Recensione Vittima degli Eventi

Tra alti e bassi, arriva il nuovo fan film dedicato all'Indagatore dell'Incubo

Recensione Vittima degli Eventi
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Nei meandri della mente della giovane Adele si scatenano forze oscure, che si manifestano spesso tramite orribili sogni ricorrenti. Ma quando i suoi incubi si tramutano in realtà, c'è solo un uomo in grado di giungere al bandolo della matassa: Dylan Dog, l'Indagatore dell'Incubo.
Nell'ultimo anno, nell'ambito dei fan movie e degli appassionati bonelliani si è parlato a lungo di Vittima degli eventi, mediometraggio tutto italiano dedicato al celebre personaggio ideato da Tiziano Sclavi che da quasi trent'anni appassiona schiere di lettori e, ultimamente, sta conoscendo una nuova ondata di popolarità nella sua nuova gestione fumettistica affidata al curatore Roberto Recchioni. I teaser e i trailer rilasciati durante la lunga lavorazione dell'opera, finanziata in gran parte dai fan stessi (e che, è bene sottolineare, non è un progetto “ufficiale” della Sergio Bonelli Editore, per quanto non sia certo stato osteggiato dalla stessa casa editrice) hanno incuriosito e allettato in molti e ora, finalmente, è a disposizione di tutti per la visione tramite il sito ufficiale e il canale Youtube dei noti The Jackal.

Dylan prende vita?

Si tratta, dicevamo, di un'opera sì fan-made, ma tecnicamente parlando la veste è altamente professionale: ad esempio Claudio Di Biagio, come regista, mostra di avere stoffa (anche se ogni tanto la accartoccia con inquadrature inutilmente sghembe) e regala alcune scene davvero ben riuscite visivamente, come il finale e la seduta spiritica. Ma il vero valore aggiunto è rappresentato dalle maestranze, che dimostrano, una volta di più e come se ancora ce ne fosse bisogno, che il cinema italiano, anche dal basso purché ci sia la passione, è in grado di fare pure cinema di genere, e non solo commedie e drammoni più o meno storici. Funzionale si dimostra il montaggio di Giovanni Santonocito, d'atmosfera le musiche di Helio Di Nardo e Francesco Catitti, straordinario il lavoro su scenografie, costumi e fotografia di Michele Modafferi, Federica Scipioni e Matteo Bruno, che nulla hanno da invidiare (anzi!) a tante produzioni televisive, anche estere. Tanto che, solo a giudicare da clip e trailer, si è tentati di pensare di essere davanti al miglior fan movie degli ultimi anni.

Dylan all'amatriciana

Ma se tecnicamente il film è centrato e convincente, dal punto di vista “dylandoghiano” è completamente fuori fuoco. Valerio Di Benedetto, nei panni dell'Old Boy, si difende bene ma non rimane impresso e non riesce a sembrare lo stesso Dylan che abbiamo amato su carta. Stesso accade, più o meno, per tutti gli altri personaggi: dal Groucho costantemente inopportuno (ma nel senso sbagliato) di Luca Vecchi all'irriconoscibile Bloch di Alessandro Haber (che, per quanto sempre bravo, sembra avulso dalla vicenda e inserito a forza), passando per la scialba caratterizzazione della cliente di turno e un mefistofelico (ma col freno a mano) Hamlin. L'unica che davvero cattura l'attenzione è l'eccellente Milena Vukotic nei panni di Madame Trelkovsky, che meriterebbe (lei sì) uno spin-off tutto suo. Giovani attori inesperti? O semplicemente fuori parte? Probabilmente la seconda. La base del problema è riscontrabile, in maniera assai palese, nella sceneggiatura, ad opera dello stesso Vecchi che interpreta Groucho: va bene la reinterpretazione, ma in più di una scena viene da chiedersi se abbia mai davvero letto un albo di Dylan o si sia limitato a sfogliarlo e carpirne le atmosfere da copertine e illustrazioni.

Vittima degli Eventi In Vittima degli eventi c'è ben poco di Dylan Dog. La patina visiva è incredibilmente d'impatto, ma davvero non riusciamo a scendere a patti con una sceneggiatura piuttosto banalotta e che, delle inquietudini e dei dilemmi esistenziali che il fumetto suscita abitualmente nel lettore, non lascia traccia. Rimangono solo personaggi sfocati e continuamente out of character, inseriti in un contesto romano peraltro insensato. C'è sicuramente passione per il cinema in quest'opera, ma la passione per il personaggio è mistificata o davvero molto superficiale. Se si fosse tentato di creare un Indagatore dell'Incubo totalmente “originale” e nostrano, non obbligato a render conto ai fan dell'opera primigenia, con questi fasti tecnici ci sarebbero stati tutti i presupposti per la creazione di una serie davvero interessante, lavorando un po' sulle sceneggiature. Ma così com'è, Vittima degli eventi è come una torta d'esposizione che fa il verso all'alta pasticceria: splendida fuori, vuota dentro.

5

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