Recensione Vi Dichiaro Marito e... Marito

La commedia americana dell'anno. E questo è sarcasmo.

Recensione Vi Dichiaro Marito e... Marito
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Spesso ci si trova di fronte a domande alle quali difficilmente si riesce a trovare risposta. Come ad esempio si faccia a scrivere una sceneggiatura ad Hollywood di questi tempi me lo chiedo da un po'. Mi sono arrovellato sulla questione assai a lungo e sono arrivato alla conclusione che è piuttosto semplice, in fin dei conti. Basta prendere luoghi comuni, condirli con stereotipi ed aspettare che il pubblico narcotizzato dalla tv abbocchi all'amo della pubblicità. Lo show-biz è un mondo assai variegato e specializzato senza dubbio nel campo dell'imbonimento ed è facile, quindi, aspettarsi ottimi prodotti da una premessa come questa.

America, oggi. Viverci non è facile, anche se tutti dicono il contrario, o almeno ci provano. Nella terra delle libertà non è semplice prendersi cura della propria prole, soprattutto se si è vedovi come Larry Valentine (Kevin James), un pompiere etero doc. A causa di un cavillo burocratico il povero Larry non può destinare la sua polizza assicurativa al prodotto dei suoi lombi e ad uno che fa il pompiere in una città pericolosa come New York tutto questo non può andar giù. Decide quindi di chiedere al suo amico Chuck, noto maniaco del sesso, di aiutarlo a garantire ai suoi figli un futuro dignitoso utilizzando la legge ai propri scopi. Decideranno infatti di fingere una unione omosessuale per poter usufruire dei "vantaggi" che la legge americana concede. Ma l'impresa sarà più ardua del previsto, dato che ci si metteranno di mezzo le più svariate avversità, dall'avvenente avvocato (la ben carrozzata Jessica Biel del puritano Seventh Heaven), di cui immancabilmente Chuck si invaghirà, all'inviato governativo che cercherà di smascherare la truffa (il sempre impeccabile Steve Buscemi) e via scorrendo. Tra battute degne del miglior Bagaglino e stereotipi, si passeranno quasi due ore per un plot che facilmente sarebbe potuto esser scritto da un qualsiasi liceale in un pomeriggio senza mai utilizzare la lettera e.

Una regia piuttosto statica per il genere non regala brillantezza ad un film che la richiede a gran voce. E sicuramente in una pellicola la cui morale è "ama il prossimo tuo anche quando è diverso" molti degli stereotipi classici di una cultura, quella americana ovviamente, che si potrebbe tranquillamente definire omofobica, dovrebbero quantomeno essere utilizzati in modo parodistico e non come ossatura comica del film. Forse è proprio questo il problema principale di questo lavoro. La mancanza di quella grinta che avrebbe aiutato ad aumentare il volume delle risate, fin troppo poche alla fine della fiera. Ed anche le interpretazioni dei protagonisti, certamente in alcuni casi assai buone, nel complesso non superano completamente la sufficienza. Un film dalle ottime basi che però si perde in sciocchezze, che utilizza lo sfottò non arrivando mai alla satira dei costumi americani, che non incide e non graffia, ma si limita a strizzare l'occhio, ammiccando e tirando fuori qualche risata solo in casi disparati e non umoristici ma comici. Certo un umorismo di concetto sarebbe senza dubbio stato più adeguato per un tema di questo tipo. E sicuramente anche la sceneggiatura sarebbe potuta risultare migliore, magari mitigando la caratterizzazione dei due personaggi, due macchiette senza personalità, uno buono come il pane, l'altro omofobico e malato di sesso, che come al solito alla fine mostrerà la via della redenzione e del buonismo imperante. Un film sulle discriminazioni che si ciba di discriminazioni, una pellicola contro i luoghi comuni che di per sè è un luogo comune. Paradosso dei paradossi. Un film sui gay che tratta i gay come anomalie del codice civile. Questo in effetti è divertente. Però, dopo tutta questa massa di difetti, vi starete chiedendo, c'è qualcosa di buono? Qualcosa che funziona? Si, la risposta è affermativa. Dan Aykroyd. Ed il corpo di Jessica Biel. Ah si... Dimenticavo. Alcun battute... Tipo 2 o 3.

Vi dichiaro marito e... marito Se cercate un film intellettualmente nullo, con una morale un po' ipocrita, in cui si tratta con la stessa arguzia che potrebbe dimostrare un rinoceronte un tema delicato come la discriminazione sessuale, questo è il film che fa per voi. Sicuramente non vale il prezzo del biglietto del cinema, forse la visione a casa con gli amici sarebbe maggiormente indicata.

5.5

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