Recensione Un Weekend da bamboccioni 2

Tornano Adam Sandler e la sua scatenata combriccola

Recensione Un Weekend da bamboccioni 2
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Fu nel 2010 che, dopo Io vi dichiaro marito e... marito (2007) di Dennis Dugan, l'Adam Sandler di 50 volte il primo bacio (2004) e il Kevin James di Hitch - Lui sì che capisce le donne (2005) tornarono insieme sullo schermo in Grown ups, distribuito nelle sale cinematografiche italiane con l'esilarante titolo Un weekend da bamboccioni e diretto dallo stesso regista.
Una commedia caratterizzata da non pochi elementi destinati a rimandare un po' a tutto il cinema del cineasta dell'Illinois, a partire dal suo esordio per il grande schermo Piccola peste (1990), e che vide i due affiancati da Chris Rock (Manuale d'infedeltà per uomini sposati), David Spade (Tommy Boy) e Rob Schneider (Gigolò per sbaglio), tutti insieme nei panni di cinque amici vecchi compagni di squadra, che, per onorare la scomparsa dell'allenatore di basket della loro infanzia, si riunivano dopo anni, con mogli e figli al seguito, per trascorrere insieme il 4 Luglio nella casa sul lago dove festeggiarono la loro vecchia vittoria.
Una commedia che, con Salma Hayek (Dal tramonto all'alba), Maria Bello (Assault on precint 13), Maya Rudolph (Idiocracy) e Joyce Van Patten (Monkey shines: Esperimento nel terrore) a fare da comparto femminile, sguazzava tra escursioni all'acquapark, equivoci e immancabile lezioncina morale pre-epilogo relativa all'importanza dell'essere uniti, riuscendo anche nell'impresa di strappare qualche risata nonostante la sua poca originalità; man mano che affioravano i ricordi e le atmosfere del passato e lo scatenato quintetto scopriva che crescere non significa necessariamente diventare adulti.

Scemi e Buscemi

Una commedia che, con il mai disprezzabile Steve Buscemi (Le iene) nel ruolo di un avversario dei protagonisti, possedeva fortunatamente il pregio di risultare molto meno volgare rispetto agli standard di altre avventure su celluloide sandleriane (citiamo soltanto Zohan - Tutte le donne vengono al pettine e Funny people).
Cosa che non possiamo dire di questo sequel che, sempre a firma di Dugan (occhio che appare anche in un cameo nei panni di un dottore), fa misteriosamente a meno di Schneider per coinvolgere il Nick Swardson di Mia moglie per finta (2011) accanto agli altri, i quali si ritrovano dopo che Sandler - insieme alla propria famiglia - si è trasferito nella sua città natale.
Infatti, si parte immediatamente con un cervo inarrestabile che, tra l'altro, scarica la propria urina in faccia al protagonista, per poi proseguire in mezzo a doppi sensi visivi (gelato al cioccolato scambiato per escrementi), vomito e, addirittura, l'introduzione del "ruttoreggia" (!!!).
Mentre torna in scena anche il già citato Buscemi e, tra lunghe rotolate dall'interno di uno pneumatico, poliziotti ubriachi e citazioni verbali per O.J. Simpson e Benny Hill, c'è anche il tempo per allusioni porno gay all'autolavaggio, tuffi senza alcun indumento addosso e, soprattutto, per un incontro-scontro con una banda locale di giovani bulli capitanata dal Taylor Lautner della saga romantico-vampiresca Twilight.
Con la risultante di un insieme decisamente caotico e capace difficilmente di divertire lo spettatore... per il quale, con ogni probabilità, l'unico momento piacevole può essere quello della festa a tema anni Ottanta, con travestimenti spazianti da Prince a Boy George, passando per Hall & Oates.

Un Weekend da bamboccioni 2 Di nuovo sotto la regia di Dennis Dugan, la scatenata combriccola di Un weekend da bamboccioni (2010) torna in questo sequel che introduce Nick Swardson e perde del cast originale, invece, Rob Schneider. Se il guardabile capostipite riusciva almeno nell’impresa di strappare qualche risata, qui si spinge soprattutto sul pedale di una volgarità che, anziché divertire, finisce solo per irritare lo spettatore avvolto dal caotico agglomerato.

4.5

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