Recensione X-Men

La leggenda degli Uomini-X comincia qui

Recensione X-Men
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Sul finire degli anni '90, i cinecomic (che ancora non venivano chiamati in questo modo) erano tutt'altro che sdoganati come al giorno d'oggi: erano considerati più che altro “eventi speciali” spesso relegati da una ventina d'anni in nicchie, alla tv o all'home video (vedasi Spawn, Wonder Woman, L'Incredibile Hulk o Spider-Man) o alla “grande occasione” come successo, ad esempio, al Superman di Donner o al Batman di Burton, che vedevano riunire grandi nomi per una incursione nell'universo fumettistico, divertente e anche autoriale a volte, ma dal successo episodico. Tant'è vero che solo gli ultimi due esempi citati hanno generato seguiti di successo e difficilmente hanno, inoltre, avvicinato il pubblico mainstream al mondo dei supereroi. La chiave di volta, sul finire del secolo, è rappresentata da due film entrambi belli ed entrambi importanti: lo Spider-Man di Sam Raimi e X-Men di Bryan Singer. Se il tessiragnatele declinato dall'autore de La Casa ha consacrato il rinnovato interesse del pubblico per il mondo dei supereroi, è stato grazie ai mutanti portati al cinema dalla FOX che si è aperto davvero il secolo “supereroistico”, nel bene o nel male.

"Siamo noi il futuro, non loro."

La storia, tratta dai celebri fumetti Marvel, seppur con diverse licenze, è oramai nota a tutti: il Professor Charles Xavier è Preside e Fondatore di un'Istituto per “giovani dotati” che, in altre parole, sono frutto dell'evoluzione umana, che li ha dotati di straordinari poteri, per i quali sono, però, temuti e osteggiati dal resto dell'umanità. Lo stesso Xavier, telepate, tenta comunque di integrare pacificamente i suoi studenti nella società di modo che possano essere d'aiuto alla stessa e ai più giovani tra loro, così che che trovino la strada per utilizzare i propri 'doni' senza che si trasformi in una 'maledizione'. “Proteggono coloro che li temono” come dice la tagline del film. E da chi li proteggono? Anche dai loro stessi simili: un vecchio amico di Xavier, Erik Lehnsherr, non crede nella possibile integrazione con l'homo sapiens e, anzi, pensa sia diritto dei mutanti prendere il sopravvento, e per questo crea la Confraternita, un gruppo di mutanti con ambizioni di conquista. Mentre il Congresso degli Stati Uniti discute su un possibile provvedimento di massa nei confronti dei Mutanti (“buoni” o “cattivi” che siano) infuria dunque un conflitto tra “Figli dell'atomo” che si preannuncia non parco di vittime e sofferenza.

"Che t'aspettavi, una calzamaglia gialla?"

Nella storia dei cinecomic X-Men occupa un posto di rilievo per diversi motivi. In primis, è stato il punto d'inizio dei supereroi al cinema nel nuovo secolo, influenzando non solo l'industria cinematografica ma anche quella stessa dei fumetti, che hanno cominciato ad inserire elementi presi dal cinema nelle pagine disegnate, a cominciare dal look di costumi e personaggi, per invogliare e non “confondere” i nuovi lettori derivati dal grande schermo. In secondo luogo è un film che, pur adattando diversi elementi a uso e consumo della macchina da presa, lo fa con criterio, restituendo un intrattenimento d'azione vagamente epico, altamente scenografico e sicuramente accattivante, mantenendo un raro equilibrio tra verosimilarità di quanto accade su schermo e appeal da fumetto supereroico. Insomma, non eccede nel voler sembrare a tutti i costi “realistico” (errore in cui cadranno diverse produzioni successive) ma al contempo non gigioneggia troppo, restituendo uno spettacolo divertente ma mai banale o privo di spunti d'interesse. Merito di un cast azzeccato (chi più chi meno), e ricchissimo di star dell'epoca -o grandi promesse- che non delude mai. Ma merito soprattutto di un giovane Singer che, inizialmente ben poco convinto del progetto, se lo porterà sulle spalle, tra una cosa e l'altra, per quindici anni, tra regie di sequel e produzione di spin-off. E, non scordiamocelo, buona parte del merito va anche (e questo viene raramente sottolineato) a David Hayter. Sì, proprio il doppiatore “storico” di Snake nella saga di Metal Gear, che stranamente in pochi sanno essere anche un bravo sceneggiatore oltre che un provetto doppiatore, avendo scritto sia X-Men che il sequel, oltre all'adattamento cinematografico di Watchmen.

X-Men La leggenda cinematografica di Wolverine, Magneto, Xavier e tutti gli altri Mutanti Marvel parte da qui: un classico moderno del cinecomic. Un film che vale sempre la pena di rivedere, anche in preparazione dell'arrivo del nuovissimo capitolo della saga, Days of Future Past.

8

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