Recensione Tutta colpa del vulcano

Dany Boon e Valérie Bonneton a "spasso" per l'Europa nel comedy road-movie di Alexandre Coffre

Recensione Tutta colpa del vulcano
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È storia recente quella che vedeva come involontario protagonista il vulcano islandese Eyjfjallajökull che, il 20 marzo del 2010, dopo 187 anni di letargo, partorì una nuova mastodontica eruzione. A causa della nube di ceneri vulcaniche sprigionata, i cieli dell'Europa subirono una vera e propria debacle, con la chiusura degli spazi aerei in diversi paesi dell'Unione. Proprio a questo raro evento naturale si sono ispirati gli sceneggiatori di Tutta colpa del vulcano, coproduzione franco-belga del 2013 diretta dal regista Alexandre Coffre, al suo secondo lavoro dietro la macchina da presa dopo l'inedito Une pure affaire. Il cast, di grande presa perlomeno sul pubblico francese, vede coinvolte due star del panorama d'Oltralpe come Dany Boon (discretamente conosciuto anche da noi per Giù al Nord, Un piano perfetto e Supercondriaco) e  Valérie Bonneton (Un amore di gioventù, L'amore inatteso).

Alain e Valerie, ex marito e moglie, sono separati da anni e non si sono mai sopportati. Il caso vuole che per il matrimonio della loro figlia, prossima alle nozze in Grecia, i due si ritrovino in viaggio sullo stesso aereo. Ma il volo, a causa dell'eruzione del vulcano islandese Eyjfjallajökull è costretto a scendere a Monaco, obbligando Alain e Valerie a viaggiare insieme in macchina. Ben presto però l'odio tra gli ex-coniugi si fa insopportabile e, in seguito a varie ripicche, la macchina presa a noleggio finisce distrutta in autostrada. Boicottandosi a vicenda in più occasioni nella loro spasmodica ricerca di arrivare per primi al matrimonio, il destino li ricongiungerà più volte facendogli vivere paradossali avventure durante il tragitto.

Insieme disperatamente

Se il titolo italiano voleva suggerire un po' di incandescenza a questa commedia, i risultati purtroppo non mantengono le aspettative. Tutta colpa del vulcano è infatti un film che odora di vecchio, in quanto le situazioni che vedono coinvolta la coppia di protagonisti son prese pari passo dai bignami del genere e le trovate originali si contano sulla dita di una mano. Tutto il racconto è incentrato sull'alchimia "negativa" che lega i due protagonisti, pronti a mettersi il bastone tra le ruote ad ogni occasione possibile usufruendo di ogni trucco o mezzuccio di sorta, ammorbidendo però la presunta cattiveria in risvolti prevedibili che conducono naturalmente al classico happy ending. Le occasioni per ridere non mancano, e alcuni personaggi di contorno (il santone invasato o la banda di hooligan) sono discretamente ispirati, ma l'atmosfera di classico road-movie declinato in chiave comica è del tutto assente, sfruttando per di più assai poco le diverse etnie dei luoghi visitati prima di giungere alla meta. Ed è proprio la povertà del contorno che impedisce una qualsivoglia empatia, poiché pur trovandoci dinanzi ad un titolo di questo genere non è perdonabile la mancanza di plausibilità e d'atmosfera, nonostante gli sforzi di mantenere alto l'interesse con un ritmo in perenne progressione. A rendere il viaggio dello spettatore meno arduo nell'ora e mezza di durata arrivano in soccorso i due interpreti che, a dispetto di caratterizzazioni abbozzate, offrono prove di tutto rispetto avvalorate da qualche dialogo scritto più che discretamente.

Tutta Colpa Del Vulcano Volere non sempre è potere. Sicuramente non in questo caso dove gli intenti, potenzialmente efficaci, non trovano riscontro in una realizzazione adeguata. Scialbo e banale road movie travestito da commedia sentimentale (o viceversa), Tutta colpa del vulcano strappa qualche risata ma non coinvolge mai pienamente nel racconto, e i danni sono in parte smorzati solamente da due bravi Dany Boon e Valérie Bonneton.

5

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