Alla ricerca di Dory: uno sguardo al futuro della Pixar

Il futuro dello studio d'animazione di proprietà della Disney è diviso tra progetti originali e sequel: quali mondi della Pixar rivedremo?

Alla ricerca di Dory: uno sguardo al futuro della Pixar
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La stagione estiva, poco a poco, scivola via. Ma la metà di settembre ci riserverà un ultimo assaggio d'estate. Mari nella lontana California, correnti oceaniche, pesci esotici. Il 14 settembre arriva, in lieve ritardo, nelle sale italiane il nuovo film della Pixar "Alla ricerca di Dory", a distanza di 13 anni dalle prime apparizioni di Nemo, Dory ed il resto della compagnia acquatica. Quale momento migliore per fare il punto della situazione su quello che sappiamo dei progetti futuri della Pixar, divisi fra sequel d'importanti franchise e progetti originali. Quali universi ideati dalla divisione della Disney potremo gustarci di nuovo?


Una scommessa già vinta

In realtà la prima domanda che ci siamo posti è stata: dopo 13 anni, sentivamo davvero il bisogno di immergerci di nuovo in quelle acque? Dopotutto Alla ricerca di Nemo era un film bellissimo con una storia compiuta, che non lasciava molto adito a potenziale sequel. Ed è sempre estremamente rischioso riprendere in mano un'opera così amata, e dalla qualità così alta (qualcuno ha detto Ghostbusters?). In realtà, da un punto di vista creativo abbiamo ben poco di cui discutere, e chiunque di voi potrebbe obiettare che la Pixar di rado ha deluso, anzi in alcuni sequel è riuscita anche a migliorarsi, sia da un punto di vista critico che di accoglienza da parte del pubblico (Toy Story 3). Tredici anni però sono tantissimi, e la risposta del pubblico può esser sempre imprevedibile, per un Jurassic World che ha un riscontro clamoroso, c'è un Indipendence Day Resurgence che fatica a superare il punto di pareggio. Come ha reagito l'audience al nuovo film di Andrew Stanton? Ve la facciamo breve: film Pixar più ricco nella storia del botteghino nordamericano con 477 milioni di dollari, superando il record detenuto da Toy Story 3 coi suoi 415M (ad onor del vero, però, se dovessimo ricalibrare gli incassi ai tassi d'inflazione attuale il film Pixar con i ricavi più alti sarebbe proprio Alla ricerca di Nemo con 487M). Dory ha appena raggiunto il traguardo dei 900M a livello globale, è il quarto film nella classifica del 2016, dietro Captain America: Civil War, Zootropolis, ed Il libro della giungla, è il film della Pixar più visto in Cina (anche se lì la Pixar fa fatica a trovare una larga audience), ed ha ancora qualche freccia al suo arco, dovendo ancora uscire in mercati dall'ampio potenziale come l'Italia e la Germania. Osiamo dire che, indipendentemente da come si comporterà nelle sue ultime uscite internazionali, l'idea di riproporre l'universo sottomarino di Nemo è stata brillante. Prima considerazione da fare: in questo caso i 13 anni non si sono fatti sentire, anzi! In fondo sappiamo benissimo che lo sviluppo di un prodotto animazione della divisione Disney richiede anni, molti anni; nel 2012 Andrew Stanton era già al lavoro su Dory, ma del seguito di Nemo se ne parlava già nel 2005, quando era attivo lo studio Circle 7 Animation, creato dalla Disney con l'intento di sviluppare sequel di pellicole create dalla Pixar, senza il diretto coinvolgimento di quest'ultima. Lo studio fu chiuso un paio di anni dopo, e la Pixar, per fortuna, mantenne il controllo creativo su tutte le sue proprietà. La lunga gestazione ha anche avuto l'effetto di coinvolgere diverse generazioni, richiamando nelle sale sia quella prima ondata di spettatori, piccoli e grandi, che ha un forte legame con il primo viaggio di Nemo, sia una nuova fetta di pubblico giovane, che, con tutta probabilità, non era neanche nata all'epoca del primo film. Ribadiamo, però, che il risultato di Dory non era così scontato, e che l'effetto nostalgia non implica sempre un riscontro così positivo; l'esplorare di nuovo delle proprietà che hanno segnato l'infanzia di una generazione di spettatori, può anche a forme d'indignazione e di forte ostilità, come abbiamo visto negli ultimi mesi. Detto questo, qual è la strada che la Pixar ha deciso di adottare per i prossimi anni? Si concentrerà su progetti originali o punterà decisa su proprietà intellettuali che hanno già fondamenta stabili?

