Recensione Un Piano Perfetto

Dalla Francia una commedia senza arte nè parte...

Recensione Un Piano Perfetto
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La famiglia di Isabelle è afflitta da una terribile maledizione: ogni primo matrimonio celebrato è destinato a fallire. E sarà infatti proprio la consapevolezza di questo anatema ai fiori d'arancio a spingere la giovane donna a consumare un veloce e fasullo matrimonio (prima di sposare il suo adorato fidanzato) per schivare l'inopinabile corso del destino. Fatti i bagagli e salita a bordo del primo aereo possibile, dinanzi a Isabelle si paleserà infatti quasi subito l'esemplare d'uomo ideale al suo agognato ‘piano perfetto'. L'impacciato e bonaccione Jean-Yves Berthier (Dany Boon), redattore di guide turistiche in viaggio tra il Kilimangiaro e Mosca diventerà così il maritino ‘mordi e fuggi' da sacrificare sul momento per scongiurare i duraturi effetti della maledizione in bianco. Ma le strade lastricate dal destino sono sempre all'insegna dell'imprevedibilità e (mai come in questo caso) il presunto piano perfetto muterà nel giro di un paio di voli intercontinentali in un nuovo, (in)aspettato capitolo della vita di Isabelle.
Davvero difficile comprendere come mai di un cinema francese che si distingue spesso e volentieri per originalità delle tematiche affrontate e qualità dello sviluppo delle stesse, qui in Italia ci ritroviamo non di rado a importare commedie senza spina dorsale che ricalcano da vicino (non tanto per stile ma quanto per leggerezza narrativa) molte delle produzioni nostrane. Non fa (purtroppo) eccezione questo Un piano perfetto che porta in sala il collaudato team già artefice dell'apprezzato Il Truffacuori. Il regista è infatti proprio lo stesso Pascal Chaumeil che si affianca ancora una volta al team creativo del film precedente. Ma il risultato è (nostro malgrado) assai più deludente. A partire da una cornice narrativa (per altro già molto vista e molto utilizzata nelle commedie francesi di queste ultimi anni) di una tavolata imbandita da cui si dipanano racconti, ricordi e scambi d'opinione attorno a quelle vicende che poi rappresentano l'ossatura del film, Un piano perfetto mostra tutti i difetti di un'opera mal costruita e assai divagante. Lasciato presto il fuoco dell'idea di partenza (le rocambolesche avventure di un matrimonio dell'ultima ora organizzato per sigillare un'unione di lunga data), il film di Chaumeil imbocca in breve tempo la via della commedia on the road tra eventi imprevisti e svolte inopinate. Una sequela di scene fondamentalmente slegate tra loro e invariabilmente mancanti di quel guizzo comico o emotivo che avevano invece (ad esempio) fatto la differenza ne Il Truffacuori e fatto (in parte) breccia nel cuore dello spettatore.

A questo proposito va segnalata anche la scarsa intesa e il debole appeal dei due protagonisti: splendida ma fin troppo vacua la Isabelle di Diane Kruger, più in parte ma comunque poco incisiva l'oramai richiestissima (soprattutto in questo genere di commedie) maschera comica di Dany Boon (Giù al nord, Niente da dichiarare). Un'opera che infine (e a sorpresa) pecca di una lancinante banalità e che non riesce a imboccare la via della realtà ma men che mai a costruire quell'atmosfera fiabesca di cui si nutrono molto bene questo tipo di commedie, infarcite d'amor fou e 'rapsodie sentimentali'. La discontinuità del racconto assieme alla mancanza di uno script e dialoghi capaci di dire qualcosa generano ben presto un senso di noia e inutilità davvero poco congeniali a un'opera d'intrattenimento di poco più di un'ora e mezza. Un risultato che lascia perplessi non tanto nella presa di coscienza del fatto che neanche ai francesi tutte le ciambelle riescono col buco ma quanto nel prendere atto di come a volte il valore commerciale dei progetti si valuti aprioristicamente su carta anziché in base al loro effettivo risultato su (grande) schermo.

Un Piano Perfetto Il francese Pascal Chaumeil, già autore dell’apprezzato Il Truffacuori torna dietro la macchina da presa per tentare di bissare il successo della sua opera prima. Ma l’operazione può dirsi non riuscita. Causa una sceneggiatura frammentaria e una serie di narrazioni intrecciate che hanno più l’aspetto discontinuo di sketch assemblati insieme anziché quello unitario di un film che sa dove andare, Un piano perfetto manca di divertire, emozionare e perfino di tenere alta l’attenzione dello spettatore fino a quello che (senza ombra di dubbio) dobbiamo aspettarci come un telefonatissimo Lieto Fine.

5

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