Recensione Una poltrona per due

Dan Aykroyd ed Eddie Murphy sono gli iconici protagonisti del cult natalizio Una poltrona per due, sorta di rivisitazione moderna de Il principe e il povero firmata nel 1983 da John Landis.

Recensione Una poltrona per due
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Nulla, sia sa, è certo nella vita, con una sola eccezione: la trasmissione televisiva italiana di Una poltrona per due la sera della vigilia di Natale. Una vera e propria ricorrenza catodica che ormai da anni vede il ritorno, poche ore prima dell'arrivo di Santa Claus, dell'ormai iconico film di John Landis. Un'opera ormai ben radicata nell'immaginario comune, come confermano anche le sempre convincenti percentuali di share, diretta nel 1983 dal regista di The Blues Brothers (1980) e Animal House (1978), capace di adattare il suo eccentrico stile ad una commedia dei buoni sentimenti pur mantenendo un forte sguardo satirico e cinico in un paradossale equilibrio delle parti, equilibrio che diventa ancor più palpabile nella contrapposizione / unione tra i personaggi inizialmente antitetici di due perfetti Dan Aykroyd ed Eddie Murphy.

Oggi a me...domani a te!

Louis Winthorpe III è un giovane rampante che ha davanti a se una dorata carriera come agente di cambio presso la società Duke & Duke. Billie Ray Valentine è invece un senzatetto di colore che si barcamena chiedendo elemosine ai bordi delle strade. Un incontro fortuito tra i due darà il via ad una diabolica scommessa tra i fratelli Duke. Grazie alle loro immense ricchezze i magnati decidono di tentare un esperimento sociale, facendo cadere Winthorpe in rovina e assumendo Valentine al suo posto. Il primo, incastrato per traffico di droga, perde quindi il lavoro, la casa e la fidanzata, trovando un'inaspettata ancora di salvezza nella prostituta Ophelia, mentre il secondo si gode l'agiatezza della sua nuova vita. Quando però la scommessa dei Duke verrà scoperta, Winthorpe e Valentine si troveranno ad unire le forze per vendicarsi...

It's a wonderful life

Con le dovute proporzioni, John Landis firma il suo personale La vita è meravigliosa (1946): e se lo stile è assai distante nella messa in scena da quello del grande Frank Capra, gli intenti non sono poi così dissimili. Un uomo che perde tutto alla vigilia del Natale si trova a riconsiderare la propria esistenza in un contesto che però ha molto altro da dire, tenendo sempre bene a mente i fattori cardine della commedia contemporanea. Il discorso sociale insito nel racconto è, seppur totalmente privo di enfasi retorica, fondamentale ai fini della visione con lo scambio delle parti tra un individuo di buona famiglia, assiduo lavoratore, e un poveraccio afroamericano che vive di piccoli espedienti. L'esperimento crudele messo in atto dai fratelli Duke (geniale la scelta di casting che recupera due grandi attori della Hollywood classica come Don Ameche e Ralph Bellamy) mette alla berlina i pregiudizi e vuole dimostrare come spesso siano le condizioni economiche a determinare il destino di una persona, trovando infine nel solido rapporto che si crea tra Winthorpe e Valentine il miglior mezzo per stoccare frecciatine alla mentalità benpensante. Il cineasta sfrutta nel modo migliore il suo tipico umorismo rampante e sempre originale, gestendo al meglio la chimica tra Aykroyd e Murphy e il gustoso roster di figure secondarie (splendida la squillo di Jamie Lee Curtis, sia in topless che vestita) e concedendo il giusto spazio ad un buonismo mai stucchevole ma capace di conquistare come le migliori favole moderne. Allo stesso modo però Landis non dimentica il suo istinto più ilare e cinematograficamente selvaggio, con la sequenza del treno nella quale il suo genio anarchico trova massima ispirazione tra travestimenti improbabili e gorilla in calore. Una poltrona per due affascina oggi come ieri per un'esibita furbizia narrativa in grado di elevare una materia a tratti elementare in una rivisitazione intelligentemente parodica dell'eterno conflitto tra Il principe e il povero.

Una poltrona per due Un bianco (ricco) e un nero (povero) sono rispettivamente vittima e beneficiario di una beffarda scommessa che ne inverte le classi sociali d'appartenenza in uno dei più amati titoli d'ambientazione natalizia degli anni '80. In Una poltrona per due John Landis firma l'ennesimo cult della carriera, impregnando la sostenuta narrazione di cattiveria e buonismo in egual misura, raggiungendo un mirabile equilibrio delle parti. Sommariamente si potrebbe dire che il "demenziale" di The Blues Brothers incroci la commedia alla Frank Capra in un mix improbabile ma affascinante, per un film ricco di satiriche sferzate sociali capace di offrire risate ed avvolgenti emozioni in egual misura, trovando tra l'intero cast (camei d'eccezione inclusi) un'alchimia di rara efficacia.

8

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