Recensione Una Scomoda Verità

L'Era dei rinvii, delle mezze misure, dei ritardi, deve considerarsi chiusa

Recensione Una Scomoda Verità
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Premessa

Tutto parte da una scelta. La consapevolezza di poter scegliere e il mettere in pratica tale consapevolezza è in effetti l’essenza prima dell’individuo umano, il marchio che lo differenzia da ogni altro essere che ha calpestato gli orizzonti di questo mondo, nuotato nei suoi oceani e volato nei suoi cieli. Ciò che lo rende tanto differente da ogni altra creatura è la propria capacità di forgiare il proprio destino e quello degli altri oltre le avversità della natura prima, della società (e quindi dell’uomo stesso) poi.
Ma, forte di tale potere, l’uomo ha dimenticato l’umiltà, e tronfio della sua vana gloria ha iniziato una folle corsa verso il potere e il dominio assoluto, convinto di aver elevato se stesso ad una condizione di indipendenza da tutti e tutto, persino da ciò che lo ha generato e che lo mantiene in vita. C’è qualcosa di divino nell’uomo, diceva un saggio.

Una scomoda verità

Il film documentario si propone di spiegare a 360 gradi ciò che sta accadendo. Perché, nel caso qualcuno non se ne fosse accorto, gli ecosistemi di questo pianeta sono in ginocchio. Forse sarete andati in settimana bianca e avrete trovato piste in fiore, o avrete fatto un salto nel nord Europa imbattendovi in qualcosa di simile ad un uragano. Il tema del surriscaldamento globale viene quindi trattato su più livelli, da quello politico, a quello economico, persino a quello personale. Al Gore riesce perfettamente, in pieno stile americano, a esaminare il tutto in modo esaustivo, utilizzando aneddoti efficaci e un linguaggio alla portata di tutti. In fondo per lui questa è stata la "consacrazione" definitiva, non un debutto: nell’ultimo decennio ha girato il globo portando il messaggio di un pianeta oramai senza forze in ogni angolo del pianeta stesso. Ha parlato, ha spiegato, si è battuto, ha visitato di persona molti dei luoghi da lui mostrati, dove l’effetto serra ha già cambiato totalmente la morfologia del paesaggio. Si è sentito dare del mitomane per aver detto e predetto eventi che avrebbero riguardato tutti, sostenitori e non. Perché coloro che non credono all’impatto dell’uomo sull’ambiente sono convinti di essere al di sopra dell’ambiente stesso. "Perché succede solo se ci credi", questa sembra essere la loro filosofia. E non capiscono che stanno costruendo la loro vita sulla morte dei loro figli, accecati in un modo che solo ricchezza e potere riescono a fare.
L’unico "assente illustre" è stato il tema dell’influenza che hanno i grandi produttori di petrolio nell’ostacolare con ogni mezzo la disintossicazione della civiltà industriale dall’oro nero. Un’assenza pesante, che lascia un grosso buco in una visione globale di un fenomeno legato a doppio filo con essa.

I falsi miti dell’effetto serra

Un parte significativa del film è stata dedicata allo sfatare i miti che hanno da sempre permesso a chi li diffondeva di creare la giusta quantità di confusione nelle masse. Il film cita sagacemente Twain: "Più pericoloso di ciò che non conosciamo è ciò che crediamo essere vero e non lo è". E uno dei falsi miti che più di ogni altro ha fatto e fa da spauracchio verso le masse è il principio in base al quale salvaguardare il pianeta equivale a distruggere le economie mondiali. Tralasciando il fatto che senza un pianeta su cui vivere l’economia va ovviamente a farsi benedire, tale assunto è vero solo a metà o, per meglio dire, è vero al contrario. E’ in effetti vero che un sistema economico del terzo millennio basato su tecnologie vecchie di almeno due secoli (combustibili fossili) è destinato a distruggere l’ambiente, e quindi, assumendo di voler lasciare inalterato l’ambiente, uno sviluppo economico è pressoché impossibile. Ma se si interviene sulle tecnologie basali di tale sistema, mettendo a frutto le scoperte degli ultimi vent'anni, non solo la via che salvaguarda l’ambiente non danneggia l’economia, ma anzi la incrementa ulteriormente, creando nuovi mercati, sottraendo i monopoli energetici ai produttori petroliferi e di conseguenza abbassando i costi dell’energia. Nuove nazioni potrebbero affacciarsi sul panorama del mercato energetico, soprattutto le più povere.
Certo, il passaggio non sarà indolore. Inizialmente gli sforzi saranno superiori ai benefici. Ma se la posta in gioco è il nostro futuro, il futuro dell’umanità, allora ogni sforzo non sarà mai troppo oneroso, e comunque mai quanto dover trovare una risposta alla domanda che un giorno i nostri figli ci faranno osservando il mondo che gli stiamo lasciando: "Perchè l’avete fatto?".

Una Scomoda Verità Recensire un film di questo tipo, con queste tematiche, che cerca di trasmettere un certo tipo di messaggio, è come giudicare la sintassi delle ultime volontà di un condannato a morte. L’importanza e la rilevanza dell’argomento infatti fanno soprassedere qualunque tipo di occhio critico dall’esaminare la "qualità" della pellicola. Perché è un film di cui noi tutti siamo registi, sceneggiatori e interpreti. E’ il nostro film. E sarebbe quanto mai auspicabile, per noi tutti, che avesse un lieto fine.

7.5

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