Lo stato dell'arte

Sul futuro dello studio d'animazione, è illuminante un'intervista rilasciata ad Entertainment Weekly, da Jim Morris, presidente della Pixar, che si è soffermato sul processo creativo, sul perché alcuni sequel siano stati approvati a discapito di altri, e soprattutto le motivazioni che hanno spinto gli autori a focalizzarsi su storie originali, piuttosto che andare sul sicuro e riprendere in mano personaggi già affermati, a cui il pubblico si è affezionato. "Molte case cinematografiche si buttano sull'idea di un sequel non appena si ritrovano fra le mani un film di successo, ma il nostro modello di business è incentrato sulla figura dei nostri filmaker, per cui non riteniamo necessario sviluppare dei seguiti a meno che il regista del film originario abbia un'idea che lo colpisca e che lo spinga a portare avanti la sua storia," racconta Morris. "Un sequel, sotto certi aspetti, è persino più difficile da realizzare rispetto ad un progetto originale, perché se da un lato è vero che hai un mondo già definito e questo costituisce un vantaggio narrativo, dall'altro devi fronteggiare delle aspettative che non puoi permetterti di deludere." Che conseguenze pratiche hanno queste affermazioni su quello che vedremo nei prossimi anni? Il modello Pixar legato alla figura autoriale, ha indotto lo studio ad esser molto esigente nello scegliere a quale regista affidare un film, anche considerando il fatto che, una volta assegnato allo sviluppo di un prodotto, quel regista sarebbe fuori dai giochi per un periodo che va dai tre ai cinque anni. Per cui, visto che la filosofia della divisione Disney è quella di non cedere le redini di un film ad altri registi, se non al creatore e padre di quel mondo immaginario, alcuni dei sequel della Pixar che molti di noi vorrebbero vedere, tarderanno purtroppo nell'arrivare. Morris spiega: "Tutto ciò che verrà dopo Toy Story e The Incredibles sarà originale." Allo stato attuale il secondo film de Gli Incredibili è programmato per il 2019, mentre i successivi due film dello studio d'animazione californiano, programmati rispettivamente per marzo e giugno 2020, sono entrambi originali, indipendenti l'uno dall'altro, ma che si svolgeranno entrambi in "mondi bizzarri ma credibili, che ci porteranno in nuove direzioni narrative che non abbiamo mai battuto nel passato." Il piano della Pixar va oltre il 2020; infatti Morris afferma che altri due soggetti originali sono nella fase iniziale dello sviluppo, e, sebbene ufficialmente non hanno ancora una data d'uscita nell'affollata agenda dello studio, è altamente probabile che questi due progetti abbiamo semaforo verde a breve, per entrare nella fase successiva della produzione. Nessun altro sequel s'intravede all'orizzonte, per ora, conclude Morris. Questo vuol dire che bisognerà attendere almeno un'altra decade, per veder tornare sugli schermi i protagonisti di Ratatouille e WALL-E, o di fare un altro giro nella testa di Riley, magari esplorando gli anni della sua adolescenza in un ipotetico sequel di Inside Out. Morris va più nei dettagli, e fa il punto della situazione: "Pete Docter (che ha diretto Inside Out) sta sviluppando un'idea originale per il suo prossimo film. Brad Bird, che è anche la mente dietro Ratatouille, sta lavorando al sequel de Gli Incredibili, e non abbiamo mai parlato di continuare a narrare le avventure del topino chef. Per quanto riguarda WALL-E, è un progetto che mi è molto caro, visto che l'ho prodotto in prima persona. Sarebbe bello tornare a visitare quel mondo e scoprire che l'umanità è riuscita a sopravvivere di nuovo dopo esser tornata sul pianeta morente. Ma quella è stata una storia d'amore che ha avuto il suo inizio, il suo centro e la sua fine, e non abbiamo in programma, al momento, di raccontare alcun'altra storia ambientata in quell'universo." Non disperate, però. Qualche faccia familiare, come abbiamo accennato, salterà fuori.


