Speciale 25 anni di Pixar a Milano

25 anni di animazione Pixar in mostra a Milano

Speciale 25 anni di Pixar a Milano
Articolo a cura di

Il valore artistico dei lavori cinematografici Pixar è ormai assodato: non passa anno in cui non vengano pubblicate recensioni che elogiano le sempre più accurate tecniche di animazione della major statunitense. Proprio per questo non stupisce che il PAC di Milano abbia deciso di dedicare proprio a loro una mostra unica, celebrativa di 25 anni di attività e riconoscimenti. Dopo il MOMA di New York e un importante tour internazionale, la mostra 25 Anni di Animazione Pixar è arrivata anche a Milano, dove rimarrà fino al 14 febbraio. Cinquecento opere rappresentative di tutta la produzione Pixar che offrono un panorama imperdibile sul lavoro di quella che viene spesso definita la fabbrica dei sogni. Un'incredibile ricchezza di disegni, dipinti e sculture affiancata da spettacolari installazioni, proiezioni e materiali interattivi che svelano la multidisciplinarietà dei talenti Pixar. Insomma un appuntamento davvero da non perdere per chi ha imparato ad amare i suoi lavori ed è curioso di saperne un po' di più sui metodi di lavorazione degli stessi.

Design made in Pixar

Tre sale espositive celebrano i 25 anni della Pixar come un fenomeno multimediale e culturale, estremamente fruibile per tutti e capace di far vivere incredibili avventure, ampliare le potenzialità dei sogni ed esorcizzare le proprie paure (vi dicono niente i mostri nascosti sotto i letti di quando eravate piccoli?). I grandi capolavori degli animation studios ci sono davvero tutti: da A Bug's Life all'ultimo Cars 2, passando per i celebri Toy Story, gli apprezzatissimi corti Pixar e l'atteso Brave. Ma partiamo dall'inizio: la Pixar deve gran parte della sua notorietà alla radicale innovazione produttiva e tecnologica che Ed Catmull ha perseguito fin dagli esordi. La computer art e le tecniche avanzate di animazione e rendering costituiscono il DNA di questa compagnia, nata nel 1979 come studio di sviluppo hardware e software. Ma è con l'arrivo di John Lasseter nel 1984, seguito poi pochi anni dopo dall'iconico Steve Jobs, che prende forma la Pixar che conosciamo oggi: una bottega creativa ad alto contenuto tecnologico e artistico, rivoluzionaria nei linguaggi e nelle modalità espressive. Una delle sue particolarità è l'attenzione che essa mette sempre nei particolari di ogni storia: quasi nulla è fine a se stesso in un film Pixar e tende anzi a sottolineare emozioni, ampliare le immagini visive o rafforzare il potenziale della storia. Infatti, come John Lasseter sottolinea spesso, la storia è uno dei tre aspetti essenziali di un film, seguiti dal personaggio e dal mondo che attorno a questo si compone. "Alla Pixar dedichiamo un'enorme quantità di tempo alla storia. È un processo iterativo che può continuare durante i quatto o cinque anni che occorrono per produrre uno dei nostri film. Nella storia, i personaggi devono essere interessanti e affascinare il pubblico. In aggiunta, questi personaggi devono esistere in un mondo che sia del tutto unico. Ne risulta che il valore dell'arte che si può ammirare nella mostra nasce soprattutto dal lavoro di design di questi elementi dei nostri film". Se la storia è al centro del lavoro della compagnia, il design è invece il motore portante della mostra. Sulle pareti del PAC si affollano disegni a matita e pennarello, dipinti in acrilico e acquerelli, dipinti digitali, calchi, modelli fatti a mano, vinili e pezzi in media digitali, a sottolineare la fantasia e la libertà creativa che accomunano gli animatori Pixar.

Creare la magia

Se storyreel e concept riescono ad affascinare le menti più mature e interessate ai meccanismi di creazione dei personaggi Pixar, sicuramente di maggiore effetto sul pubblico generalista sono le sculture in vinile dei vari protagonisti di Up!, Ratatouille o Toy Story, prototipi fisici trasportati poi digitalmente all'interno del computer, come ci mostra un enorme processo di rendering di Woody proiettato sul muro della prima sala. Ma ciò che sul serio lascia senza fiato all'interno della mostra sono le due installazioni animate. Avete presente che cosa è uno zootropio? Si tratta di un dispositivo ottico creato per visualizzare immagini o disegni in movimento, creato nel 1834. Si tratta di uno strumento davvero molto popolare nell'iconografia cinematografica anche perché è stato proprio grazie a lui che si è arrivati a concepire la possibilità di visualizzare una sequenza in movimento grazie all'accostamento di singoli fotogrammi ad adeguate velocità. Adesso spostate il concetto nella dimensione fantasiosa Pixar e vi ritroverete davanti allo Zoetrope di Toy Story, ovvero una versione tridimensionale dell'invenzione classica. Un'immensa struttura rotante sviluppata su più livelli in cui versioni in vinile dei personaggi di Toy Story si divertono in strane acrobazie. Guardandolo girare si capisce quasi per magia come funziona l'animazione. Nel momento in cui la struttura inizia a muoversi le immagini si confondono tra di loro, rigettando un quadro astratto di colori in dispersione: nel momento in cui però uno strobo illumina il tutto sequenzialmente, il tutto si trasforma in puro spettacolo, incantevole dimostrazione pratica del processo materiale di animazione. La si potrebbe quasi pensare come una versione ad alta velocità e con un minor numero di frammenti della stop motion animation. Davvero affascinante.
Una reazione simile la suscita anche l'artscape, installazione multimediale ad alta risoluzione su widescreen, creato usando concept art e development art. Utilizzando la tecnologia digitale (dopotutto si tratta solo di un'immensa mole di lavoro in After Effects strutturata su molteplici livelli) l'arte bidimensionale viene esplorata in un movimento tridimensionale simulato. L'osservatore può entrare negli squisiti dettagli dell'opera d'arte, ammirandoli. Il mutare delle immagini crea una suggestione cui è difficile sottrarsi. L'installazione è una metafora dell'esperienza che i nostri registi vivono quando osservano un'opera di concept art e immaginano che cosa essa potrebbe diventare nel film. Gli spettacolari effetti visivi sono accompagnati da un incredibile panorama sonoro, che integra l'acustica del lavoro.

Pixar Ma non staremo certo qui a svelarvi tutti i segreti della mostra, che volendo potete ancora recuperare. Sicuramente essa nasconde ancora molti segreti, disegni mai visti prima e concept che non potranno che ammaliarvi, come anche i video che documentano i dietro le quinte del lavoro negli studios e quelli che descrivono passo passo come si trasforma un poligono computerizzato in un personaggio cinematografico. Da segnalare inoltre anche la sala al secondo piano dove una breve anteprima di Brave si affianca ai celebri corti Pixar, dal Luxo Junior ai più recenti esperimenti. Trovate tutte le info sulla mostra all'indirizzo http://www.mostrapixarmilano.it/