Recensione Vijay, Il Mio Amico Indiano

Torna Sam Garbarski con una bizzarra commedia tutta da ridere

Recensione Vijay, Il Mio Amico Indiano
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Come tutte le mattine, Will Wilder (Moritz Bleibtreu) si alza dal letto e si prepara ad affrontare una nuova, e tutt'altro che entusiasmante, giornata di routine. Partito alla volta dei grandi teatri newyorkesi e col sogno di venir scritturato da Woody Allen, si ritrova intrappolato ormai da anni nei panni di un pupazzo protagonista di uno show per bambini. Frustrato nelle sue ambizioni artistiche e lavorative, Will non trova conforto neanche in famiglia: la passione, nel suo matrimonio con la bella Julia (Patricia Arquette) si è ormai sopita da tempo, per colpa di chissà chi o chissà cosa, mentre la figlia Lily non gli dimostra l'affetto che pensa di meritare. Neanche il giorno del suo quarantesimo compleanno, che sembra abbiano tutti dimenticato. Triste e sconsolato, manda tutto al diavolo proprio mentre, a casa sua, amici e parenti sono pronti a dedicargli una festa a sorpresa: festa che tuttavia non vivrà mai, dato che per una serie di coincidenze verrà dato per morto.
Così, con l'aiuto di Rad (Danny Pudi), suo più caro amico nonché padrone di un ristorante indiano, non solo avallerà la teoria che lo vuole oramai defunto ma si fingerà anche un sikh, di nome Vijay, venuto da lontano al fine di omaggiare per l'ultima volta il “caro estinto” e, al contempo, scoprire cosa davvero pensavano di lui i suoi cari.

Vengo anch'io? No tu no!

La messinscena e lo scambio di persona sono tra gli elementi fondanti della commedia, e anche solo gli esempi cinematografici e televisivi in cui vediamo una persona fingersi qualcun altro per inseguire i propri sogni o poter stare vicino ai propri familiari in maniera altrimenti impossibile sono davvero numerosi. Vengono alla mente, tra gli altri, Tootsie o Mrs. Doubtfire, o anche semplicemente film per la tv come Una storia qualunque (tra le ultime interpretazioni di Nino Manfredi), e dunque il nuovo lavoro di Sam Garbarski attinge a piene mani da un genere classico, pur aggiungendo un po' di spezie bollywoodiane che non guastano mai. La vicenda si dipana in maniera assolutamente surreale, basandosi su presupposti forse un po' esili e svolte poco credibili, ma gli esiti sono sempre divertenti e, in alcuni casi, anche degni di riflessione. Will, del resto, non si sente realizzato né come attore né come essere umano, e tuttavia comincia a sentirsi tale solo nel momento in cui tutta la sua vita diventa un'immensa messinscena, nella quale tutti, dagli amici più stretti ai collaboratori, passando per i suoceri e alla moglie, lo trovano assolutamente brillante nella più grande prova attoriale della sua esistenza. Insomma, per avere successo Will non doveva essere un grande attore sullo schermo, ma nella vita di tutti i giorni! Cosa che chiaramente non va intesa come una qualche morale distorta ma come una grottesca maschera della condizione sociale che, spesso, in molti si ritrovano a vivere quando la vita non riserva le soddisfazioni che crediamo di meritarci e dobbiamo, dunque, reinventarci.

Vijay, Il Mio Amico Indiano Caratterizzata da un impianto per certi versi riconducibile al teatro dell'assurdo, la nuova commedia dell'autore di Irina Palm strappa più di una risata e coinvolge lo spettatore, pur non riuscendo ad entusiasmarlo fino in fondo per via di alcune scontatezze e facilonerie in corso d'opera che l'avvicinano più ad un prodotto per il piccolo schermo che ad uno per il grande. Rimane, ad ogni modo, una pellicola gradevole e davvero ben recitata, che risulterà sicuramente gradita agli apprezzatori del regista tedesco.

6

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