Recensione Virus

Il capitano Everton e il suo equipaggio si imbattono nel relitto di una nave vittima di un attacco alieno in Virus, blockbuster sci-fi di serie b.

Recensione Virus
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La stazione spaziale russa Mir è in collegamento con la Akademik Vladislav Volkov, una nave di ricerca scientifica, quando viene attaccata da una sconosciuta forza di energia. Anche l'imbarcazione viene di rimando colpita dal segnale, dando il via ad una serie di cortocircuiti. Una settimana dopo l'accaduto il rimorchiatore Sea Star, capitanato dall'avido Robert Everton, si imbatte proprio nella Volkov, apparentemente abbandonata: il capitano e i suoi uomini, secondo la legge del mare, avrebbero così diritto ad un'ingente somma di denaro nel caso riportassero l'imbarcazione in porto sano e salva. Ben presto però Everton e i suoi uomini scoprono che la nave non è del tutto priva di vita e, dopo aver incontrato un'unica superstite, si trovano ad affrontare un'entità aliena che ha costruito delle specie di androidi utilizzando componenti meccanici e i cadaveri dell'equipaggio scomparso.

La nave degli orrori

Blockbuster di serie b, totale fallimento sia al box-office che nel responso critico, Virus vede la luce alla fine degli anni '90 come adattamento dell'omonimo fumetto edito da Dark Horse Comics. Opera pasticciata che ricicla idee viste in tempi di poco precedenti in altre produzioni fantascientifiche quali Star Trek - Primo contatto (1996) e Punto di non ritorno (1997), il film dell'esordiente John Bruno (alla sua prima e ultima incursione dietro la macchina da presa) può contare su degli ottimi effetti speciali, non privi di passaggi anche potenzialmente forti per il grande pubblico (con una sana violenza di genere), ma che da soli non sono in grado di sorreggere una vicenda ricca di svolte e personaggi improbabili. Seguendo la classica legge del filone recitante "ne resterà soltanto uno" ben presto i protagonisti cominciano a cadere uno dopo l'altro sotto gli attacchi dell'entità aliena, cui non mancano istinti moralizzatori: la specie umana viene infatti considerata come un vero e proprio virus da debellare in quanto distruttiva verso il pianeta stesso. Il punto dolente risiede però in scelte e risvolti poco plausibili da parte dei membri dell'equipaggio, con l'apice di stupidità raggiunto dal tentativo del capitano Everton di collaborare per meri interessi economici col Nemico. E se almeno il risvolto sentimentale, un classico in queste occasioni, viene saggiamente evitato (difficile considerare un coinvolgimento romantico la platonica relazione tra la Foster e Baker), l'improbabile finale conferma in pieno la pochezza di una sceneggiatura raffazzonata e improbabile. Dispiace vedere un trio di interpreti come quello formato da Jamie Lee Curtis, Donald Sutherland e William Baldwin arrancare stancamente in caratterizzazioni altrettanto prive di personalità.

Virus Pur non mancando di momenti gustosi, con una sana violenza di genere applicata alla sci-fi più ludica, Virus non riesce a nascondere le palesi forzature e incongruenze di sceneggiatura, pessimo adattamento dell'omonimo fumetto Dark Horse. Gli ottimi effetti speciali nulla possono di fronte ad una narrazione spesso nonsense, mai incapace di appassionare realmente al destino dei personaggi (la cui caratterizzazione guarda sin troppo agli stereotipi della serie b) che, come nella classica legge del filone, finiscono per venire sterminati dal nemico alieno uno dopo l'altro, più per stupidità che per reale ed imminente pericolo. Se vista ai tempi la confezione da pseudo-blockbuster (budget di 75 milioni di dollari) poteva almeno garantire un appagamento visivo, ad oggi il film è quanto mai invecchiato male evidenziando oltremodo tutti i suoi limiti.

5

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