Yoga Hosers Recensione

Le figlie d'arte Lily-Rose Depp e Harley Quinn Smith devono fermare una "mostruosa" minaccia nazista in Yoga Hosers, l'ultimo film di Kevin Smith.

Yoga Hosers Recensione
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Operazione tutta giostrata in famiglia quella ordita da Kevin Smith, pensata come spin-off del precedente Tusk (2014) e per l'appunto secondo capitolo dell'annunciata trilogia True North. Yoga Hosers infatti vede come assolute protagoniste le giovani figlie d'arte Lily-Rose Depp (frutto dell'unione tra Johnny Depp e Vanessa Paradis) e Harley Quinn Smith (erede del regista), con partecipazioni in ruoli più o meno secondari dei rispettivi genitori. Le due bionde attrici riprendono il ruolo delle omonime Colleen Collette e Colleen McKenzie, studentesse del liceo e inseparabili amiche che lavorano part-time in un convenience store notturno. Appassionate di yoga e aspiranti musiciste, le due ragazze si troveranno ben presto a sfidare delle piccole creaturine a forma di salsicce, parto di un folle scienziato nazista ibernatosi decenni prima. Con l'aiuto del leggendario investigatore Guy LaPointe le "Colleens" lotteranno per metter fine alla minaccia prima che coinvolga il mondo intero, dovendo nel frattempo affrontare problemi di cuore e familiari.

Lo yoga salverà il mondo

Se Tusk nella sua follia era comunque l'ennesima produzione ispiratamente fuori di testa dell'apprezzato autore statunitense, con Yoga Hosers ci troviamo di fronte a uno dei punti più bassi della sua geniale carriera. Una produzione giocata (volutamente?) al ribasso che si offre come semplice palcoscenico alle due interpreti, grandi amiche anche nella vita, ma che si perde sin da subito in un improbabile manierismo di genere fine a se stesso, ravvivato soltanto nei venti minuti finali da qualche eccesso piacevolmente autoironico e trash oriented. La prima parte di visione, complici anche le performance non certo memorabili delle due protagoniste (bella la Depp, simpatica la Smith, ma entrambe almeno in quest'occasione insufficienti nel campo recitativo) è infatti di una lentezza a tratti insostenibile, con diversi passaggi a vuoto e battute / gag che si poggiano su situazioni monotone e stantie (vedere Smith girare una sequenza come quella della litania canora per distrarre il padre di una delle due è alquanto avvilente) che flirtano col mondo dei social network nell'esasperante presentazione delle figure secondarie. Quando si sceglie di osare per il puro delirio fantastico il film acquista in vivacità e frizzantezza, con l'entrata in scena dei piccoli e molesti Bratzis, salsicce naziste create al computer sulle fattezze dello stesso regista e versione horror, con le dovute proporzioni, degli Umpa Lumpa del remake burtoniano La fabbrica di cioccolato (2005). Altro personaggio (questa volta in carne e ossa) interessante è quello del leader nazi di Ralph Garman, unico membro del cast (insieme a Stan Lee, comparente in un breve cameo) davvero in palla in un ruolo piacevolmente scult, ma sono pochi i guizzi della narrazione a giustificare un'operazione così inaspettatamente superficiale.

Yoga Hosers L'ultimo film di Kevin Smith metaforicamente entra da un orecchio ed esce dall'altro senza lasciar traccia, rivelandosi come un'operazione pseudo fallimentare e non degna della passata carriera del cineasta. Yoga Hosers è trash certamente già dai suoi intenti, ma ciò non basta a giustificare un'ora praticamente costruita sul nulla, indigesto antipasto del delirio finale, unico passaggio discretamente divertente pur nella sua gratuita ingenuità. Si può parzialmente perdonare al cineasta questo passo falso se visto nell'ottica di "lanciare" le due giovani protagoniste, sua figlia Harley Quinn e l'erede di casa Depp, Lily-Rose, sperando che nel terzo capitolo della trilogia iniziata con Tusk (2014) e qui continuata sotto forma di spin-off trovi una conclusione più degna e meno approssimativa.

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