immaginare questi incontri: da Churchill a Tony Blair, dalla Tatcher a Cameron, l’opera è veramente ben scritta, magistrale nella sua ironia e profonda ma mai appesantita. In Italia è arrivata solo per un giorno al cinema, ma è probabile che arriverà anche in DVD.

1) Frances Ha di Noah Baumbach


Il titolo che ad ogni costo dovete assolutamente vedere: Greta Gerwig per l’occasione è non solo la fenomenale protagonista Frances, ma anche scrittrice del film con Baumbach. Un bianco e nero favolistico, capitoli scanditi dai nomi delle strade newyorchesi, una narrazione che ammicca a Jules & Jim ma solo da lontano, perché l’opera di Baumbach ritratteggia i confini, dipinge ad ampie campiture un vero capolavoro, vetta di quei film di cui parlavamo poco sopra con Oh Boy: di smarrimento e disorientamento, alla ricerca di una pista sicura. Forse il film che più di altri riescono a descrivere la gioventù di oggi che muove i primi passi nel lavoro e nella vita delle responsabilità adulta.

I buoni propositi

Infine, per non farvi mancare nulla, ecco tre propositi cinematografici che dovrete assolutamente compiere nel 2014:
3) Un film al cinema proiettato in HFR 3D, ossia al doppio dei fotogrammi (48 fps anziché gli standard 24), per ora solo i due film de Lo Hobbit sono stati realizzati in tal modo, come già ne abbiamo parlato. Non fatevi dunque sfuggire il finale della trilogia in HFR, è da provare!
2) Provare il Dolby Atmos: è la nuova, rivoluzionaria tecnologia dei laboratori Dolby, ha esordito nell’aprile del 2012 e sta lentamente cominciando a diffondersi. Superamento del Dolby Surround convenzionale (con 6 o 8 canali), l’Atmos può arrivare fino a 128 canali, con altoparlanti dispersi ovunque, dal soffitto al pavimento, ultradirezionali e per un’immersione completa. La sua diffusione è ai primi passi quindi ancora non è facile goderne, ma siamo certi che dal 2014 avremo più possibilità. Noi lo abbiamo provato all’IMG Cinemas Candiani di Mestre e abbiamo visto la luce.
1) Completate le volontà di Gatsby al posto suo e sposate Carey Mulligan. Anche contro la sua volontà.
I nostri migliori auguri per un felice 2014 a tutti!

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