Recensione Un Giorno perfetto

Il giorno im-perfetto di due famiglie molto diverse fra di loro

Recensione Un Giorno perfetto
Articolo a cura di

Un giorno a Roma

Emma (Ferrari) ha appena divorziato dal marito Antonio (Mastandrea) ed è tornata, insieme ai due figli, Valentina (Murgia) e Kevin (Paolino), ad abitare con la madre (Sandrelli). Antonio però non si rassegna all'abbandono e comincia ad ossessionare la ormai ex moglie in modo psicotico, pedinandola, controllandole le telefonate e aspettandola ogni notte sotto casa. Un giorno, approfittando di un impegno dell'onorevole Fioravanti (Binasco), per cui lavora come capo della security, decide di compiere la follia e quasi rapendo i bambini si chiude in casa, sperando che Emma decida di tornare con lui. Intanto, all'ombra dei palazzi della politica, si consuma la sfortunata storia d'amore fra Maja (Grimaudo), la giovanissima moglie dell'onorevole di cui sopra, ed il suo figliastro (Costantini) che decideranno di scappare insieme abbandonando Fioravanti ormai distrutto da alcuni processi e dall'ostilità dei compagni di partito. Tutto questo nello spazio di un giorno, un giorno perfetto, appunto.



Imperfezioni

Ozpetek, quest'anno in concorso a Venezia, sceglie per la prima volta nella sua carriera di misurarsi con una storia non sua, adattando per il grande schermo l'omonimo romanzo di Melania Mazzucco. Il lavoro del regista turco però non convince completamente ed anzi, risulta terribilmente frettoloso e sconclusionato, minato alla base da uno stile registico più da fiction che da cinema. La tragica storia di Emma ed Antonio, legati da un amore difficilissimo da capire ed ai limiti dell'autolesionismo, diventa, nella visione di Ozpetek solamente l'ennesimo melodrammone in salsa amatriciana, tirandosi dietro tutti gli stilemi classici del genere. Abbiamo l'ambientazione romana che, dopo un inizio quasi mocciano ambientato nelle periferie nord della Capitale, ricade nel trito e ritrito paesaggio del centro storico, abbiamo i due ragazzini che impersonano la purezza e l'onestà, abbiamo la storia d'amore stile 3msc fra i ventenni e le due cariatidi storiche del cinema di Ozpetek, Stefania Sandrelli (che con il dialogo sugli aquiloni firma uno dei momenti più surreali della storia recente del cinema italiano) e Angela Finocchiaro qui nel ruolo, assai poco credibile, di un paramedico d'emergenza. Ma non è solo la mancanza congenita di idee a tradire Un giorno perfetto: la pecca maggiore del film va infatti ricercata nell'assoluta incapacità del regista di creare la benché minima tensione emotiva, anche nelle scene più drammatiche; Ozpetek ha imparato bene la lezione di Hitchcock e Scorsese ma non riesce ad applicarla in maniera coerente, limitandosi ad infarcire il film di anonimi piani sequenza e primi piani che sembrano più usciti da una puntata di Incantesimo 6 piuttosto che da un film che concorre per il Leone d'oro. Nella generale inconsistenza della regia anche la trama va a farsi benedire, perdendosi in mille rivoli senza alcuna soluzione di continuità, conducendo ad un finale didascalico fino alla noia ma per nulla esplicativo. Il film pare, infatti, procedere a tentoni: all'inizio pare focalizzarsi solo sulla vicenda di Emma e dei suoi figli, poi si allarga a quella dell'onorevole Fioravanti, poi si concentra nuovamente su Emma per poi ritornare sul deputato e, infine, dimenticando completamente le vicende secondarie, si chiude su Antonio ed i suoi figli.


Tuttavia, pur perdendo a tratti la bussola, Ozpetek pare, fino a circa metà film, in grado di condurre la sua nave in porto, il vero tracollo di un giorno perfetto inizia, infatti, nella seconda parte, dove il regista, in preda evidentemente ad un momentaneo delirio, spinge brutalmente l'accelleratore sulla componente patetica, regalandoci alcuni momenti di pura e semplice ridicolaggine, come la scena del murales, degna della peggior commedia giovanilistica con Vaporidis, o quella della Ferrari in cui, dopo aver subito un tentativo di stupro ed essersi accorta che l'ex marito ha rapito i suoi figli, decide di andare con un'amica a comprarsi un gelato in Piazza Navona! Stucchevole. Per non dire altro.


Un giorno perfetto delude, dunque, nonostante le ottime premesse iniziali per l'evidente imbarazzo di Ozpetek nel lavorare su una sceneggiatura non sua, abbandonati i temi che l'hanno reso famoso, infatti, il regista di Istanbul pare incapace di costruire un discorso cinematografico sensato, andando a pescare nei peggiori cliché del cinema italiano e non solo. 

Non è un mistero che la scelta degli interpreti di Un giorno perfetto sia andata avanti per molto tempo, all'inizio Ozpetek voleva Fiorello per il ruolo di Antonio e la Sandrelli per quello di Emma ma, dopo il rifiuto del primo ha scelto Valerio Mastandrea e si è trovato costretto a relegare la sua attrice feticcio nella parte, tutto sommato secondaria, della Nonna. Ed è proprio Mastandrea la miglior conferma del film, nonostante la buona dose di mestiere infatti, le sue doti recitative non sono mai in discussione e risulta più che convincente anche in un ruolo che potrebbe apparire molto lontano dalle sue corde. Assolutamente dimenticabili invece tutti gli altri personaggi, a partire dalla Ferrari che, nonostante le lodi di certa critica, non fa altro che interpretare la stessa parte da ormai una decina d'anni, piangendo a comando e mostrandosi davanti alla cinepresa con il trucco sbavato ed i capelli sfatti. Peccato che non basti imbruttirsi per essere considerata una brava attrice. La Grimaudo ed i due ragazzini, poi, sembrano usciti direttamente da un qualsiasi serial televisivo italiano e il più delle volte sono addirittura fastidiosi con le loro battute ovvie e strappalacrime.



Un Giorno perfetto Un giorno perfetto non è sicuramente un film da concorso, e non siamo sicuri sia neppure un prodotto presentabile in una rassegna come quella Veneziana, abituata a produzioni di rilievo artistico molto maggiore. Di sicuro avrà grande successo fra le casalinghe e gli amanti dei melodrammi televisivi. Pubblico a cui Ozpetek si rivolge e s’inchina senza alcun pudore. Ci dispiace, ma il cinema è un’altra cosa.

5

Che voto dai a: Un Giorno perfetto

Media Voto Utenti
Voti: 9
5.2
nd