Speciale Arthur e la vendetta di Malthazard

Luc Besson racconta il mondo dei Minimei.

Speciale Arthur e la vendetta di Malthazard
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Ve li ricordate i Minimei? Sono i piccoli esserini fuoriusciti dalla fantasia del regista, e per l'occasione scrittore, Luc Besson. Abitanti di un mondo sotteraneo, custodito da una strana tribù aborigena e raggiungibile solo in determinati momenti. Il decimo ciclo lunare sembra finalmente essere arrivato, il telescopio magico è stato posizionato ed il portale è pronto ad aprirsi su Arthur e la vendetta di Maltazard. L'autore della saga per ragazzi, che con questo progetto si è dedicato per la prima volta al mondo dell'animazione, è approdato sul suolo italiano per raccontare la sua esperienza, il modo in cui si è rapportato con i suoi piccoli amici e come mai sia passato da Nikita e Il Quinto Elemento ad una favola per bambini basata sull'amicizia ed i buoni sentimenti.

Un po' di numeri su Arthur

- 3 milioni di libri venduti in tutto il mondo
- 18 milioni di biglietti acquistati in 77 paesi del mondo
- Un box office complessivo di 113 milioni di dollari
- 6.5 milioni di biglietti venduti in Francia
- N°1 al box-office nel 2006-7
- E’ il film che ad oggi ha incassato di più in Francia e che occupa il 13° posto nella classifica dei film di animazione che hanno guadagnato di più nella storia del cinema
- 1.5 milioni di DVD venduti in Francia
- 1.5 milioni di visitatori sul sito web del film

Tra animazione e realtà

In questo episodio è evidente il miglioramento tecnico dell'animazione. Che cambiamenti ci sono stati?
Nel primo film nessuno di noi aveva mai lavorato con l'animazione. Per il secondo ci siamo sentiti più liberi, così come per il terzo episodio, che è stato girato in contemporanea. Personalmente non sono un tecnico e quindi vedo i risultati del nostro lavoro una volta al mese.

Dobbiamo aspettarci una trilogia?
So che il finale di questo episodio lascia insoddisfatti, ma non si può pensare ad un film per bambini lungo 3 ore. Il seguito presenterà molta più azione, con Maltazard alto due metri ed Arthur solo due millimetri.

Il secondo ed il terzo film sono fedeli ai libri? E' stato soppresso qualche personaggio? E cosa ha introdotto di nuovo nella storia?
Vado molto d'accordo con l'autore dei libri! (Besson stesso n.d.r.) Non ci sono conflitti tra di noi. I libri, quattro in tutto, sono stati scritti di seguito. Per il film hoo dovuto adattare Arthur a Freddie (Highmore). Cresce a velocità incredibili e se continua così l'anno prossimo toccherà a lui interpretare Maltazard. Il più grande cambiamento appartiene alla sfera affettiva: nel primo film Arthur non dice mai a Selenia che l'ama. Ora hanno entrambi 13 anni ed è la loro prima storia d'amore. Da adulto, è stato emozionante ricordare le sensazioni delle prime storie romantiche, ovviamente platoniche.

I cartoni Disney Pixar rappresentano per lei una sfida o un modello a cui ispirarsi? E quali sono le differenze tra questa animazione e la sua?
Prima di tutto non abbiamo la stessa cultura. I miei tecnici provengono da diversi paesi europei, c'è un continuo scambio. E' eccitante concorrere contro un campione, anche se so che non sarò io a vincere. Al momento l'animazione è un genere molto vivo e la Pixar ci spinge tutti a fare meglio. E' anche divertente notare come da 40 anni la Disney sia andata a scavare nella cultura europea per i suoi lavori. Con la Pixar è diverso, perché Lasseter è un vero artista, quindi fuori da tutti gli schemi tradizionali.

Nel primo film Maltazard era doppiato da David Bowie, ora da Lou Reed? E Selenia aveva la voce di Madonna. Ci sono molti più cantanti che attori nel suo film. Quali sono le sue scelte musicali vocali?
I cantanti sono molto dotati perché sanno come usare la voce, e poi adorano il cinema e si prestano volentieri. Ho trovato molto divertente lavorare con loro, anche perché sono molto precisi e stranamente molto più accessibili di attore. Con loro la comunicazione è più immediata, senza la trafila di agenti e manager.

