Recensione Visions

Intrappolati nella tela del Ragno

Recensione Visions
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Tu Vuò Fa L'Americano

Vi racconteremo la storia di un regista.
Quando ad un filmaker italiano vengono dati dei soldi, nella maggior parte dei casi, è capace di sfruttarli solo per confezionare una commediola volgare, oppure un polpettone sul precariato giovanile.
Questo vale solamente per i registi italiani che lavorano nei confini nazionali: che accadrebbe se i fondi venissero dati ad un regista italiano in America (o comunque con mezzi d'oltre oceano)?
Probabilmente, anzi, quasi certamente, il suddetto artista si monterebbe la testa riempiendo il suo film di copiature (che lui chiama testardamente citazioni), di una trama scarna e banale e di dialoghi usciti dai fumetti pre-anni 80.
Senza rendersi conto che solo Tarantino può tentare di fare un buon film con questi ingredienti e riuscire nell'intento.
Luigi Cecinelli (grazie al cielo non si è cambiato il nome) ha precisamente fatto questo nel suo film Visions, senza possibilità di appello.
Cecinelli si è attentamente ripassato i serial dei 90, X-files e perfino Melrose Place, prima di decidersi a confezionare il suo film.
Ma non diamo il peso della colpa ad un solo uomo.
Gli sceneggiatori (Andrea Del Monte & John Sheppard ) dall'alto del loro podio non potevano forse vedere la strana somiglianza fra il loro copione e Scream, Saw e molti episodi della serie Masters of Horror?
Oppure che sia voluta questa somiglianza? Ragionando maliziosamente: perchè un autore dovrebbe modellare il suo script sulla base di un altra pellicola di successo?
Ma che sia questa la chiave? Il successo? Il pensiero di Del Monte e di Sheppard sarà caduto sul richiamo di pubblico a scapito del resto sembrerebbe.
Quindi è necessario inserire in un film quello che fa "tendenza" (almeno nel campo horror) e i soldi spesi saranno riguadagnati.
Significa che Visions è stato ideato solamente per il box-office?

Nella rete della Trama

Il Dottor Fredrick Leemen da tempo sta dando la caccia ad un serial Killer con la poco simpatica abitudine di rinchiudere in un bozzolo le sue vittime dopo averle uccise.
Questo modus operandi è valso all'assassino il ben poco originale, anzi banale, soprannome di Ragno, Spider.
Dopo l'ennesimo fallimento, dopo l'ennesima tentata cattura, il Dottor Leemen decide di lasciar perdere il Ragno e dedicarsi a quello che sa fare meglio: curare i pazienti della clinica dove lavora.
Mattew è un paziente di Leemen, potrebbe esser considerato alla stregua degli altri internati nella casa di cura, se non fosse per la sua particolare capacità.
Mattew (Henry Garret) infatti ha delle visioni, raccapriccianti visioni delle vittime del Ragno.
Assieme a Nick (Jacob Von Eickel), un altro paziente, e Hope (Caroline Kessler) una avvenente giornalista cercheranno di farsi strada tra queste Visioni per concludere il lavoro di Leemen e catturare il "Ragno".
Riusciranno a sbrogliare la ragnatela di omicidi e misteri?

Masters of Horror

Facciamo un esperimento.
Accendete il televisore e cercate una serie tv, non parliamo di sit-com, ma intendiamo dei serial da 45 minuti.
Può andare anche Buffy o Smallville, ma meglio se è X-files o Beverly Hills.
Ecco, ora cercate di ricordarvi della fotografia, dei dialoghi e delle inquadrature: sono ridotte all'essenziale e alle volte inutilmente sottolineate.
Perfette per il panorama televisivo.
Ecco, ora quando andrete a vedere Visions ricordatevi del serial e provate a paragonarlo: noterete particolari interessanti.
Tenete soprattutto sotto controllo il modo nel quale il regista introduce la vicenda, le prime immagini degli omicidi e i dialoghi iniziali. Quelli che dovrebbero esser i momenti più curati vengono completamente presi sottogamba, lasciati alla deduzione dello spettatore (tanto capirà la vicenda, ha già visto Saw), affrontati superficialmente e dimenticati, sperando che gli effetti speciali (molto splatter) ricoprano le mancanze del regista.
I nomi dei protagonisti vengono sottolineati continuamente, ogni battuta termina o inizia con il nome del personaggio al quale è rivolta, forse per ricordare allo spettatore che siamo in America, non si sa.
I due sceneggiatori (si, sono due) sembrano aver avuto direttive dall'alto per peggiorare Visions,
Questo espediente dei nomi non giova di certo alla recitazione: fare un film horror con volti sconosciuti ormai è la prassi (visto che i personaggi muoiono tutti durante la pellicola), ma scegliere almeno un cast all'altezza è doveroso.
E nemmeno questa cosa succede.
Fotografia piatta e musiche inesistenti, l'unico punto di ancoraggio, che chiaramente non basta a salvare il film, sono le scenografie degli omicidi, le vere e proprie ragnatele di morte tessute dal "ragno".
Curate e illuminate in modo interessante.
Gli spettatori però si sentiranno presi in giro, sfruttati, e tutto questo perchè è più semplice percorrere una strada sicura piuttosto che rischiare.
Copiare film di successo invece che tentare di farli.
Allora perché non fare una commediola volgare o un dramma sul precariato?
Visions è un film che fa venir voglia di accender la televisione.
Grazie al cielo non funziona sempre così.

Visions La pellicola è talmente “venduta” da riuscire difficile perfino attribuire una fonte certa dalla quale sia stata copiata. Forse Scream, forse Saw. Sicuramente la trama da serial televisivo pomeridiano non aiuta per niente alla nobilitazione del prodotto. “Prodotto” perchè Visions non è altro che il risultato di una mente con poche idee. Andarlo a vedere al cinema? Nemmeno il finale banalissimo risolleva Visions. Restate a casa a guardare Smallville o X-Files o, se proprio volete uscire, andate in un videostore e noleggiatevi un caro vecchio horror di Wes Craven o Jonh Carpenter.

3

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