Recensione Una Notte da Leoni 2

Tornano le colossali sbronze dirette da Todd Philips!

Recensione Una Notte da Leoni 2
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La mattinata immediatamente successiva a una sbronza colossale è sempre piuttosto tragica: emicranie lancinanti, sensi di colpa, immensi vuoti di memoria. Si tratta di una sensazione talmente universale da essere alla base di molte produzioni cinematografiche, ma nessuno l'aveva portata così all'estremo, e con così tanto successo, come Todd Philips che, nel 2009, ha fatto ridere il mondo con Una notte da leoni. In ognuna di queste mattine, il primo pensiero che assale il malcapitato è: non lo rifarò mai più... ma il pericolo alcolico è sempre dietro l'angolo, altrimenti non ci sarebbe stata Una notte da leoni 2!

Sono passati due anni dal matrimonio di Doug (Justin Bartha) e dal suo indimenticabile (almeno per quello che possono ricordarsi) addio al celibato a Las Vegas. Adesso è la volta di Stu (Ed Helms), finalmente felice accanto a Lauren (Jamie Chung), la donna con cui ha deciso di convolare a nozze in Thailanda, paese d'origine della sua famiglia. Ancora scosso dal ricordo della passata notte di baldoria, Stu decide di non correre nessun rischio e optare per un tranquillo brunch con gli amici di sempre. Tra le proteste di Phil (Bradley Cooper) e l'improvvisa e non voluta ricomparsa di Alan (Zach Galifianakis), il "branco" si ricompone e parte per l'esotica isola asiatica. A sole due notti dal matrimonio, Stu si lascia convincere a dei festeggiamenti più consoni: un falò sulla spiaggia del resort, una birra per uno, bottiglie sigillate. Che cosa potrà mai succedere? E quella è l'ultima cosa che ricordano al loro risveglio la mattina dopo.

Non posso credere che stia capitando di nuovo...

Con una costruzione narrativa ricca di impensabili colpi di scena, situazioni paradossali e al limite dell'assurdo e personaggi estremizzati nelle loro piccole nevrosi, Todd Philips è riuscito a costruire un film, Una notte da leoni, a cui è impossibile resistere. Persino i più restii e intransigenti al genere comico si sono sottomessi alle incontrollabili risate che le avventure di questo gruppetto alcolico, capace di perdere se stesso nella patria del divertimento. Rimettere mani su dei personaggi talmente redditizi era inevitabile (soprattutto in una Hollywood che, strettamente a corto di idee, tende a tornare sui propri passi per ritrovare se stessa) e così il cast è tornato insieme per una nuova notte da dimenticare. Come sempre in questi casi, però, si rischia di rovinare un concetto vincente alla prima uscita, trasformandolo in noioso e ripetitivo. Come rendere divertente e interessante una storia già raccontata portando tutti gli stilemi classici del caso all'eccesso? La soluzione, per Philips, sembra solo una: estremizzare ed esagerare. Se i personaggi, persino quella mina vagante di Alan, sembrano essersi calmati con gli anni e stabilizzati in un'apparente clima di serenità, sarà l'ambiente attorno a loro a divenire ancora più ricco di eccessi e scuoterli dall'interno. Così se nel primo film era stata Las Vegas a farla da padrona, in Una notte da leoni 2 si ritroveranno tutti in una città agli antipodi dalla loro normalità: diverse tradizioni, una lingua differente, impossibilità di orientamento. A Las Vegas al risveglio avevano rivenuto la loro camera d'albergo a pezzi, ma almeno si trovavano nello stesso posto in cui tutto era iniziato. Questa volta non sono neanche nella stessa città e, ancora una volta, si sono persi uno di loro durante la notte. Sarà proprio Alan, cucito a misura sugli indissolubili panni grotteschi di Zach Galifianakis, a scombinare il tranquilli piani di Stu, a partire dalla sua sola presenza al matrimonio. Irritato dall'intrusione all'interno del branco, da cui dopo la notte a Las Vegas non è mai riuscito emotivamente a distaccarsi, di Teddy (Mason Lee), perfetto fratello di Lauren, cerca in ogni modo di ristabilire il suo insano equilibrio. "Alan è molto preso dalla questione del branco, i quattro ragazzi amici e fratelli per la vita", suggerisce Philips, "E improvvisamente un nuovo personaggio viene buttato nella mischia. Teddy minaccia Alan in modo molto territoriale". Non sembra strano quindi che sia proprio lui quello più a rischio durante la folle notte a Bangkok.

Bangkok li ha presi ormai

Dai primi minuti di partenza della pellicola, Una notte da leoni 2 ricorda in tutto e per tutto il suo fortunato predecessore. Fotografia, tempistiche, ritmi narrativi, genere musicale: tutto sembra ricalcare i passi vincenti del lavoro del 2009. "Avevamo il sentore che il pubblico desiderasse trascorrere altro tempo insieme a questi personaggi, ma dovevamo dar loro un altro ritmo. Abbiamo scritto un film con lo stesso spirito di Una notte da leoni e quindi, strutturalmente, vi sono delle somiglianze, ma lo abbiamo affrontato come un film nuovo", confessa il regista. Non allarmatevi quindi se all'improvviso vi sembrerà di trovarvi davanti a qualcosa di già visto... il gioco è assolutamente voluto e necessario. La maestria di Todd Philips sta nel rimaneggiare queste stesse carte in modo, se non originale, piacevole ed esilarante. Le assurde avventure di Stu, Phil e Alan in terra asiatica seguono a menadito il copione di quelle di Las Vegas, avvalendosi però degli eccessi dell'esotico. Bizzarri colpi di scena e acclamati ritorni sul set rendono Una notte da leoni 2 una pellicola divertente ed esilarante a cui è davvero difficile resistere. Gli anni non hanno evidentemente ammorbidito le notti folli dei protagonisti, sempre caotici allo stesso divertentissimo modo, senza soffrire troppo del peso della duplicazione degli eventi. Non stupisce quindi che nell'aria si senta ancora profumo di fiori d'arancio che potrebbero portare la produzione (nel caso di un prevedibile nuovo successo di botteghino) a costruire una terza epocale post-sbornia da dimenticare!

Una Notte da Leoni 2 Una notte da leoni 2 più che un sequel, assomiglia più che altro a un revival della precedente pellicola: stesso ritmo, stessi imprevisti e stesso svolgimento degli stessi (persino il neonato del primo episodio viene semplicemente sostituito con un'altrettanto tenera e problematica, seppur più intraprendente, scimmietta)... semplicemente portati a un livello di esagerazione, nei temi e nelle bizzarrie, non ancora sfiorati a Las Vegas. Ma nonostante l'apparente impressione di copia carbone dal 2009, il film diverte e ruba allo spettatore risate a volontà, facendogli tornare voglia di viaggiare e brindare con questo gruppo di ritrovati (e un po' pazzoidi) amici.

7

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