Speciale Armandino e il MADRE

Uno scugnizzo per Valeria Golino neo regista

Speciale Armandino e il MADRE
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"Nel cuore di Napoli, tra vicoli stretti, antichi palazzi e qualche abuso edilizio c'è il MADRE, il Museo d'Arte contemporanea, ospitato nello storico Palazzo Donnaregina. Intorno, un intreccio di stradine buie e misteriose, una chiesa gotica e il brulicare della città. Da una parte le sculture di Mimmo Palladino, dall'altra i panni stesi ad asciugare; da una parte il silenzio asettico di certe sale candide del Museo, dall'altra i suoni di una città sempre in movimento."
Il cinema si è sempre divertito, fin dai suoi albori, a giocare con gli opposti, a farli suoi, a sperimentare e riportare le contaminazioni: artistiche, etniche, culturali.
Armandino e il MADRE è uno di questi esperimenti tra i più recenti: un cortometraggio che vede la pluripremiata attrice Valeria Golino per la prima volta nelle vesti di regista, a raccontare una storia che parla direttamente al cuore tramite l'ausilio di tanti voci e visioni differenti.
Presentato in anteprima al Museo dell'Ara Pacis di Roma (durante una serata VIP a cui naturalmente Movieye non poteva mancare!) il film vanta la particolarità di essere stato finanziato dalla popolare ditta Garofalo, tra i leader del settore alimentare della pasta e affini: un'azienda che già in passato aveva tentato la strada del product placement cinematografico in film come N (io e Napoleone) e Saturno Contro. Ma che, soprattutto, ha già prodotto, negli scorsi anni, due cortometraggi: L'alchimia del gusto di Edo Tagliavini nel 2007 e Questione di gusti, diretto da Pappi Corsicato nel 2009.

Come visionarlo

Molteplici saranno le possibilità di visionare Armandino e il MADRE: il cortometraggio andrà in onda sulla rete televisiva La 7 la sera del 30 maggio alle ore 23, e sarà proiettato in 12 cinema selezionati in tutta Italia da fine maggio. Oltre ad essere visionabile, naturalmente, sul sito www.pastagarofalo.it

Uno scugnizzo a zonzo in mezzo all'arte

Di fronte al Museo d'Arte contemporanea DonnaREgina di Napoli, più comunemente noto come "MADRE", abita il piccolo Armandino (Denis Nikolic) con la sua famiglia, di origini rom. Il ragazzino, scaltro ma al contempo dolcissimo, sarà il tramite di una storia d'amore e riconquista che si consuma tra le sale del museo: quella tra il bello e sfrontato fratello di lui Roberto (Gianluca Di Gennaro) e la sfuggente restauratrice francese Sara (Esther Garrel). Una storia d'amore vissuta come un gioco -nonché un'opportunità di guadagno, viste le mance elargitegli dal fratello per le sue intercessioni!- vissuta a metà tra l'anima più popolare di Napoli e l'elitaria cultura di un museo di arte moderna che può diventare anche parco giochi e luogo dei sogni, per un bambino e per coloro che lo inseguono tra i suoi corridoi.

La Napoli cosmopolita di Valeria Golino

La neo regista Valeria Golino afferma: "La ditta Garofalo, tramite Pesce Rosso Comunicazione, è venuta da me e mi ha chiesto se ero interessata a realizzare, in grande autonomia, un cortometraggio tutto mio, dalla sceneggiatura alla regia. All'inizio ero un po' titubante, non capivo quanto e come fosse pubblicitaria la cosa. Ora posso tranquillamente affermare, però. che l'operazione Firma il Cinema della Garofalo sia una maniera molto elegante per un'azienda di avere un ritorno d'immagine, di fare comunicazione in modo diverso da quello usuale, oltre che di dare la possibilità a degli artisti di esprimersi. Mi hanno lasciata molto libera: e non si vede un solo fusillo in tutto il film! Più volte avevo già pensato a dirigere un mio film, ma mai un corto: ci siamo messe lì, io e Valia Santella, a pensare a due possibili soggetti, basandoci su nostri ricordi e sensazioni partenopei... alla fine ci siamo ispirate alla storia vera di un bambino rom, a Napoli, che viveva nel circondario e che usava il museo MADRE per correre e giocare nelle sale...le guardie giurate ben lo conoscevano! Quella del film (e del museo) è un'idea che in un certo senso rappresenta Napoli: un luogo sofisticato che però viene permeato dalla vita esterna... e non si difende, anzi la accoglie. Quella, secondo me,è Napoli! Questo film, poi, lo vedo con un'ottica del tutto particolare, difficile da spiegare: è sempre ben presente nella mia mente, in tre dimensioni, come un giocattolo. Sono stati sei giorni di riprese, difficili ma bellissime. Chissà, se avessi intrapreso prima questa strada ora sarei brava davvero. Vedremo in futuro. Per ora sto girando di nuovo, ma come attrice: si tratta di un film francese, Il bacio a farfalla".
Riguardo ai giovani interpreti della pellicola ha inoltre aggiunto: "Armandino l'ho trovato a Scampia, dopo un processo lunghissimo di casting. Ne ho visionati mille, ma lui è perfetto. E' così spontaneo, un attore nato. Ma soprattutto è buonissimo, un vero dono di Dio. Esthr è francese, parla pochissimo in italiano, ma è molto dolce, e trasmette una bellezza classica ma al contempo moderna. Gianluca...cercavo un ragazzo molto fisico, molto presente: e lui è proprio l'archetipo del bel giovane del sud. Iaia? Iaia c'era prima di tutto, prima ancora della sceneggiatura!!".
La parola passa a Riccardo Scamarcio, che oltre ad essere ormai da tempo il compagno di vita dell'attrice, in questo film figura come Produttore Esecutivo, insieme a Viola Prestieri, con la loro nuova società di produzione Buena Onda: "Come prima opportunità da produttore sono fiero del risultato...per quanto riguarda il mio lavoro come cameraman, invece (nei titoli di coda Scamarcio figura anche come seconda unità, n.d.r.)...continuerò a fare solo l'attore, tranquilli! (ride) Diciamo che la storia è nata in funzione dello spazio: questo connubio che c'è tra questo mondo fantastico che è il museo e quello che c'è intorno al MADRE... e per intorno intendo 'attaccato', quasi... il mondo partenopeo. Quello più napoletano, più autentico."
Aggiunge Iaia Forte, interprete della guardia giurata Rosa: "Questo film somiglia molto a Valeria e a Napoli: è azzurro, e parla d'amore e di passione."

Armandino e il MADRE Armandino e il MADRE rappresenta sicuramente un esperimento interessante, e per certi versi riuscito. Da rimarcare i talentuosi volti nuovi Nikolic e De Gennaro, tra l'altro. Certo, la Golino regista mostra evidente inesperienza dietro alla macchina da presa, eppure l'impegno e il lavoro sui toni della pellicola, così volutamente accesa e colorata, quasi “sporca” di vita e multiculturalità come il buon cinema d'autore ha sempre insegnato, sono un ottimo biglietto da visita sia per la ditta Garofalo -che si fa così, garbatamente, una buona pubblicità, investendo al contempo nel boccheggiante panorama cinematografico italiano- che per l'artista stessa, che al di là delle incertezze tecniche dimostra spiccate doti comunicative e autoriali: staremo a vedere cosa riserva il futuro, augurandoci nuove possibilità per iniziative del genere.

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