Recensione Universal Soldier: Regeneration

Il figlio d'arte John Hyams dirige la coppia di action star Jean-Claude Van Damme e Dolph Lundgren, nuovamente nei panni degli UniSol comparsi per la prima volta nel film di Roland Emmerich.

Recensione Universal Soldier: Regeneration
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Nel 2009 la saga dei soldati universali giunge al terzo capitolo con Universal Soldier: Regeneration, film che si propone come continuazione narrativa dell'originale di Emmerich ignorando totalmente gli eventi del primo sequel Universal Soldier: The Return, uscito dieci anni prima. Coppia fondamentale della, ad oggi, quadrilogia (il più recente ultimo capitolo é Day of reckoning) è quella formata dalle action star Jean-Claude Van Damme e Dolph Lundgren, che qui lasciano però maggior minutaggio all'esordiente personaggio di NGU, interpretato dal campione bielorusso di MMA Andrei Arlovski, soprannominato The Pitbull. La pellicola è diretta da John Hyams, figlio d'arte di Peter che aveva lavorato con l'attore belga in Timecop - Indagine dal futuro e A rischio della vita.

Chi non muore si rivede

Il comandante Topov, leader di un gruppo di terroristi, rapisce i due figli adolescenti del primo ministro ucraino: in cambio della loro salvezza, richiede la liberazione di oltre 200 prigionieri politici. Se le condizioni non verranno rispettate, Topov è pronto a scatenare una minaccia nucleare sul mondo intero; lui e i suoi uomini hanno infatti preso il controllo della disabitata Centrale di Chernobyl. Tra le fila dei soldati a sua disposizione, il terrorista può contare anche su una versione sperimentale di Universal Soldier, praticamente invincibile e in grado di sconfiggere decine di soldati nemici in pochi secondi. Gli Stati Uniti decidono di intervenire ma, saggiata a caro prezzo la potenza del nuovo modello, comprendono come l'unico modo di sconfiggere la minaccia sia quello di ricorrere al primo Universal Soldier, Luc Deveraux, che si trova alle prese con un periodo di riabilitazione in Svizzera dopo i fatti del primo film.

In the name of the father

Tale padre, tale figlio. John Hyams ha ereditato dal genitore un certo mestiere nel confezionare b-movie solidi dal punto di vista della mera azione. Su questo frangente infatti Universal Soldier: Regeneration riesce ad elevarsi dalla media scarsezza del filone, con una manciata di sequenze (inclusa quella iniziale) che mettono in mostra un'ottima gestione visiva e il gran lavoro degli stuntman. Lo stesso intreccio, banalotto bignami che ripercorre situazioni e risvolti fin troppo prevedibili, si fa seguire in ogni modo senza troppi sbadigli. Là dovè il film pecca semmai è nella cura di personaggi poco caratterizzati, a cominciare dal presunto "protagonista" Arlovski, che dirà sì e no due battute in tutti i novanta minuti di visione. La stessa presenza di Van Damme e Lundgren è, almeno per il secondo, una sorta di specchietto per le allodole: se l'attore belga comunque si rivela l'ultima chance dei "buoni" e ha un discreto minutaggio a sua disposizione, il colosso svedese fa una sorta di comparsata, nonostante il duello finale con JCVD rimanga assai gustoso per i fan dei due interpreti. La vicenda, che ha il sapore di un nuovo inizio per la saga (ben sviluppato poi nel titolo successivo), è fortunatamente priva di eccessive tamarraggini e a dispetto di alcuni dei difetti sovracitati mantiene comunque una sua discreta solidità di genere.

Universal Soldier: Regeneration Van Damme e Lundgren tornano alla saga che li aveva visti insieme per la prima volta nel 1992. Universal Soldier: Regeneration è un discreto b-movie che bilancia alcune ingenuità narrative con un'azione solida e avvincente, priva di incursioni ironiche e avvantaggiata da una fotografia tendente al grigiastro di un certo fascino. Peccato per un casting non uniforme, soprattutto per quanto concerne la scelta dei villain: l'UniSol di Andrei Arlovski, citato sulla locandina come il presunto protagonista, è quanto di più anonimo si possa immaginare.

5.5

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