Recensione Wish I Was Here

Finanziato con Kickstarter, il nuovo film di Zach Braff non delude le aspettative

Recensione Wish I Was Here
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Tra le serie di culto dei primi anni Duemila, sicuramente un posto di rilievo spetta a Scrubs - Medici ai primi ferri. Creata da Bill Lawrence, la serie medical più divertente di sempre ha infatti attraversato tutto lo scorso decennio, regalando risate e personaggi memorabili al suo affezionato pubblico. Una delle chiavi del successo della serie è stata sicuramente l'aver scelto il giovane Zach Braff come protagonista, che grazie alla sua aria di sincerità e simpatia è stato capace di raccogliere attorno a sé un fitto gruppo di aficionados. Forse però non tutti sanno che oltre ad essere uno spiccato talento comico Braff è anche un regista, e di quelli buoni per giunta. E' del 2004 il suo esordio al cinema con la commedia indipendente Garden State, che da subito rivela uno sguardo agrodolce e sensibile capace di raccontare una storia semplice con grande umanità. Sulla stessa scia arriva finalmente nel 2014 Wish I Was Here, sudata opera seconda realizzata grazie al sostegno dei fan accorsi su Kickstarter. E per fortuna, aggiungiamo noi, perché sarebbe stato davvero un peccato non aver visto questo film.

un affare di famiglia

Pensato e scritto assieme al fratello Adam, Wish I Was Here ancor più del film precedente nasce dalle esperienze autobiografiche dell'ex J.D., che conferma di vivere il cinema come elaborazione di temi personali affrontati per essere trasformati nelle colonne portanti dei suoi film. Ecco così tornare il rapporto con il lutto e la perdita di un genitore, il legame conflittuale con la figura paterna, le relazioni dubbiose con la religione ebraica intesa anzitutto come spiritualità. Protagonista del film è Aiden (interpretato dallo stesso Braff), attore disoccupato con due figli, un fratello distante e un padre malato. Sarà proprio l'aggravarsi delle condizioni del genitore ad infrangere i fragili equilibri della sua vita, a partire dall'impossibilità di continuare a pagare la scuola ebraica per i propri figli. Supportato da una moglie paziente e affettuosa (Kate Hudson in una delle sue migliori interpretazioni), Aiden dovrà trovare un modo per ridefinire la propria vita, partendo anzitutto dai nodi lasciati da un'infanzia difficile, nodi giunti al pettine ora che è arrivato il momento di trovare le forze per salutare l'ultimo dei genitori ancora in vita.

non avere paura

In delicato equilibrio tra risata e dramma, come a volte sa essere la vita, Wish I Was Here è un'opera chiaramente sentita e covata a lungo, ma anche quel tipo di film che rischia di ingolfarsi per tutte le cose che vuole dire. A Braff infatti non manca certo l'ambizione, e con il suo secondo film torna a quelli che evidentemente sono i suoi temi, arricchendoli. In Wish I Was Here Braff ci parla della paura della morte e del lutto, dei rapporti familiari, della religione ed esistenza di Dio, dell'importanza di educare i propri figli secondo una morale. Tanti argomenti, tante suggestioni che rischiano di bloccare la narrazione, farraginosa in alcuni passaggi, ma che comunque donano al film spessore e soprattutto grande sincerità. A conti fatti è questo l'asso nella manica di Braff attore e regista, la capacità di mettere in scena se stesso e i propri temi con un'immediatezza capace di far sorridere e commuovere, e che fa perdonare tutte le imperfezioni del caso. Così i vari discorsi scorrono nel film l'uno nell'altro, non si incastrano a perfezione ma comunque coinvolgono ed emozionano. Ma soprattutto, ed è l'aspetto più bello e importante di questo racconto, Wish I Was Here si rivela un film che ci ricorda l'importanza di essere presenti nella propria vita, anche e soprattutto quando le sfide che affrontiamo ci richiedono di limare i nostri sogni di gioventù per vivere più serenamente nel presente. Una lezione non banale né facile, ma che ci ricorda l'importanza di sconfiggere la paura per condividere con emozione la nostra esistenza con chi abbiamo la fortuna di avere attorno.

Wish I Was Here Nata grazie al sostegno dei fan su Kickstarter, Wish I Was Here conferma il talento registico di Zach Braff, autore di un film agrodolce e sensibile sull'elaborazione del lutto e l'importanza di essere presenti nella propria vita. Non tutto funziona, ma la sincerità del film fa perdonare tutte le sue imperfezioni.

7.5

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