Recensione Tutti Per Uno

Nel 'piccolo' mondo dei sans papier

Recensione Tutti Per Uno
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La questione degli immigrati, in particolare di quelli clandestini, non è un problema che riguarda solo la nostra beneamata Italia, ma una spinosa questione piuttosto diffusa spesso utilizzata dalla politica per ottenere consensi e racimolare voti, conferendo a questi cittadini ‘fuori patria' l'aspetto di ‘mostri' capaci di minare l'equilibrio o la stabilità dei paesi ospitanti. Nella vicina Francia di Sarkozy l'espulsione coatta dei clandestini è un fenomeno che da tempo getta un'ombra di terrore su questa gente che dorme nella paura di essere, da un momento all'altro, prelevata e rispedita a casa e che non sempre può fare affidamento sul sostegno o sulla comprensione dei cittadini francesi. Un tema politico e sociale dunque molto caro alla Francia odierna (ma che riguarda molto da vicino anche noi e altre nazioni europee) da cui il regista Romain Goupil prende spunto per tracciare una storia dai toni favolistici in cui l'unione di un gruppo di bambini si farà portavoce di una vera e propria resistenza, con il solo appoggio di una donna e madre tenace, ancora legata (come i bambini) alla speranza e al sogno di un paese più ‘giusto'.

Le mani in alto

Anno 2067. Milana ricorda e racconta con tenerezza la sua infanzia parigina quando frequentava la scuola e insieme a un fidato gruppetto di amici ‘gestiva' una mini-attività di spaccio di cd e dvd pirata, insieme a qualche furtarello di liquerizie a uso ‘personale'. Gli stessi anni in cui il governo parigino aveva posto in essere delle repressive politiche d'immigrazione, causando il rimpatrio forzato di molti clandestini come lei, cecena in Francia e senza documenti. A seguito dell'espulsione di Youssef, uno dei ragazzini del gruppo, il vivace Blaise (che nutre per Milana più di una simpatia) si adopererà dapprima per far ospitare Milana a casa sua, grazie al permesso accordatogli da Cedrine (la dolce e indulgente madre interpretata da Valeria Bruni Tedeschi), per poi in un secondo momento (assieme agli altri bambini del gruppo, uniti dalla volontà di non perdere Milana) escogitare un piano di ‘fuga' che dovrebbe impedire il rimpatrio della bambina. Le avventure vacanziere vissute in Bretagna da Milana in compagnia di Blaise, della sorella Alice, della madre e di alcuni loro cugini, serviranno da collante emotivo per cementare il proposito che nella seconda parte si realizzerà tramite la ‘fuga politica' dei bambini, muniti di patatine, succhi di frutta e astutamente privi di apparecchi elettronici. Un evento che solleverà un tale polverone mediatico da costringere il governo a firmare i documenti per Milana e altri suoi connazionali e che, nonostante le mani in alto dei bambini dell'epilogo, segno di resa a delle dinamiche che sembrano essere comunque più forti e reprimenti del sogno di libertà ancora concesso all'occhio bambino, lascerà nella memoria della Milana bambina, divenuta donna, tutta la forza di una unione capace di trascendere dalla circostanze sociali, lasciando nei cuori dei protagonisti un indelebile legame di pura e semplice ‘amicizia'.

Un 'piccolo' mondo di sans papier

È nell'idea di riportare il problema societario ‘adulto' a un livello bambino e a una spontaneità risolutiva, che di fatto appartiene al mondo dell'infanzia e che è in qualche modo invisa al mondo dei grandi (infatti l'approccio naive di Cedrine basterà a etichettarla come utile idiota), la chiave vincente del film di Goupil. Un modo astutamente distante per indagare e ‘giudicare' comportamenti societari aberranti eppure legalizzati che hanno sempre più a che vedere con il terrorismo psicologico praticato dalle società al fine di mantenere il controllo sul ‘popolo', atterrito dalla terribile immagine dell'altro, del diverso. Un 'altro' che attraverso l'occhio indulgente ma acuto dei bambini entra a far parte di uno sguardo più ampio, umano, capace di racchiudere l'umanità tutta in una grande e utopica sfera di tenera armonia.

Tutti per uno Romain Goupil affronta il tema dei sans-papiers attraverso la storia tenera e funzionale di un gruppo di scaltri bambini, risoluti a evitare l’espulsione di una loro amica. Lo sguardo sincero e indulgente che filtra dagli occhi ingenui e maturi di questi ‘piccoli cittadini’ aiuta a comprendere con maggiore distacco e forse maggiore profondità il significato di integrazione e il concetto di altro, termini la cui reale comprensione troppo spesso sembra sfuggire al razionale e per certi aspetti ‘limitato’ mondo degli adulti.

7

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