Speciale Brandon Routh, moderno Dylan Dog

Conosciamo meglio il nuovo volto del Dylan Dog firmato Kevin Munroe.

Speciale Brandon Routh, moderno Dylan Dog
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Per raggiungere la popolarità a livello planetario ha dovuto ricorrere all'aiuto di un supereroe, di quelli leggendari e intoccabili come Superman, ma alla fine Brandon Routh è riuscito a farsi un nome e a ritagliarsi un posto tutto particolare nel confusionario mondo di Hollywood. Appassionato di cultura pop, fumetti e videogiochi, tanto da aver dichiarato più volte e senza alcuna vergogna di essere fan e assiduo giocatore di "World of Warcraft", Routh fa continuo riferimento proprio a questo mondo per la caratterizzazione dei suoi personaggi.

What a Girl Want

Ogni biografia che si rispetti comincia con "Nato a Norwalk, nell'Iowa, il 9 Ottobre del 1979...", ma una delle cose più curiose della nascita di Brandon risiede nel suo essere cresciuto a Norwalk, a circa 160 km da Woolstock, la città che ha dato i natali a George Reeves, il primo Superman televisivo. La loro vicinanza lo ha tormentato fin da piccolo, quando, un po' mammone e sempre con il naso tra le pagine dei fumetti, i suoi amici lo annoiavano ricordandogli la sua somiglianza con l'attore, motivo decisivo per cui il suo primo manager lo ha scritturato, con la speranza di una futura rivisitazione cinematografica di Superman. Nonostante fosse segnato fin dalla nascita a un futuro da supereroe, i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo passano per la musica pop. Lasciata l'università nel 1999, Brandon si trasferisce prima a New York e poi a Los Angeles dove compare per la prima volta nel video "What a Girl Wants" di un'esordiente Christina Aguilera, avviando così una serie di numerose apparizioni in serial di successo. Un'evoluzione piuttosto curiosa, se si pensa che fare l'attore non era propriamente il suo sogno nel cassetto: "Mi sarebbe piaciuto essere uno scrittore. Probabilmente avrei lavorato nel campo pubblicitario e scritto nel tempo libero. Era il mio piano prima di trasferirmi a LA...".

Buono o cattivo?

La fama lo raggiunge come un meteorite caduto dal pianeta Krypton con la scelta di Bryan Singer di utilizzare Routh come nuovo volto dell'Uomo d'Acciaio in Superman Returns. La sua interpretazione ha diviso il pubblico e la critica, ma non ha scoraggiato per niente Brandon che, fino all'ultimo momento ha sperato di poter indossare nuovamente lo spandex azzurro nell'annunciata rivisitazione dell'eroe da parte di Zack Snyder e Christopher Nolan, ormai assegnata all'inglese Henry Cavill. "L'unica cosa che posso davvero dire a riguardo è che mi sarebbe piaciuto molto. Con Chris Nolan a dar forma al nuovo film, nessuno può davvero sapere cosa accadrà. La cosa più importante è che, indipendentemente da chi interpreta Superman, la saga sia portata avanti con onore". 
Nel frattempo non è rimasto fermo ad aspettare e si è dedicato con entusiasmo a nuovi ruoli e nuovi impegni politici e sociali. Nella terza stagione del serial Chuck, stretta bene la cravatta al collo, è divenuto l'agente speciale Daniel Shaw, un personaggio moralmente in bilico fino all'ultimo episodio. IGN lo ha nominato come il miglior cattivo televisivo del 2010: "Dal momento in cui Daniel Shaw è stato introdotto in Chuck, il pubblico è stato portato a odiarlo", un compito di certo non facile per un attore che, nonostante il cipiglio perenne, è divertente, disponibile e sempre solare. La pausa televisiva non lo ha di certo allontanato del mondo del cinema e infatti è tornato subito a stupire con il bizzarro suolo del vegano Todd Ingram nel fumettistico Scott Pilgrim VS the World. "Ci sono moltissime differenze tra la recitazione televisiva e quella cinematografica", confessa l'attore, "Alcune sono positive, altre negative. La televisione è bella perché ti offre una gratificazione quasi immediata, ma dall'altro lato funziona con dei meccanismi davvero molto veloci. Nei film, invece, c'è generalmente più tempo per lavorare sul personaggio insieme al regista e al resto del cast, in modo da rendere al meglio la scena!".

Vita Privata

Della vita privata di Brandon Routh non si sa davvero molto, se si esclude il suo matrimonio nel 2007 con l'attrice Courtney Ford. Forse è colpa del suo strano e un po' restio rapporto con i social network e internet in generale. "Onestamente ci sono sempre andato molto cauto con i social network. Si, possono essere una buona occasione per mantenere il fanbase, ma sono dell'idea che molti condividano troppo. Nessuno ha davvero bisogno di sapere cosa ho mangiato a colazione perché l'ho postato su Twitter... le ultime notizie della CNN forse sono più importanti, no?". E infatti non esistono pagine ufficiali o direttamente gestite dall'attore su nessuna delle piattaforme più famose e utilizzate della rete.

Eroe dell'ignoto

La nuova fatica cinematografica di Brandon deriva ancora una volta dal mondo dei fumetti, anche se questa volta si tratta di un progetto tutto italiano come quello di Dylan Dog. E allora perché scegliere un attore americano come lui? La sua è una faccia diafana e paffuta, ben lontana da quella esile dell'indagatore dell'incubo a cui siamo tutti abituati: Tiziano Sclavi la modellò, nel 1986, sulle fattezze di Rupert Everett, già protagonista infatti nel 1994 di DellaMorte DellAmore di Michele Soavi. "Se qualcuno protesterà, risponderò che Dog non ha nazionalità, appartiene a tutti e a diverse generazioni. Poi piace anche per le sue debolezze, i suoi dubbi, la sua capacità di sentirsi innamorato, più nell'immaginazione che altro, visto che gli va sempre male con le donne... Insomma, tra tanti supereroi, Dog è uno che usa l'intelligenza per sopravvivere e occuparsi di sanguinarie creature sovrannaturali. Ha concorso a gettare un ponte tra i fan europei e quelli americani e la reputo una gran cosa, perché, come i jeans che indossa Dylan, c'è qualcosa di universale anche negli scambi sul blog del film". E così Brandon Routh passa da un supereroe all'altro, divenendo protagonista del prossimo Dead of Night, senza apparentemente soffrire di crisi d'identità, anzi trovando nuovi paralleli tra i due personaggi. "Non è stato difficile passare da Clark Kent a Dylan Dog. In fondo sono due creature di carta ed entrambe appartengono alla più creativa immaginazione. Anche Dylan, lo spiantato detective dei misteri, vive in una specie di sua galassia e indaga sulle zone oscure e sugli incubi della vita, mentre l'eroe Superman cerca di risolvere i misteri e le contraddizioni di una società alienata. A ben pensarci, entrambi hanno gli stessi problemi e lottano, odiandola, contro la violenza con l'obiettivo di aiutare l'umanità". Non ci resta che affidarci a lui, e alla sua passione per questo mondo in china, per rivedere trasportato sullo schermo uno degli eroi più atipici e amati della tradizione fumettistica italiana. Routh assicura di averci messo tutta la passione e l'attenzione che solo un fan può avere: "Conoscevo il fumetto perché un amico italiano, mio compagno di studi alla University of Iowa, ne è un cultore. Nelle storie, di cui da anni ormai anche io sono un lettore, ci sono tutta la fantasia e, sottotraccia, la cultura, il gusto delle citazioni e la creatività del vostro Paese, che amo e che ho studiato in tanti aspetti sociali, letterari e politici".

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