Qual'è la sua posizione nei confronti del 3D?
Io credo soprattutto nelle storie che funzionano e se il 3D può portare qualcosa a queste, perché non usarlo? Ma sono contro l'automatismo. Ultimamente ho visto film in cui il 3D non era per niente necessario. I bambini piccoli, poi, resistono solo mezz'ora con gli occhialetti, quindi spero si trovi presto una soluzione a questa limitazione.

Sul piano tecnico come ha lavorato con i suoi attori?
In quanto regista dovevo riprendere il live-action in alto e l'animazione in basso, senza che la regia cambiasse con il mutare del
livello. Avevo un interprete per ogni personaggio. Per esempio per Betameche ho lavorato con un attore che ha recitato per 4 mesi in ginocchio. Ho girato il film con gli attori e senza scenografie, l'ho montato e poi mandato in studio di animazione per due anni e mezzo.

La frustrazione come metodo d'insegnamento

Il suo film lo si può giudicare un'impresa francese contro il grande dominio americano?
Assolutamente no. Quando qualcuno fa qualcosa di buono, questo è sempre uno stimolo a migliorarsi. L'arrivo di Lasseter alla Pixar ha dato molta energia all'animazione ed inoltre, oggi, la tecnologia permette di fare molte più cose. Mi sembra che i giornalisti siano tutti molto affascinati dagli americani. A me appassiona invece la cultura europea. Quello che è affascinante negli americani è il loro modo di imporsi economicamente: con un mouse riescono a costruirti una città. Ma culturalmente non hanno nulla che mi interessi.

In questo mondo che diventa sempre più cattivo, lei, che ha cominciato da ribelle, come ha fatto a diventare così buono? Ed è vero che si dedicherà solo all'animazione?
Questo non l'ho mai detto. Non vi fidate dell'acqua cheta! Io seguo soprattutto le mie voglie. Trovo che negli ultimi anni lo stato del pianeta sia così peggiorato che non c'è bisogno di aggredire la gente. Ho voglia di dare dolcezza e felicità. Sono preoccupato per i bambini e per lo stato in cui lasceremo loro il pianeta.

La cesura narrativa del finale lascia sbigottiti. Perché questa scelta?
Intanto la storia è tratta da due libri (Arthur e la vendetta di Maltazard e Arthur e la guerra dei due mondi), quindi è normale che sia divisa in due parti. È un po' come andare a teatro con una narrazione divisa in atti. Maltazard ora è nel nostro mondo e quindi comincia un'altra avventura, diversa. Non è la prima volta che si fa questa operazione con i finali e la ritroviamo già in "Pirati dei Caraibi" o "Il Signore degli Anelli". Capisco che ci sia una frustrazione, insopportabile oggi che siamo abituati ad avere tutto e subito. Ma ricordo quando ero piccolo e vedevo episodi di film che terminavano con un coltello sospeso a mezz'aria e sotto la scritta "ci vediamo la prossima settimana". Non trovo negativa questa frustrazione, anzi credo che insegni ad essere pazienti. I bambini, quando vedono un film, credono a qualsiasi cosa, quindi bisogna fare molta attenzione a quello che si dice loro. La cosa di cui vado più fiero è il messaggio che ho dato con questo lavoro: accettare gli altri e non fare differenze tra alti, bassi, vecchi, bambini, bianchi o neri.

Cosa vedeva lei da bambino?
Sicuramente esisteva la frustrazione: si aspettava per dodici mesi l'uscita del film di natale, ed era l'unico che si vedeva per tutto l'anno. Mi ha colpito molto "Il libro della Giungla", tanto da spingermi a desiderare solo amici del mondo animale e non voler più parlare con le persone, e "Lilli e il vagabondo"... la scena degli spaghetti mi ha segnato per sempre.

Arthur e la vendetta di Malthazard Arthur e la vendetta di Maltazard uscirà nelle sale italiane il 30 dicembre, distribuito in circa 150 copie da Moviemax.

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