Vecchi giocattoli, macchine roboanti ed una famiglia disfunzionale di supereroi

La sfilza di sequel che ci aspetta non è in contraddizione con quanto affermato fino ad ora da Morris? In effetti ad eccezione del film di Lee Unkrich, Coco (un'idea originale basata sulla festività messicana del Dia de Los Muertos) in uscita nel 2017, ben tre seguiti di popolari brand son previsti nei prossimi tre anni. Ma, ci tiene a precisare Morris, non si tratta di una cinica scelta arraffa-soldi, bensì di un'accidentale conseguenza della programmazione dello studio: "Il nostro piano era quello di programmare un anno con un film originale e quello successivo con un sequel, e proseguire con questa alternanza." Morris spiega che l'ordine è stato sovvertito proprio perché si è scelto di seguire il flusso creativo dei filmmaker, e di lavorare ai sequel solo nel momento in cui un'idea fuori saltasse fuori, il che non era prevedibile né tantomeno programmabile. Giugno 2017, segnatevi questa prima data, voi amanti della Pixar. Tornano Saetta McQueen e tutta la gang di Radiator Springs, in Cars 3, diretto da Brian Fee. Il primo sequel di Cars rientra nella categoria ristretta di quei progetti Pixar che non hanno convinto fino in fondo la critica. Lo shift di genere tra primo e secondo film, dal focus sul mondo delle corse, sulla competizione, sul senso di rivalsa ed affermazione del protagonista, alla parodia dei film di genere spionistico (e al troppo spazio concesso alla nuova spalla Carl Attrezzi), ha lasciato perplesso più di un fan dell'universo delle macchine antropomorfe. La realtà dei fatti è che il brand Cars è una devastante macchina di merchandise per la Disney, ed era impossibile che la casa cinematografica californiana lasciasse questi personaggi sugli scaffali a prender polvere. Pare, comunque, che la lezione del secondo film sia servita a qualcosa; si torna all'origine, si torna sulla strada. Da quel poco che si sa, la storia s'incentrerà di nuovo su Saetta McQueen, adesso un veterano delle corse d'auto, impegnato in un campionato che si svolgerà in America, con una nuova spalla, Cruz Ramirez, ed un nuovo antagonista, chiamato Jackson Storm. Giugno 2018. Arriva Toy Story 4. Si sa pochissimo di questo progetto, quasi nulla. Rumor accennano alla possibilità che il cuore del progetto sarà la storia di un coinvolgimento romantico, ma non sappiamo nulla su chi sarà al centro di questa romance. Sta di fatto che dopo le vette emozionali raggiunte dal bellissimo terzo episodio, sarà davvero difficile ripetersi; non possiamo però non riporre fiducia in John Lasseter, finora i suoi lavori hanno parlato per lui, e siamo convinti che non rischierebbe la reputazione di uno dei franchise più amati della storia dell'animazione, con un'idea che non l'abbia convinto sino in fondo. Giugno 2019. Ma quanto ci hai fatto penare, Brad Bird? Quante bestemmie ti saranno arrivate sui social in questi anni? Quindici anni. Tanto sarà passato da Gli Incredibili - Una "normale" famiglia di supereroi (se magari nel titolo scrivevano pure svolgimento ed epilogo del film, avrebbero fatto prima...), prima di rivedere la famiglia Parr sul grande schermo. Il film ci ha lasciato con l'incredibile scoperta dei poteri del piccolo Jack-Jack, e noi non vediamo l'ora di vederlo in azione, in tutto il suo potenziale. Insomma c'è tanto sul tavolo, non possiamo lamentarci. Una piccola speranza però la serbiamo. Magari fare un altro giro su di una casa volante, portata nei cieli da mille palloncini colorati. Una passeggiata nelle lande scozzesi, in compagnia del folle clan Dunbroch. O ritrovare due robottini innamorati. Non saremo mai troppo vecchi per quei due.

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